È arrivato a stretto giro di posta l’intervento della politica per sanare l’insana tradizione italica della reiterazione dei contratti a tempo determinato degli insegnanti di religione precari in servizio su cattedre vacanti: dopo l’intervento della Corte di Giustizia europea di inizio 2022 e della Corte suprema di Cassazione, che alcuni giorni fa è entrata a gamba tesa sulla questione dell’illegittima reiterazione dei contratti a termine, la soluzione all’annoso problema è spuntata dal Senato: un emendamento al decreto legge 36 ha introdotto l’avvio, a breve, di un concorso riservato a tutti i precari di religione che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio, con prova unica orale e graduatoria successiva permanente dove potrebbero collocarsi più di 100mila docenti di religione. Per il sindacato Snadir, promotore dei ricorsi in Europa e in Italia, è dunque arrivata l’attesa svolta. “La Tecnica della Scuola” ne ha parlato con il suo fondatore e segretario nazionale Orazio Ruscica: “Già per settembre ottobre dovrebbero essere pubblicati due bandi – ha detto il sindacalista -, e comunque i ricorsi per esseri assunti rimangono in piedi perché è sempre possibile ricevere i risarcimenti danni”.