Distanziamento Covid? Bastava far rispettare le regole del 1975

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di Marco Nobilio,  ItaliaOggi  15.9.2020.

Norme più garantiste delle attuali ma mai attuate.

Gilda Venezia

Se tutte le aule fossero state costruite ed adeguate rispettando gli standard di superficie previsti dalle norme in vigore dal 1975, il distanziamento sarebbe cosa fatta e non ci sarebbe bisogno delle mascherine in classe. È quanto si evince confrontando le norme anti-Covid, riportate nelle ultime disposizioni ministeriali, con quelle già in vigore. E cioè le regole contenute nel verbale n. 104 del 31 agosto 2020 del comitato tecnico scientifico, riportate nella nota 1529 emanata dal ministero del 10 settembre scorso, e le misure contenute nel decreto 18 dicembre 1975.

La nota reca alcuni chiarimenti sulle attività in essere per l’avvio dell’anno scolastico e pone in evidenza l’esigenza del distanziamento e le precauzioni da seguire. L’amministrazione ha spiegato che, per garantire il rispetto delle regole anti-Covid-19, la distanza di sicurezza tra le rime buccali dei singoli alunni deve essere di almeno un metro. Se la distanza non potrà essere rispettata, i ragazzi dovranno tenere la mascherina anche in classe. Perlomeno fino a quando l’amministrazione non potrà assicurare il distanziamento con i nuovi banchi monoposto. Che dovrebbero arrivare a breve nelle scuole che ne hanno fatto richiesta. Le mascherine arriveranno a scuola tramite corriere.

La questione del distanziamento pone in rilievo lo scarso grado di vigenza della normativa che fissa gli standard delle superfici, che dovrebbero essere ordinariamente assicurati nelle aule scolastiche. Si tratta delle misure contenute nella tabella 5 del decreto 18 dicembre 1975. Che prevedono 1.80 metri quadri netti per ogni alunno e docente nelle scuole dall’infanzia alla secondaria di I grado e 1,96 metri quadri netti nelle scuole secondarie di secondo grado.

Prendendo a modello una classe di 25 alunni + un docente, per garantire gli standard di superficie previsti dal decreto del ’75, comprendendo anche un minimo di aree di passaggio, sarebbe necessaria un’aula di 46,8 metri quadri. Azzerando i corridoi di passaggio tra i banchi attualmente in dotazione, il distanziamento anti-Covid, sebbene di stretta misura, potrebbe essere garantito se le aule fossero a norma.

Ma siccome i corridoi sono necessari per garantire le vie di fuga, ecco spiegato il perché dei nuovi banchi monoposto che garantiscono un minore ingombro. Che altro non sono se non poltroncine attrezzate con un supporto per scrivere, che occupano uno spazio ridotto rispetto ai banchi monoposto tradizionali. E che hanno le rotelle che ne agevolano lo spostamento. Più facile garantire l’ampiezza minima dell’aula se scende il numero di alunni.

Per esempio, se in un’aula vi sono 21 alunni e un docente, sempre dalla scuola dell’infanzia alla media, la superficie minima scende a 39,6 metri quadri. Resta il fatto, però, che in prima battuta il comitato scientifico aveva previsto un distanziamento di almeno 2 metri tra un alunno e l’altro. Distanziamento che è stato applicato durante gli esami di stato. Ma se questi vincoli non fossero stati rivisti, per rispettarli sarebbe stato necessario dimezzare le classi. Tale ipotesi, peraltro, era stata presa in considerazione dal ministero. Tant’è che la ministra Lucia Azzolina aveva dichiarato pubblicamente che le classi sarebbero state divise in due gruppi e gli alunni avrebbero frequentato a giorni alterni. E mentre un gruppo fosse stato in presenza, l’altro avrebbe seguito la stessa lezione a distanza e viceversa. Ma poi è stata accantonata e, probabilmente, si è preferito ricalibrare le norme anti-Covid sulla base delle risorse esistenti. E cioè dimezzando la distanza tra alunni. Ma anche così, in diversi casi, non sarà possibile rispettare gli standard. Anche se rivisti al ribasso. E bisognerà ricorrere ai dispositivi di protezione individuale.

Il calo demografico in atto (lo scorso anno il numero degli alunni è calato di 60mila unità) potrebbe costituire un’occasione per tamponare questo stato di cose sul medio periodo. Anche in via ordinaria e senza Covid. Ma sarebbe necessario rivedere la normativa sugli organici abbassando il limite massimo di alunni per classe che, ad oggi, prevede la possibilità di inserire in una sola classe anche più di 30 alunni (si veda il decreto del presidente della repubblica 81/2009). E ciò comporterebbe la rinuncia ai risparmi che deriverebbero dalle riduzioni di organico conseguenti agli effetti del calo demografico. Fermo restando che potrebbe costituire una soluzione dell’annoso problema delle classi pollaio e, probabilmente, si tradurrebbe anche in una diffusa maggiore efficacia del processo didattico-apprenditivo. Un minor numero di alunni per classe, infatti, potrebbe consentire anche l’adozione di interventi didattici individualizzati, meno tempo da destinare alle verifiche e alle valutazioni e più tempo da destinare alla didattica in senso stretto. Quanto alle modalità di consegna dei dispositivi di protezione individuale, del disinfettante e dei banchi monoposto, il ministero ha ricordato che la struttura preposta presso il commissario straordinario per l’emergenza Covid ne ha avviato la distribuzione già dal 27 agosto scorso.

La fornitura di mascherine viene effettuata per tutto il personale scolastico e per tutti gli studenti e avviene con cadenza settimanale o bisettimanale, in relazione al numero di alunni e di personale scolastico presenti in ciascuna scuola. A ciascuna istituzione scolastica viene consegnato il quantitativo necessario a garantire la copertura del fabbisogno giornaliero di ciascun alunno e di tutto il personale scolastico. E le consegne vengono effettuate presso la sede principale dell’istituzione scolastica dalle 08.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle18.00.

L’amministrazione centrale ha fatto presente che i giorni e gli orari di consegna variano in relazione al corriere responsabile della stessa. Ed ha raccomandato ai dirigenti scolastici di assicurare la massima disponibilità nel ricevere le consegne, anche considerata la straordinarietà dell’operazione.

In ogni caso, nell’ipotesi in cui la consegna non dovesse andare a buon fine, è previsto un servizio di riconsegna dei materiali previsti. Per quanto riguarda la consegna degli arredi richiesti dalle istituzioni scolastiche (banchi monoposto, sedute standard e sedute didattiche di tipo innovativo), il ministero ha spiegato che circa una settimana prima della consegna degli arredi, i referenti indicati dall’istituzione scolastica saranno contattati dall’azienda fornitrice per definire orari e modalità di consegna. L’azienda fornitrice si occuperà del montaggio dei banchi in apposito spazio che dovrà essere predisposto dall’istituzione scolastica. Sarà invece cura dell’istituzione scolastica la sistemazione dei banchi e delle relative sedute nelle aule, nonché la gestione, in coordinamento con gli enti locali, delle operazioni di smaltimento o deposito dei banchi e delle sedute non più necessarie per l’attività didattica.

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Distanziamento Covid? Bastava far rispettare le regole del 1975 ultima modifica: 2020-09-15T09:31:23+02:00 da
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