di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 9.5.2020
– Sarebbe la prima volta in 26 anni –
L’alto numero di emendamenti al Decreto Scuola n. 22 stanno rallentando l’iter di approvazione al Senato: le quasi 400 richieste di modifica del D.L., anche dei partiti di maggioranza, non si sono rivelate un numero superiore alle aspettative, ma anche ostico da gestire per la loro complessità. Tanto che non sono ancora giunti i pareri di due delle tre commissioni: dovevano arrivare entro giovedì 7 aprile ed invece sia la commissione Bilancio sia quella degli Affari Costituzionali stanno prendendo tempo.
Il problema dei costi
La prima si è soffermata più tempo del dovuto soprattutto sui costi dei diversi emendamenti chiesti per assumere più precari, anche nel concorso straordinario, 40 mila anziché 24 mila ne hanno chiesti ad esempio il Pd e LeU, ma soprattutto per verificare la liceità dell’attivazione di una procedura esclusivamente per soli titoli e servizi (che costerebbe, a sentire il senatore Mario Pittoni, “non più di 700 milioni di euro, poi comunque recuperabili in gran parte attraverso minori contratti da far sottoscrivere ai docenti precari”).
Nemmeno l’abilitazione
Il problema, però, non è solo legato ai costi delle operazioni. Più di qualche dubbio sarebbe stato mosso anche dalla commissione degli Affari Costituzionali, che sta mettendo sotto la lente la possibilità di assumere degli insegnanti senza che abbiano superato non solo un concorso pubblico, ma addirittura privi pure dell’abilitazione all’insegnamento (quella che permette oggi di ottenere il ruolo da GaE su metà dei posti disponibili): secondo i promotori di un emendamento (presentato dai senatori Cangini e Moles, di Forza Italia), l’abilitazione verrebbe infatti conseguita nel corso dell’anno di prova.
La richiesta, in sintesi, è quella di allestire un concorso che, in virtù dell’emergenza Coronavirus e del maxi numero di posti liberi a settembre, dovrebbe portare in ruolo solo sulla base di titoli e servizi svolti. Quindi anche dalla terza fascia d’istituto.
I precedenti solo per gli Ata
In effetti, nel D.P.R. 387 del 9 maggio 1994 sarebbe pure prevista l’immissione nei ruoli dello Stato attraverso la sola presentazione dei titoli: una modalità che però nella scuola è stata sempre e solo adottata per il personale Ata, con la graduatoria cosiddetta dei 24 mesi, e anche di recente con l’assorbimento di 11 mila ex Lavoratori socialmente utili come collaboratori scolastici.
Per l’assunzione a tempo indeterminato dei docenti, invece, almeno negli ultimi 26 anni si è sempre provveduto a svolgere dei concorsi con prove. Certamente riservati, quindi con verifiche decisamente semplificate. Ma pur sempre previa verifica, con tanto di mancate ammissioni nella graduatoria degli idonei.
Senza dimenticare che lo stesso decreto legislativo 165 del 2001 ha alzato ulteriormente l’asticella dei titoli d’accesso e delle verifiche da accertare sulle competenze acquisiti.
Quindi, approvare un emendamento sull’assunzione dei precari con un carnet di soli titoli, consisterebbe nella fatidica “prima volta”. E come tutte le prime volte, si sta arrivando all’appuntamento con una certa preoccupazione.
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Docenti in ruolo con soli servizi, commissioni del Senato dubbiose ultima modifica: 2020-05-09T05:40:59+02:00 da