Un buon auspicio di un cambiamento potrebbe essere l’aver, finalmente, indicato una probabile struttura dell’esame di maturità. Almeno per quanto riguarda la composizione della commissione. Ma per il resto ha scontentato un po’ tutti. Basti pensare ai numeri snocciolati. Il giorno prima aveva dichiarato che il 94% degli studenti era raggiunto dalla didattica a distanza. Ventiquattro ore dopo la percentuale era scesa all’80%. Un errore che mostra la confusione in cui ci si muove al ministero. Così, sia le forze di opposizione che quelle di maggioranza hanno sottolineato la poca convinzione nell’intervento della ministra.
Per non parlare del sindacato che resta, più che mai, in posizione conflittuale. “Il dibattito ha messo in evidenza i problemi che – sottolinea qualcuno – vanno affrontati e risolti con un provvedimento organico che metta insieme i puzzle di un mosaico. Un contesto che merita grande unità e consenso. In Italia i ragazzi che non possono accedere agli edifici scolastici sono 8,3 milioni. Sono 6,7 milioni gli alunni raggiunti, attraverso mezzi diversi, da attività didattiche a distanza» – ha detto la ministra Azzolina. Questo significa che c’è un milione e 600mila studenti che sono rimasti esclusi. Le risposte in termini di recupero vanno date a loro come a tutti gli altri.
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