Trentumila posti vuoti su cinquantacinquemila. Il 56% della cattedre che doveva essere coperto dai concorsi della scuola è al momento senza prof di ruolo. Le prove non sono ancora concluse, anche se in alcuni casi sono passati più di due anni dal bando, ma la tendenza è chiara.

Il ministro Patrizio Bianchi, nei giorni scorsi, ha assicurato che i posti vacanti saranno coperti e il primo giorno di scuola tutti i docenti saranno in cattedra. Ma in più della metà dei casi laddove era atteso un insegnante di ruolo ci sarà un supplente, precario, ammesso che gli uffici scolastici territoriali riescano nell’impresa di coprire tutte le cattedre al suono della prima campanella.

Meno della metà dei posti ai vincitori

Tra il ritardo nelle procedure concorsuali, da un lato, e l’alto numero di non ammessi, dall’altro, solo il 44% dei posti messi a concorso verrà occupato dai vincitori. Il calcolo è stato fatto da Tuttoscuola che ha messo insieme i dati pubblicati da ogni Ufficio scolastico regionale sulle quattro procedure concorsuali tuttora in corso.

Il concorso più impegnativo – l’ordinario della secondaria – bandito più di due anni fa, ha definito circa il 40% delle graduatorie previste; in particolare, delle 26.871 cattedre fissate dal bando, ne sono state al momento coperte soltanto 13.743, cioè poco più della metà (51%). Pertanto – calcola Tuttoscuola – non sono state assegnate, 13.128 cattedre, comprese 6.053 rimaste vacanti (per le quali cioè sono state concluse le operazioni e pubblicati i risultati, ma con un numero di vincitori inferiore ai posti disponibili).

Nelle discipline Stem, stralciate un anno fa dal concorso generale, al momento (61% di graduatorie definite) soltanto 582 cattedre delle 1.685 a bando sono state coperte (35%) e, quindi, non sono state assegnate 1.103 cattedre (comprese 336 vacanti).

Il concorso straordinario-bis per la secondaria, nonostante la semplificazione della procedura con la sola prova orale, ha definito solamente il 40% delle graduatorie attese con la copertura di 3.193 cattedre e la non assegnazione di 11.227 (comprese 118 rimaste vacanti).

L’unico concorso che ha quasi concluso le procedure (definite 57 graduatorie su 59) è quello ordinario di infanzia e primaria. Soltanto 7.252 posti dei 12.863 previsti dal bando sono stati però coperti, lasciandone non assegnati 5.611 (compresi 5.389 vacanti, tutti di sostegno).

Nel complesso, per il prossimo 1° settembre, saranno pertanto soltanto 24.770 i posti coperti dai vincitori, pari a poco più del 44% dei 55.839 attesi.

In cattedra anche i ‘non idonei’

I restanti 31mila posti dovranno essere assegnati con supplenze annuali che verranno in molti casi assegnate a docenti per i quali non si sono concluse le prove o che, paradosso, non hanno superato il concorso e dunque non sono stati giudicati idonei per un posto di ruolo ma al tempo stesso lo sono per salire in cattedra da precari.

Uno su 5 è precario

Nel complesso, denuncia la Flc Cgil, “a settembre la scuola riparte con 150 mila supplenti in cattedra su un totale di 850 mila: quasi uno su cinque è dunque precario. Ma la percentuale sale drammaticamente ai due terzi nel sostegno, proprio laddove più ci sarebbe bisogno della continuità didattica. Alla fine il risultato è sempre lo stesso: la scuola ricomincia nel segno del “senza”. E anche le frasi sono sempre le stesse, con il ministro Bianchi che annuncia: a settembre tutti i docenti saranno in cattedra. In realtà, per i 7,4 milioni di studenti – 100 mila in meno rispetto allo scorso anno a causa della denatalità: altro tema su cui occorre riflettere e che non riguarda solo la scuola – non sarà affatto così e questo nonostante nel 2021 siano stati assunti 60 mila insegnanti. Il Mef ha autorizzato, attraverso concorsi che vanno dalla scuola dell’infanzia alle superiori, 94.130 assunzioni. Tuttavia, sebbene il numero non sia sufficiente a coprire le cattedre vacanti (soprattutto al Nord), alla fine non si arriverà alla copertura del 50% dei posti”.

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