Gianluca Rapisarda, La Tecnica della scuola 1.12.2016
In occasione di un recente incontro con i sindacati, il Miur ha annunciato che metterà mano alla legge delega sull’inclusione entro la fine dell’anno.
La legge trae origine dalla proposta n. 2444, promossa da FISH e FAND (Federazioni tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), concernente appunto i possibili contenuti dell’emanando decreto delegato sull’inclusione scolastica, con riguardo a una serie di principi qui di seguito elencati:
Sul dibattuto tema della separazione delle carriere dei docenti per il sostegno, preso atto della contrarietà degli attuali docenti specializzati, le Federazioni FISH e FAND sono disposte a rinunciarvi, purché vi sia l’obbligo di permanenza per dieci anni sul posto di sostegno, la mobilità solo come passaggio di cattedra e la continuità didattica sino al completamento di un determinato ciclo di studi da parte dell’alunno seguito.
Ritornando alla delega che, come apprendiamo da una nota, è oggetto di informativa sindacale, trattasi di quella prevista dal comma 181 della legge n.107/2015 – lettera c): promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione.
Durante la recente riunione di cui sopra, l’Amministrazione ha fornito informazioni puntuali soprattutto su:
1. ruolo del personale docente di sostegno;
2. revisione dei criteri di inserimento nei ruoli del sostegno didattico;
3. revisione delle modalità e dei criteri relativi alla certificazione.
Il ruolo dei docenti di sostegno deve essere ridefinito nella direzione di una maggiore formazione. In merito, infatti si punta ad incrementare i crediti previsti per il conseguimento della specializzazione, che dovrebbero essere aumentati a 120 CFU, insieme ad un potenziamento dell’attività di tirocinio.
Quanto alla revisione dei criteri di inserimento nei ruoli del sostegno didattico, l’obiettivo è quello di garantire la continuità del diritto allo studio degli allievi disabili, facendo sì che gli stessi abbiano lo stesso docente di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione (quindi il medesimo insegnante per il sostegno per i 5 anni di scuola primaria, per i 3 anni di scuola secondaria di I grado e per i 5 anni della scuola secondaria di II grado).
Quanto alla certificazione della disabilità, dovrebbe continuare ad essere effettuata dalle attuali commissioni mediche, ma con specialisti adeguati ai minori ossia pediatri e non geriatri. La stessa commissione, poi, integrata da personale scolastico, dovrebbe procedere ad una valutazione “diagnostico-funzionale”, in modo da definire la gravità della disabilità in rapporto alla scuola.
La summenzionata delega prevede anche altri aspetti quali:
Dei sopra riportati aspetti, l’Amministrazioni ha fornito informazioni solo sull’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali e la previsione della garanzia dell’istruzione domiciliare.
I livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali, ha affermato l’Amministrazione, sono già stati individuati (stare a scuola, assistenza scolastica, insegnanti di sostegno, trasporto, assistenza alla mensa…).
Per quanto riguarda l’istruzione domiciliare, essa deve essere prevista dal PEI e resta facoltà del docente aderirvi.
Un’ultima importante precisazione ha riguardato il piano per l’inclusività (PAI) che, alla stregua del PTOF, diverrà triennale.
Tuttavia, nonostante le rassicurazioni del Miur sull’ormai imminente pubblicazione della Delega sull’inclusione entro la fine dell’anno, l’unica cosa certa per noi persone con disabilità è che sul tema si è fatto finora solo “tanto rumore per nulla”.
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