Il Messaggero, 26.4.2020
– «Più congedi parentali e un assegno mensili per i figli» –
Fase 2 nella lotta al coronavirus: «Ho già avanzato la richiesta di poter prospettare l’apertura delle scuole dell’infanzia, della scuola 0-6 e di poter usare luoghi, anche destinati alla scuola, nei mesi estivi, perché adesso non sarebbe possibile per lo stato attuale dei numeri del contagio, per poterli utilizzare per fare attività in piccoli gruppi con tutte le regole che verranno definite». Così a SkyTg24 il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.
«Collaborazione con i sindaci, con il terzo settore, con le associazioni del volontariato e con tutte quelle realtà che oggi gestiscono il percorso educativo 0-6 – chiede la ministra – . Su questo investirò anche risorse del mio ministero, almeno 35 milioni, ma il tema è adesso costruire una rete organizzata ed è quello che stiamo facendo in questi giorni».
«Sono le famiglie la vera rete di sicurezza del Paese, e in questi giorni di incertezza ce lo hanno dimostrato. All’incertezza la politica deve però rispondere dando stabilità e la possibilità di pensarsi nel futuro. Non servono misure spot a chi vuol portare avanti un progetto di vita, e le famiglie sono questo». Lo scrive la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti su Facebook dopo aver definito nei giorni scorsi l’assegno per i figli irrinunciabile. «Sul tavolo per il prossimo decreto ho messo perciò la proposta di un assegno mensile per tutti i figli – ricorda – Come governo abbiamo tutti detto più volte che la priorità sono le famiglie, adesso è il momento di dimostrarlo agli italiani.
«Ci sono tre linee di azione sulle quali io personalmente come ministro sto lavorando. La prima – spiega – è che se si apre il mondo del lavoro bisogna rinforzare lo strumento dei congedi parentali, che abbiamo già introdotto in modo straordinario nella prima fase della gestione dell’emergenza ma che ovviamente va esteso».
«Secondo strumento fondamentale – aggiunge – è quello della ricostruzione della rete educativa e comunità educante fatta di enti locali, terzo settore, associazioni e tutta la realtà dell’educazione dell’infanzia dello 0-6, che si deve ricostruire e riattivare in modo riorganizzato e nuovo ma che deve esserci a sostegno delle famiglie e anche per rispondere al diritto all’educazione che hanno i bambini».
«Terzo elemento – conclude – è il sostegno economico fattivo alle famiglie, non un una tantum ma una misura, che per quanto possa essere straordinari perché è per l’anno 2020, possa avere una dimensione di stabilità, cioè un assegno mensile per i figli. Credo che siano tre direzioni fondamentali sulle quali sia necessario iniziare a prendere decisioni forti e chiare».
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