Tuttoscuola, 3.1.2018
– La causa dello stallo in cui si trova la trattativa per il rinnovo del contratto scuola ha un nome, lo stesso nome di sempre, i soldi. Mentre la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, continua a ripetere che le risorse ci sono, i sindacati chiedono un ‘vedo’ per scoprire le carte del Governo e avanzano una richiesta precisa: riversare nel contratto le risorse della Buona Scuola. Ma quali e quante sono queste risorse?
La legge 107/2015 prevede due capitoli di risorse per il personale docente: il bonus della card per l’aggiornamento individuale (500 euro pro-capite, pari a 381,137 milioni annui) e il bonus per la premialità dei docenti (200 milioni annui).
Quelle risorse, come si sa, sostengono due elementi-cardine della riforma renziana, l’aggiornamento obbligatorio dei docenti e la valorizzazione del merito professionale.
Se le risorse dovessero prendere una strada diversa dalla finalità della legge, distribuendosi per contratto a pioggia su tutto il personale, di quelle riforme della Buona Scuola rimarrebbe soltanto il guscio vuoto.
Dopo il congelamento dei trasferimenti e della chiamata diretta la cui applicazione è stata sospesa per un secondo anno mediante il contratto integrativo sulla mobilità, il contratto nazionale potrebbe dare una nuova picconata alla Buona Scuola. PD permettendo, ovviamente.
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