Disparità di trattamento
Molti candidati, per esempio, stanno parlando di possibili ricorsi legati alle modalità di utilizzo (o non utilizzo) dei manuali contenenti testi di legge: in alcuni casi le commissioni ne avrebbero consentito la consultazione, mentre in altre sedi lo stesso manuale sarebbe stato vietato.
In qualche caso diversi candidati hanno protestato perchè è stato loro impedito di usare pubblicazioni contenenti testi di decreti ministeriali: “I decreti ministeriali – sono insorti diversi docenti – sono fonti primarie e dunque i volumi sono legali”, dimostrando così di non avere molto chiara la differenza fra provvedimenti legislativi e provvedimenti amministrativi.
Altri docenti stanno pensando di ricorrere perchè nella loro aula la prova scritta è iniziata assai dopo le ore 10, come era stato invece stabilito dal Ministero.
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Una senatrice M5S fra i candidati che hanno vinto il ricorso
C’è poi chi sostiene che se è stato accolto il ricorso di coloro che non sono arrivati a 71,70 punti alla preselettiva (pare che fra i candidati che hanno vinto questo ricorso ci sia anche una nota senatrice calabrese del M5S), allo stesso modo dovranno essere accolti i ricorsi di coloro che alla prova scritta conseguiranno la sufficienza ma non raggiungeranno i 70 punti previsti dal bando.
Il tema della disparità di trattamento è insomma quello che più di altri viene chiamato in causa.
Tutti questi ricorsi non potranno che rallentare l’intera procedura e quindi al Ministero già disperano di poter immettere in ruolo i nuovi dirigenti a partire dal prossimo settembre 2019.
Ed è anche per questo che i Ministeri dell’Istruzione e della Pubblica Amministrazione stanno seriamente pensando ad una modifica in itinere della procedura: il concorso potrebbe infatti concludersi di fatto dopo la prova orale, mentre il corso di formazione si trasformerebbe in concreto in una sorta di periodo di prova.
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