di Pasquale Almirante, La Tecnica della scuola, 25.1.2025.
Tutte le novità dell’incontro tra Ministeri e sindacati.
Metal detector e cani antidroga a scuola, nell’Istituto tecnico-tecnologico Marie Curie, a Ponticelli, periferia est di Napoli, per evitare che in classe possano arrivare armi o sostanze stupefacenti.
E cosìgli alunni sono sottoposti ogni mattina entrando a scuola al controllo di zaini e giubbini, con piena soddisfazione della dirigente che ha avuto il plauso soprattutto dei genitori che hanno “ringraziato per metal detector a scuola”.
Dunque, ci siano arrivati anche noi in Italia all’installazione del metal detector all’ingresso della scuola, come da decenni avviene in molti istituti degli Usa, dove fra l’altro è stata pure richiesta la presenza della polizia o di un vigilante, regolarmente armato.
A New York, per esempio, ci sono già, da decenni, agenti specializzati addetti alla sicurezza delle scuole, i quali hanno installato, dove sono stati chiamati, metal detector per passare al setaccio gli studenti, prima che questi raggiungano le rispettive classi.
E sembra pure che questi agenti specializzati cambieranno a sorpresa il loro itinerario e le scuole selezionate per il test quotidiano sulla presenza di armi portate in classe dagli studenti. E siccome in America le cose si fanno sempre in grande, le scuole in esame saranno pure dotate di sistemi capaci di scannerizzare ragazzi (non sono citati i docenti), precisando che 100 mila ragazzi passano attraverso il detector ogni giorno nel giro di un’ora e mezza. Più di qualunque attrezzato aeroporto internazionale.
Non è sicuramente un belvedere un uomo in divisa e con la pistola al fianco controllare i ragazzi durante l’ingresso a scuola e vederli attraversare il “gate”, diremmo pure le forche caudine, del metal detector, ma tant’è, visto che ormai oltre alla merendina qualche ragazzo porta pure la pistola o il coltello, non certo per tagliare il panino, nello zaino.
E non è nemmeno uno spettacolo educativo edificante, vedere tali ordigni di controllo in una scuola che, per definizione, dovrebbe essere invece il luogo della sicurezza e della protezione, e il chiostro dove si apprende l’arte della vita, oltre che la cultura per capire e interpretare il mondo.
In ogni caso, quando all’epoca la faccenda dei metal detector in alcune scuole delle periferie di grosse città americane venne sollevato, sembrava che in Italia non potesse mai verificarsi un fatto simile, sia per la difficoltà nel reperimento di armi e sia per la rigidità della educazione familiare e scolastica, e invece ci siamo arrivati.
Ma da quelle parti, come è pure noto, in alcuni istituti Usa è obbligatorio lo zaino trasparente per controllare eventuali pistole, insieme al consiglio di dotarsi di corpetti antiproiettili.
Ci auguriamo che a tanto in Italia non si arrivi, ma si continua a discutere ancora attorno all’autorevolezza dei professori, mentre i presidi ne parlano, col risultato di dare addosso ai genitori troppo permissivi e troppo solidali coi loro pargoli neghittosi.
Ma si addossa pure a certa televisione-spazzatura la deriva della scuola, tanto che qualcuno propone, non di demonizzare, ma di studiarne l’intimo linguaggio. Che potrebbe essere un buon suggerimento se avesse una sana ricaduta sugli sponsor, i quali invece sanno sempre e in largo anticipo cosa piace ai giovani. E oggi sembra che a molti di loro piaccia andare in giro armati.
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Dopo le scuole Usa, metal detector anche in Italia ultima modifica: 2025-01-26T03:37:58+01:00 da