di Anna Maria Bellesia, La Tecnica della scuola, 19.2.2021.
Nel suo discorso alle Camere Draghi ha parlato di scuola, evidenziando fra l’altro i “disagi” e le “diseguaglianze” della didattica a distanza, tanto da richiedere quanto prima il ritorno a “un orario scolastico normale per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno”.
A sostegno di questa affermazione ha portato un esempio:
“Un dato chiarisce meglio la dinamica attuale: a fronte di 1.696.300 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, nella prima settimana di febbraio solo 1.039.372 studenti (il 61,2% del totale) ha avuto assicurato il servizio attraverso la Didattica a Distanza”.
Sono numeri che andrebbero chiariti riguardo alla fonte che li ha forniti e spiegati meglio, perché così sono abbastanza incomprensibili.
Certamente la Dad non ha raggiunto tutti gli studenti in tutte la Regioni d’Italia, specialmente all’inizio, quando l’epidemia ha colto alla sprovvista e si è venuta a creare una forte disparità tra le scuole con esperienze pregresse, buona dotazione tecnologica e docenti formati all’uso delle nuove tecnologie e le scuole che movevano i primi passi.
Ma poi l’impegno è stato notevole. Da un lato il ministero dell’istruzione ha stanziato circa 180 milioni per l’acquisto di tablet, computer e schede per la connettività. Dall’altro la stragrande maggioranza dei docenti si è rimboccata le maniche per affrontare l’inedita situazione. Rimane tuttavia il problema delle infrastrutture, che dipendono dagli enti locali, e interessano tanto le scuole quanto le famiglie.
Quanti sono gli studenti rimasti fuori dalla Dad? Negli ultimi mesi i media hanno riferito di alcune ricerche, tutte comunque piuttosto parziali.
Il 9 giugno 2020, il Censis ha pubblicato “La scuola e i suoi esclusi”, indagine condotta su un campione di 2.812 dirigenti scolastici (più del 35% del totale) e realizzata tra il 10 e il 27 aprile 2020, cioè nel periodo più critico. Da allora, in tutte le scuole, la situazione è enormemente migliorata e lo scenario è in continua evoluzione.
Ebbene, nel periodo più difficile, il 60,2% dei dirigenti scolastici ha dichiarato che è rimasta fuori dalle attività didattiche a distanza un percentuale di studenti tra lo 0% e il 5%. Il 39,9% ha invece indicato una percentuale dal 5% a oltre il 10%, con tassi più elevati nelle aree a Sud del Paese. Maggiori difficoltà di coinvolgimento sono emerse nelle scuole del primo ciclo. A essere molto più penalizzati sono gli alunni con disabilità. Secondo l’indagine dell’Istat “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità”, condotta tra aprile e giugno 2020, risulta che oltre il 23% di loro non vi ha preso parte.
Draghi, la DAD e i numeri che non tornano ultima modifica: 2021-02-19T14:57:06+01:00 da
La Voce della scuola, 16.5.2024. Questa mattina a Milano, presso l’ISS Schiaparelli-Gramsci si è svolto…
Informazione scuola, 16.5.2024. Il sottosegretario all'Istruzione Frassinetti ha fornito importanti aggiornamenti sul prossimo reclutamento docenti…
di Teresa Maddonni, Money.it, 15.5.2024. Arretrati bonus mamme lavoratrici pagati a maggio con emissione urgente:…
di Lara La Gatta, La Tecnica della scuola, 15.5.2024. Con l’emissione regolare di maggio 2024,…
di Sara Adorno, La Tecnica della scuola, 15.5.2024. Le ultime notizie sulla presentazione delle domande…
di Francesco Di Palma, La Tecnica della scuola, 15.5.2024. Concorso straordinario riservato ai docenti di…
Leave a Comment