Educazione sessuale, stop fino alle medie

La Tecnica della scuola, 17.10.2025.

Lo sfogo di Galiano: come vietare la geografia perché si teme che si scopra che la Terra è rotonda.

Gilda Venezia

La questione dello stop ad attività di educazione sessuale fino alla scuola secondaria di primo grado, così come disposto da un emendamento al Ddl Valditara sul consenso informato, sta generando critiche, commenti, riflessioni. A prendere parola il docente e scrittore Enrico Galiano, in un articolo pubblicato su Il Libraio.

Lo sfogo

Ecco il suo lungo sfogo: “A scuola, l’educazione sessuo-affettiva non è qualcosa di accessorio. No: oggi sta diventando una vera emergenza nazionale. Uno potrebbe pensare che di ragazzi che considerano il dare dell’omosessuale a un altro siano ormai una minoranza. Vi sbagliate, purtroppo. Come non sono una minoranza quelli che non capiscono cosa ci sia di male a fischiare a una donna, o a farle dei complimenti espliciti sul suo corpo, o addirittura a provarci in modo insistente senza il suo consenso. Come non lo sono quelli che confondono la gelosia con il possesso, l’amore con l’ossessione, la violenza con la passione.

Con questo quadro sconfortante, chiunque con un po’ di lucidità direbbe: be’, meno male che c’è la scuola a riparare i danni di una mancata educazione! Chiunque, sì. Ma non in Italia. Qui andiamo leggermente controcorrente.

Già, qui da noi abbiamo deciso una cosa curiosa: i ragazzi possono essere bombardati ogni giorno da pubblicità sessualizzate, canzoni esplicite, social pieni di corpi e allusioni. Ma se qualcuno prova a spiegare loro cosa tutto questo significhi davvero, quello no: diventa pericoloso.

È l’effetto di un emendamento appena approvato che esclude le scuole medie da ogni progetto di educazione sessuale e affettiva. Tradotto: non se ne deve parlare. E se proprio volete farlo, sarà alle superiori, e comunque serve l’autorizzazione di mamma e papà. Nel 2025, nell’epoca in cui un dodicenne può accedere a qualunque contenuto sullo smartphone, lo Stato italiano decide che l’argomento ‘sessualità’ è troppo delicato per essere affrontato a scuola. È come vietare la geografia perché qualcuno teme che i ragazzi scoprano che la Terra è rotonda.

E questa non è un’iperbole: basta fare due chiacchiere coi dodicenni di oggi per constatare che, nell’ambito delle emozioni, del consenso e della sessualità molti di loro sono ancora dei terrapiattisti. Ma la tragedia si consuma quando i terrapiattisti dell’educazione affettiva hanno potere decisionale.

Altrove, nel frattempo, l’educazione sessuale si fa da decenni. In Svezia la insegnano dal 1955. In Finlandia è parte del programma scolastico, accanto alla matematica. In Olanda la chiamano ‘educazione alle relazioni’: non serve a spingere i ragazzi verso nulla, ma a dare loro le parole per capire ciò che già vivono.

E no, non è successo il temuto disastro morale. È successo che sanno rispettarsi di più, che le gravidanze indesiderate sono calate, che la parola ‘consenso’ è entrata nel vocabolario di tutti.

Da noi invece si preferisce una cura un po’ originale: silenzio, rimozione, tabù.

È l’idea che ‘non parlarne’ significhi proteggere. Come se ignorare qualcosa l’avesse mai fatto sparire. Abbiamo paura che dare nomi alle cose voglia dire sporcarle. O addirittura: indottrinare i ragazzi verso spaventose derive gender, qualsiasi cosa voglia dire. Così finiamo per consegnare i nostri figli a un’educazione parallela fatta di pornografia, pregiudizi e miti tossici — quella che non chiede consenso, non parla di rispetto, non conosce limiti né emozioni.

A scuola si insegna il ciclo dell’acqua, la fotosintesi, la storia del mondo. Ma il ciclo del corpo e delle emozioni, quello no. Meglio che resti misterioso, magari anche un po’ sporco, qualcosa che si scopre da soli o con gli amici, ridendo. Sono proprio curioso: ma di cosa avete paura? Cosa pensate possa succedere, se in classe parliamo di rispetto, se insegniamo a riconoscere le emozioni, a dare loro un nome?

E allora ecco il risultato: un Paese che parla ogni giorno di femminicidi, violenza di genere, abusi, ma poi decide di non fornire ai ragazzi gli strumenti per prevenirli. Un Paese che dice di voler proteggere i giovani, ma in realtà protegge solo le proprie paure. Ci illudiamo di salvaguardare la purezza, e invece stiamo coltivando l’ignoranza. Così non stiamo proteggendo i bambini dai pericoli del mondo. Stiamo solo proteggendo gli adulti dal dover ammettere che il mondo è cambiato”. Insomma, Galiano è palesemente contro questa novità.

L’emendamento

In particolare, è stato approvato un emendamento a prima firma di Giorgia Latini, con cui viene esteso il divieto di poter parlare di tematiche sessuali – oltre che ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria – anche a quelli della scuola secondaria di primo grado. 

Il ddl “in materia di consenso informato in ambito scolastico” poi prevede che i genitori, alla scuola secondaria di secondo grado, siano informati sui corsi che la scuola intende realizzare anche con soggetti esterni in ambito sessuale e che diano il loro assenso scritto. La norma nasce dall’esigenza di evitare che le famiglie non siano rese partecipi di scelte educative che vanno al di là di quanto rientra nella ordinaria didattica.

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Educazione sessuale, stop fino alle medie ultima modifica: 2025-10-18T05:26:01+02:00 da
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