Gilda degli insegnanti della provincia di Venezia, 15.4.2020
– Ci ha stupito l’articolo pubblicato in data 15 aprile sulla Nuova Venezia con l’intervista dell’Assessore Danazzan della Regione Veneto e della capogruppo del PD in Regione Veneto Alessandra Moretti.
L’Assessore Donazzan, in continuità con alcune recenti esternazioni, prefigura una scuola aperta con le modalità di didattica a distanza nei mesi estivi per recuperare le ore di lezione perse nell’emergenza COVID 19, tanto i docenti dovrebbero avere solo un mese di ferie. Se fossero tre mesi di ferie l’ineffabile Donazzan dichiara che farebbe anche lei l’insegnante (sic).
Come può facilmente notare chi ha un minimo di esperienza di scuola, si tratta di parole in libertà prive di qualsiasi fondamento di conoscenza di come funziona la didattica a distanza, di come sono strutturate le scuole intese anche come locali scolastici e del contratto di lavoro dei docenti. E se l’assenza di conoscenza appare questione pregiudiziale per chi ricopre la carica di Assessore all’Istruzione della Regione Veneto, ancor più grave risulta la mancanza di buon senso che comunque dovrebbe costituire un indispensabile prerequisito di base per chi si occupa di politica. A meno che non vi siano secondi fini che a modesto avviso di chi scrive potrebbero ricondursi alla pura e semplice campagna elettorale così come parte della nostra tradizione nazional popolare (dai duelli tra Peppone e don Camillo alle più recenti esternazioni di Cettolaqualunque).
Ma la sua esimia partner-avversaria Moretti del PD controbatte proponendo il recupero delle lezioni non fatte in giugno e luglio senza sapere che chi fa didattica a distanza ora sta facendo lezione e sta lavorando molto più di prima.
Le due signore immaginano per le allieve e per gli allievi una vita di fronte al computer in attesa che il settore turistico possa aprire i battenti. La scuola come contenitore senza contenuti in funzione del pil regionale.
Complimenti a tutte e due. Che si fa pur di avere due righe di gloria sui giornali!
La riconduzione dei problemi a basse questioni di natura contrattuale (orario di lavoro, ferie, stipendi) denota – lo riconosciamo – un immane sforzo volto a spiegare fenomeni e mondi del tutto lontani dalle usate stanze solitamente frequentate.
Alla fin fine si tratta di un ottimo alibi da parte di importanti esponenti di due tra i maggiori partiti politici che mai hanno saputo riconoscere, nemmeno sul piano contrattuale, il lavoro di migliaia di insegnanti che in silenzio stanno crescendo e formando i giovani di cui sperano di raccogliere poi voti e consensi.
Con buona pace di tutti i veneti.
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DONAZZAN & MORETTI: un’altra occasione persa per tacere ultima modifica: 2020-04-15T13:20:27+02:00 da