di Corrado Zunino, la Repubblica, 4.4.2020
– Alcuni dirigenti scolastici chiedono ai docenti, e quindi agli studenti, di accorciare le vacanze di Pasqua. Per recuperare il programma e colmare vuoti. Ma non tutti gli insegnanti sono d’accordo
ROMA – Alcuni presidi chiedono ai docenti, e quindi agli studenti, di accorciare le vacanze di Pasqua. Vogliono recuperare il programma, colmare vuoti, e attivare videolezioni fino a venerdì 10 per riprenderle il martedì successivo a Pasquetta. Il tempo perso è stato molto, fin qui. Un dirigente scolastico del Veneto, scrive La tecnica della scuola, il primo aprile ha inoltrato una circolare in cui, non avendo certezza della durata della sospensione delle lezioni in classe, si comunicava: “Ho intenzione di non sospendere del tutto le attività durante le canoniche vacanze pasquali, ma di interromperle brevemente per i soli giorni intorno alla domenica di Pasqua, precisamente da sabato 11 a lunedì 13 aprile, per concedere un breve periodo di riposo a tutti, ma, contemporaneamente, guadagnare tempo scuola nel caso in cui l’anno scolastico dovesse essere protratto. Ciò sarà oggetto di una successiva comunicazione ufficiale rivolta a docenti e studenti”.
Molti insegnanti segnalano questo tentativo di utilizzare almeno tre giorni del ponte per le lezioni online. La stessa Associazione nazionale presidi spiega che ogni scuola si sta regolando autonomamente: “D’altro canto, le videolezioni colmerebbero un vuoto non solo di apprendimento ma anche di attività”, dice il presidente Antonello Giannelli. Non è una proposta peregrina, è il concetto, perché gli studenti sono già costretti a casa e così le loro famiglie. Tanto vale recuperare.
Il calendario scolastico nazionale, con le sue declinazioni regionali, non consente cambiamenti. E il ministero dell’Istruzione in queste ore lo ha ribadito: le vacanze pasquali per la scuola vanno dal 9 al 14 aprile e in questi giorni non è prevista didattica. Neppure a distanza. Quest’ultima, la cosiddetta Dad, non è un obbligo del docente, piuttosto un servizio che si poggia sulla volontarietà e l’etica della responsabilità. Non è materia, ecco, del contratto di lavoro. In questi termini, i dirigenti scolastici non potranno imporre ore sotto le vacanze pasquali, al massimo suggerirle e cercare un accordo con alcuni docenti. Così, per esempio, si è regolato il Liceo classico e linguistico Colombo di Genova: il dirigente ha lasciato libertà di scelta agli insegnanti. Diversi, cattolici professanti, si sono rifiutati perché il lavoro extra interferisce con la Settimana santa.
Le sentinelle del contratto, spesso i docenti in naturale conflitto con i dirigenti scolastici (il gruppo Scuola bene comune su Facebook ne rappresenta una quota), si appellano così al corpo docente: “I giorni festivi da calendario scolastico restano tali anche in regime di sospensione dell’attività didattica e di attivazione delle lezioni a distanza. Lo ha recentemente ribadito il ministero della Funzione pubblica. Gli ordini di servizio di dirigenti scolastici iperattivi e ossessivi che vi chiedono, imponendovi, di fare qualunque attività con gli studenti anche nei giorni festivi sono illegittimi. Gli studenti, le loro famiglie e gli insegnanti hanno bisogno di una tregua. I dirigenti scolastici devono capire che si relazionano con persone duramente provate e ci sono tempi per il lavoro e tempi per il riposo e la riflessione. Diciamo ai colleghi di inviare ai presidi, con gli auguri di Pasqua, l’avvertimento che nei giorni di festa e nei giorni liberi sarete disconnessi”.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Coronavirus, scontro presidi-docenti per le lezioni sotto Pasqua ultima modifica: 2020-04-05T06:34:24+02:00 da