di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 30.9.2019
– La freddezza del ministro dell’Istruzione nei confronti dei simboli religiosi a scuola, crocifisso compreso, al fine di salvaguardare l’Istruzione “laica”, non piace all’ex titolare del Miur Maria Stella Gelmini.
“Non impedisce di parlare di altre culture e religioni”
“Il crocifisso non è un elemento di arredo, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese”, dice l’on. Gelmini, oggi presidente dei deputati di Forza Italia.
Riferendosi sempre al simbolo del cattolicesimo, la forzista sostiene che “la sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa”.
La “smania” di Fioramonti…
L’on. Maria Stella Gelmini si augura, infine, che la posizione dell’attuale ministro dell’Istruzione non crei dissapori all’interno delle scuole.
“La speranza – continua la deputata di Forza Italia – è che nella sua smania di tassare (riferendosi all’Iva ‘intelligente’ proposta dal ministro Lorenzo Fioramonti n.d.r.), non proponga di introdurre un balzello a carico di qualche professore con un crocifisso al collo o di giustificare uno sciopero contro i dirigenti scolastici che hanno mantenuto il simbolo della cristianità all’interno degli istituti”.
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Crocifisso in classe, Gelmini dice sì e bacchetta Fioramonti: non è un elemento d’arredo ultima modifica: 2019-10-01T04:31:16+02:00 da