Cosa hanno chiesto i sindacati e cosa dice oggi la normativa

di Marco Nobilio, ItaliaOggi, 28.5.2019 

– Proposte recepite il 24 maggio, alla vigilia del voto –

Il concorso riservato ai precari con tre anni di servizio si farà. Lo ha fatto sapere il ministro dell’istruzione con un post pubblicato su facebook il 24 maggio scorso. Bussetti ha spiegato che, a seguito del confronto costruttivo aperto insieme al presidente del consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, lo scorso 24 aprile, con le organizzazioni sindacali, il governo ha deciso «di recepire nel primo veicolo normativo utile la proposta unitaria presentata dai sindacati» si legge nel comunicato « che troviamo concreta, di buon senso e in linea con il contratto di governo».

Via libera del governo, dunque, a misure uniche e straordinarie per la stabilizzazione del precariato storico e sì a percorsi abilitanti aperti a tutti coloro che hanno acquisito adeguata esperienza, con selezione in uscita come nel 2013. La proposta unitaria avanzata dai sindacati Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda-Unams si basa su un concorso al quale dovrebbero avere accesso tutti gli aspiranti docenti in possesso di almeno tre anni di insegnamento. Che dovrebbero essere ammessi senza il previo superamento di una selezione di ingresso. E che dovrebbero essere graduati all’esito della procedura concorsuale e immessi in ruolo scorrendo la relativa graduatoria.

Non è ancora chiaro, alla luce di quanto detto ai sindacati, quale sarà la percentuale di posti e cattedre che sarà riservata ai candidati triennalisti, né la sequenza delle relative operazioni. Per saperlo bisognerà attendere l’emanazione di un atto normativo che recherà le disposizioni di dettaglio. Resta ferma la possibilità per i precari triennalisti di partecipare anche ai concorsi ordinari fruendo della quota di riserva (10%) e della valutazione dei titoli di servizio.

Allo stato attuale, senza modifiche legislative, per accedere all’insegnamento con contratti a tempo indeterminato, bisogna partecipare e vincere un concorso ordinario al quale si accede con la laurea quinquennale (a ciclo unico o 3+2) e 24 Cfu (crediti formativi universitari) acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, garantendo comunque il possesso di almeno sei crediti in ciascuno di almeno tre dei seguenti quattro ambiti disciplinari: 1) pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; 2) psicologia; 3) antropologia; 4) metodologie e tecnologie didattiche. I precari triennalisti, però, a oggi hanno diritto ad una riserva dei posti pari al 10% del numero dei posti e delle cattedre messi a concorso. Di recente è stata introdotta un’ulteriore modifica dalla legge di conversione del decreto-legge sul reddito di cittadinanza e la quota 100, secondo la quale, nel 1° concorso ordinario, che sarà indetto con le regole del nuovo ordinamento, il servizio prestato nelle scuole statali o paritarie sarà valutato fino a un massimo di 20 punti rispetto ai 100 disponibili.

In ciascuna sede concorsuale, la graduatoria dei vincitori per ogni classe di concorso e per il sostegno sarà compilata sulla base dei punteggi riportati nelle prove e nella valutazione dei titoli. Alla valutazione dei titoli sarà riservata fino a un massimo del 20% del punteggio totale.

Tutti i vincitori avranno diritto ad essere immessi in ruolo anche dopo la perdita di efficacia della graduatoria dei vincitori, la cui durata è fissata in due anni dalla data della pubblicazione. Per vincitori si intendono i candidati collocati in graduatoria in posizione utile per coprire i soli posti messi a concorso. I vincitori avranno anche diritto di scegliere la sede di destinazione tra le istituzioni scolastiche che presenteranno posti vacanti e disponibili. La scelta avverrà in ordine di punteggio e secondo i posti disponibili nella regione in cui avranno concorso.

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Cosa hanno chiesto i sindacati e cosa dice oggi la normativa ultima modifica: 2019-05-28T13:22:15+02:00 da
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