Didattica

DDI: fermiamo il massacro

 di Piero Morpurgo, dal profilo Facebook di Roars, 16.12.2020.

DAD e DDI esprimono il simbolo del nulla, della ossessione burocratica di annotare e classificare presenze che non hanno prodotto conoscenze; la frenesia non è nuova: l’insegnante deve accumulare ore di corsi di formazione e se invece ha letto 100 libri allora questo non vale.

Questa mania di legare ore di presenza a tempi di apprendimento era già folle prima della pandemia; tuttavia ora con la DDI sta diventando un vero e proprio massacro. L’e-learning (si chiama così) prevede tempi e metodi diversi dalla didattica in presenza.

Ovviamente l’obiettivo dell’e-learning è il garantire l’apprendimento, ma non può e non deve essere la riproduzione della lezione in aula. Nel tempo si sono formati i LOR (Learning Object Repositories) invero alcuni caotici altri più precisi e penso al Museo di Storia della Scienza di Firenze, alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Dai diversi depositi si possono scegliere i materiali, adattarli e far lavorare su questi gli studenti. L’impegno del docente e dello studente è notevole e non è certificabile con tabelline orarie (tantomeno con orologi marcatempo -illegali- caricati sulle piattaforme).

Prima di analizzare il problema diciamo: che lo Stato ha investito poco o nulla in questa forma di conoscenza e che la convinzione ministeriale è (purtroppo) che la DDI riposi nell’utilizzazione obbligatoria del registro elettronico strumento peraltro condannato più volte da diversi tribunali. Così, invece di porsi il problema di che significhi l’e-learning, ministeriali, docenti, opinionisti si sono fatti prendere dal furore di controllare i tempi dell’impegno di docenti e studenti. In virtù di questa smania, talora avvolta dall’incubo minaccioso del “danno erariale”, gli allievi sono costretti a passare 6 ore al giorno per 6 giorni alla settimana dinanzi a un video con danni devastanti. Il tutto contornato da ossessive rendicontazioni e da fantasiosi modelli per giustificare il recupero orario.

Questa non è Scuola, questo è un massacro. La scuola del Covid è un incubo ha affermato Gino Roncaglia: “quel che credo sia razionale suggerire per i prossimi mesi non è affatto una scuola a distanza sempre, comunque e a tutti i costi: è invece la capacità di modulare presenza e distanza analizzando razionalmente la situazione, con soluzioni che possono benissimo essere diverse per gradi scolastici o situazioni epidemiologiche diverse”. La DDI è una tragedia perché avendo sostanzialmente abolita la didattica asincrona in virtù dell’idea calunniosa per cui così gli insegnanti lavorini meno ha abolito ogni tipo di interazione (insegnante-insegnante; insegnante-studente; studente-studente) la didattica asincrona prevede occasioni di laboratorio con i LO quella sincrona è un’emissione televisiva. Vero è che le stesse criticità si ritrovano in aula con la trasmissione di conoscenze errate e dogmatiche (il pessimismo individuale, storico, cosmico, eroico di Leopardi di cui il poeta non ha mai trattato; la “cornice” del manoscritto ritrovato per i Promessi Sposi una presunta invenzione che invece corrisponde al fascicolo processuale di Paolo Orgiano: verità filologiche non accolte dalla tradizione didattica). Il dogmatismo, che corrisponde a quell’attitudine di fare in aula il dettato, nella lezione sincrona viene enfatizzato e diventa predica e gli studenti vengono massacrati.

Ora qualcuno insorgerà, la scuola e l’università sono il regno del permalo, dicendo che loro non sono dogmatici e sono sicuro che sia così. Tuttavia il problema non cambia: la lezione sincrona è un massacro dogmatico. In verità le piattaforme garantirebbero ad altri docenti di partecipare e di collaborare in modo interdisciplinare alle lezioni di altri: sono montessoriano, membro dell’AMI, e faccio lezione a porte aperte, sono un medievista convinto del motto Universa Universis Patavina Libertas che affascinò Galilei. Purtroppo l’interpretazione burocratica dell’e-learning ha coartato la libertà di insegnamento e massacra gli studenti con stili di apprendimento che non si erano mai visti. Fermare il massacro significa restituire dignità alla funzione docente e dignità all’apprendimento. E il massacro diventerà strage se si annunzierà una sanatoria delle valutazioni.

Piero Morpurgo

www.pieromorpurgo.com

Autore di Guida alle Biblioteche Digitali

https://it.scribd.com/doc/91846497/GUIDA-ALLA-BIBLIOTECHE-DIGITALI

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DDI: fermiamo il massacro ultima modifica: 2020-12-16T21:43:09+01:00 da
Gilda Venezia

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