Esame I ciclo: il documento di orientamento per la prova di italiano

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Notizie della scuola,  17.1.2018 

Lo scorso 16 gennaio 2018 il ministro Fedeli e il professor Luca Serianni hanno presentato al Miur il “Documento di orientamento per la redazione della prova d’italiano nell’Esame di Stato conclusivo del primo ciclo”. Il testo è stato elaborato da un apposito gruppo di lavoro, che nei prossimi mesi si dedicherà anche all’esame di Stato del II ciclo.

Il testo è frutto del lavoro di un’apposita commissione di esperti costituita nel luglio scorso e guidata dal noto linguista e composta da Massimo Palermo, ordinario di Linguistica italiana all’Università per stranieri di Siena, Nicoletta Frontani, docente di Lettere presso il liceo classico “Augusto” di Roma, Antonella Mastrogiovanni, docente e collaboratrice dell’Invalsi, Carmela Palumbo, Capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur.

L’obiettivo era quello di definire una serie di interventi operativi per migliorare le competenze nella lingua italiana degli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Il gruppo di lavoro ha fornito, in questa prima fase, la necessaria consulenza tecnica per la produzione delle tre tipologie di prove in cui si articola la prova scritta d’italiano al termine del I ciclo: testo narrativo o descrittivo; testo argomentativo; comprensione e sintesi di un testo, anche mediante richiesta di riformulazione.

La prova di italiano potrà essere strutturata anche in più parti riferibili alle diverse tipologie proposte, che potranno essere utilizzate in maniera combinata all’interno della stessa traccia. Saranno le singole commissioni a predisporre le prove. Il giorno della prova ogni commissione sorteggerà una terna di tracce da sottoporre ai candidati, che ne sceglieranno una.

Per ogni tipologia di prova vengono illustrate nel dettaglio le competenze linguistiche che possono essere maggiormente sviluppate negli studenti. Sono indicati gli accorgimenti da utilizzare nella redazione delle prove, con attenzione ai testi da selezionare e proporre. Infine vengono proposti esempi concreti di prove.

Nei prossimi mesi il gruppo di lavoro porterà la sua attenzione all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo.


DOCUMENTO MIUR 16.01.2018

Documento di orientamento per la redazione della prova d’italiano nell’esame di stato conclusivo del primo ciclo.

Premessa

Il Gruppo di lavoro nominato con DM 10 luglio 2017, n. 499 ha lavorato sulla base dell’art. 8 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62 e dell’art. 7 del DM 3 ottobre 2017, n. 741, redigendo alcune indicazioni sulle prove scritte al termine della scuola secondaria di primo grado, con l’intento di suggerire possibili modalità per verificare le competenze di lingua italiana. Sono necessarie due premesse.

1. La Commissione d’esame può liberamente scegliere quali tipologie di prove proporre nell’ambito di quelle previste dalla normativa e può definire le tracce tenendo conto delle indicazioni nazionali e anche delle situazioni specifiche dei singoli istituti scolastici (1).

2. Indipendentemente dalle prove d’esame si richiama l’attenzione dei docenti sull’opportunità di fare svolgere, in tutti e tre gli anni della secondaria di primo grado, l’esercizio del riassunto (da testi letterari, scientifici, divulgativi o anche da articoli di giornale opportunamente selezionati). Tale attività presenta alcuni requisiti formativi che appaiono di grande importanza anche in vista del felice superamento delle prove d’esame impostate su diverse modalità di esecuzione; e precisamente: verifica la comprensione di un testo dato e la capacità di gerarchizzarne i contenuti, anche attraverso la scansione in macrosequenze; abitua, con la pratica della riformulazione, all’uso di un lessico adeguato; infine, propone ad alunne e alunni testi di natura e destinazione diverse, mostrando loro attraverso il contatto diretto il variare della lingua a seconda della specifica tipologia testuale.

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1. Tipologia a testo narrativo e descrittivo

La narrazione e la descrizione vivono in un rapporto di reciprocità: nei testi letterari le sequenze narrative si intrecciano con quelle descrittive, permettendo al lettore di vedere luoghi e personaggi e seguire il filo delle vicende quasi con gli stessi occhi dell’autore.

Narrare e descrivere tuttavia sono operazioni diverse che presuppongono competenze di scrittura specifiche che le alunne e gli alunni devono apprendere, al fine di utilizzarle con proprietà.

1.1 Il testo narrativo

Rispetto alla complessità del genere narrativo e alla sua varietà, è importante che l’azione didattica persegua costantemente l’acquisizione delle competenze di lettura e di scrittura, e accompagni con gradualità le alunne e gli alunni, fin dal primo anno del ciclo.

La lettura iniziale di brevi racconti dovrebbe essere accompagnata da una serie di esercizi che attestino la corretta comprensione del testo: divisione in macrosequenze e sintesi. Attraverso l’utilizzazione di testi-modello si possono proporre esercizi di riscrittura che prevedano un cambiamento del narratore (interno o esterno alla vicenda, in prima o in terza persona), un intervento sulla temporalità (sequenzialità cronologica di tipo oggettivo, tempo soggettivo, tempo interiore), uno spostamento del punto di vista, l’inserimento di nuovi personaggi e la loro caratterizzazione. Tale pratica consente di rinforzare le competenze linguistiche e di analisi, stimolare la creatività, mettere in moto un circuito virtuoso e collaborativo attraverso lavori individuali e di gruppo, discussioni guidate, eventualmente anche attraverso forme di drammatizzazione. La riflessione sui diversi generi narrativi, sulle tecniche di scrittura e sulle scelte linguistiche dovrebbe essere sviluppata attraverso un apprendimento attivo con esercizi di analisi e di confronto tra testi. Nell’analisi del testo si dovrebbe evitare il ricorso a una tassonomia eccessivamente analitica che rischia di soffocare il piacere della lettura, una delle finalità essenziali dell’azione didattica.

Diversi possono essere gli ambiti che forniscono al docente materiali da cui trarre utili spunti per formulare una traccia, in primo luogo le esperienze di studio: la letteratura, la storia, le scoperte scientifiche, le vite di personaggi famosi (scrittori, artisti, scienziati, sportivi) possono essere argomenti per un racconto che abbia uno scopo prevalentemente divulgativo. La narrazione può trarre spunto da un aneddoto personale o dalla vita familiare, da una vicenda che riguardi il contesto in cui le alunne e gli alunni vivono, con lo scopo di trasmetterne la memoria, di alimentare un ricordo, di condividere un’esperienza significativa. È utile trarre ispirazione da testi letterari per la scrittura di racconti riconducibili a generi narrativi diversi (per es. racconto realistico o fantastico) il cui carattere espressivo potrà essere arricchito dalla presenza di inserti descrittivi.

Le tracce d’esame – che possono essere presentate attraverso un breve testo di carattere letterario (che serva da spunto), una frase chiave, un’immagine – devono contenere indicazioni precise relative alla situazione (contesto), all’argomento (tematica), allo scopo (l’effetto che si intende suscitare), al destinatario (il lettore a cui ci si rivolge). Tali indicazioni non dovranno essere percepite come una limitazione della libertà ideativa quanto piuttosto come strumenti che, insieme alla correttezza linguistica, aiutino ad indirizzare la creatività delle alunne e degli alunni verso una migliore e più efficace forma espressiva.

1.1.1 Esempi di prove: testo narrativo

Primo esempio

«A volte capita di trovarsi in un ingorgo mostruoso e di sentirsi come criceti tra le spire d’un serpente di metallo: nelle macchine tutti suonano i clacson, inveiscono contro la vecchia che ha perso il tempo del semaforo verde, contro il vicino che stringe, contro l’autobus messo di traverso, contro il mondo intero» (Marco Lodoli, Isole. Guida vagabonda di Roma, Torino, Einaudi, 2005)

Scrivi un breve racconto i cui personaggi siano inseriti nell’ambiente descritto nel testo. Immagina che il tuo lavoro sarà letto ai tuoi compagni nell’ambito di un progetto scolastico che, attraverso ricerche e narrazioni, voglia far emergere i problemi della città.

Secondo esempio

«I grandi non c’erano più. Le macchine stavano lì ma loro non c’erano. Le case vuote, le porte aperte. Correvamo tutti da una casa all’altra. Barbara era agitata. -Da te c’è qualcuno?

-No. E da te? -Nemmeno. -Dove sono? -Remo aveva il fiatone -Ho guardato pure nell’orto. -Che facciamo? -Ha chiesto Barbara

Ho risposto: -Non lo so». (Niccolò Ammaniti, Io non ho paura, Torino, Einaudi, 2001)

Traendo spunto da questo brano, scrivi un racconto in cui immagini cosa potrebbero fare dei ragazzi in una circostanza così singolare. Il tuo testo sarà inserito in una raccolta di testi scritti dai tuoi coetanei e sarà letto dai tuoi compagni nei quali vuoi suscitare curiosità ed interesse.

Terzo esempio

Un ricordo che non si cancellerà mai dalla mia memoria Sviluppa questo spunto in un racconto legato ad un episodio della vita scolastica che ti fa piacere ricordare. Il tuo racconto sarà letto durante una festa di fine d’anno e ha come scopo quello di condividere un’esperienza significativa e conservarne il ricordo.

1.2 Il testo descrittivo

Il testo descrittivo ha lo scopo di fornire al lettore la visione di una persona, di un oggetto, di un ambiente, di una situazione, di fenomeni reali o immaginari. La descrizione può avere carattere oggettivo oppure soggettivo: si può descrivere un personaggio o un luogo per come appare, senza considerazioni di carattere personale; in alternativa l’oggetto può essere invece filtrato attraverso il punto di vista e il sentimento dell’autore.

È importante che le alunne e gli alunni si esercitino in questa forma complessa di scrittura poiché la descrizione permette di sviluppare l’osservazione, la memoria, l’immaginazione, educa alla ricerca e all’uso di un lessico preciso, aderente a ciò che si vuole rappresentare, offre la possibilità di coinvolgere più ambiti disciplinari (si può descrivere un quadro, un fenomeno fisico, una pianta). Dal momento che diverse sono le funzioni di questa tipologia testuale (espressiva nei testi narrativi, persuasiva in quelli argomentativi, informativa in testi espositivi o volti a finalità pratiche), saper descrivere con precisione è un utile esercizio che può servire agli alunni per esporre meglio un argomento di studio o per convincere qualcuno con maggiore efficacia delle proprie opinioni.

Il riconoscimento delle diverse tecniche può avvenire attraverso esercizi di confronto tra testi con diverse funzioni, tra una descrizione oggettiva ed una soggettiva, tra testi che descrivono lo spazio procedendo secondo punti di vista diversi; potrebbe essere utile presentare alla classe brevi sequenze cinematografiche e far notare le differenze tra alcuni tipi di inquadrature.

È possibile sviluppare le abilità di scrittura relative a questo genere, puntando sulle competenze grammaticali e lessicali: il corretto uso dei tempi verbali e dei riferimenti spaziali, l’arricchimento del vocabolario di base. Gli esercizi di riconoscimento e completamento sono molto utili per riflettere, ad esempio, sulla differenza tra le parole astratte e quelle concrete, sui rapporti tra le parole (sinonimia e antinomia), sulle alterazioni (diminutivo, accrescitivo, vezzeggiativo, peggiorativo, affettivo), sul rapporto tra la parola e il contesto, sui significati denotativi e connotativi, sulla polisemia, sui rapporti semantici. Per accrescere le potenzialità espressive e rendere più ricca la descrizione è bene anche avviare al riconoscimento e all’utilizzazione di alcune figure retoriche (similitudine, ossimoro, perifrasi, climax ecc.).

Come per il testo narrativo, nella traccia è bene esplicitare situazione, argomento, scopo, destinatario, tenendo presente che la funzione orienta il carattere della descrizione: oggettiva per la funzione informativa, soggettiva per la funzione espressiva, oggettiva o soggettiva per la funzione persuasiva. Uno stesso argomento può essere quindi declinato in modi diversi. Gli spunti possono essere tratti dalle esperienze di vita degli alunni (la scuola, la famiglia, gli amici, la città, un viaggio ecc.), o anche dalla visione di un’immagine (un dipinto, una foto, un paesaggio reale o immaginario ecc.).

È importante che la traccia sia chiara nelle sue richieste e che lasci spazio ad una certa libertà di scelta per permettere alle alunne e agli alunni di esprimere la propria creatività.

1.2.1 Esempi di prove: testo descrittivo

Primo esempio

Osserva attentamente la riproduzione del dipinto di Pierre-Auguste Renoir, Pomeriggio dei bambini a Wargemont. Dopo aver descritto in modo oggettivo uno dei personaggi presenti nel quadro, soffermati sulle impressioni che suscita in te questa immagine.

Secondo esempio

La tua scuola si è gemellata con un istituto di un’altra regione italiana. Ti è stato affidato il compito di pubblicare sul sito web una descrizione del quartiere o del territorio in cui è situata la tua scuola. Il tuo testo è indirizzato agli alunni dell’altro istituto ed ha lo scopo di fornire loro informazioni sugli aspetti urbani/paesaggistici e sui luoghi di socializzazione delle ragazze e dei ragazzi della tua età.

Terzo esempio

C’è un oggetto che desideri avere da tanto tempo, ma temi che i tuoi genitori non siano propensi ad acquistarlo. Cerca di convincerli con una descrizione che metta in luce le qualità dell’oggetto ed insieme contenga un’efficace e convincente argomentazione circa i motivi per cui vuoi averlo.

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2. Tipologia B: testo argomentativo

Nella comune opinione il testo argomentativo è quel testo nel quale viene posta una tesi ­sostenuta da più argomenti, favorevoli o contrari – che si sviluppa con ragionamenti stringenti. Affronta solitamente complessi temi di carattere scientifico-matematico. La sua struttura è rigida e vincolata; il lessico rigoroso, specialistico e di non facile accessibilità.

Eppure, se si pensa che l’argomentare è, come il narrare, atto linguistico primario, si deve riconoscere che tale atto è legato ai bisogni elementari di ogni studente. Argomenta in forme semplici il bambino che esprime motivatamente una sua opzione; argomenta in forme più articolate, ma pur sempre elementari, lo studente che cerca di giustificare le proprie scelte.

Per tali ragioni lo studente dovrebbe essere educato, con attenta gradualità, a motivare in forme sempre più complesse le proprie prese di posizione. L’azione didattica dovrebbe quindi mirare a seguire un percorso che consenta al ragazzo e alla ragazza, già alla fine dei primi otto anni di scuola, di esprimere una opinione o tesi, di sostenerla con argomenti efficaci e con un linguaggio proprio. L’obiettivo finale è di rendere lo studente capace di costruire testi orali e scritti che – per la loro ‘architettura’ – risultino ben strutturati e reggano al confronto con altri interlocutori e con altri testi. Come viene auspicato nei documenti europei (2), l’educazione all’argomentare prepara all’esercizio di una cittadinanza consapevole.

Lo studente potrà sviluppare un testo argomentativo nel quale, dati un tema in forma di questione o un brano contenente una tematica specifica, esporrà una tesi e la sosterrà con argomenti noti o frutto di convinzioni personali. Il testo dovrà essere costruito secondo elementari procedure tipiche del testo argomentativo, eventualmente con l’esposizione di argomenti a favore o contro. Il lessico dovrà essere appropriato, e lo sviluppo rigoroso e coerente. Nella traccia dovranno essere richiamate caratteristiche e procedimenti propri dell’argomentare.

L’argomentazione scritta può assumere forme diverse, fra cui:

– dialogo tra due interlocutori con opinioni diverse che si confrontano su un tema ben definito;

– sviluppo di una tesi data rispetto alla quale si chiede di contro-argomentare;

– redazione del verbale di una discussione che deve portare a una decisione;

– riscrittura di un breve testo argomentativo conseguente alla assunzione di un punto di vista diverso rispetto a quello dato nel testo di partenza.

2.1 Esempi di prove: testo argomentativo

Primo esempio Leggi il seguente brano tratto dal Marcovaldo di Italo Calvino.

«Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altre terre. Un giorno, sulla striscia d’aiola d’un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore, e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcovaldo che proprio lì prendeva ogni mattina il tram. Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, pur studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulla sabbia del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai; non c”era tafano sul dorso d’un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento; scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e le miserie della sua esistenza» (Italo Calvino, Romanzi e racconti, Milano, Mondadori)

Per Marcovaldo, la vita in campagna permette di seguire il ciclo delle stagioni, di amare la natura, di evitare il traffico e la frenesia della città: per questo egli pensa che sia meglio vivere in campagna piuttosto che in città. Rispetto alla affermazione è meglio vivere in campagna piuttosto che in città esprimi la tua opinione e argomenta il tuo assenso o il tuo dissenso. Nel testo devi indicare una tesi di partenza, le ragioni o gli argomenti a sostegno della tua tesi e gli eventuali riferimenti a testi o autori che aiutino a sostenere questa tua tesi.

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3. Tipologia C: comprensione e sintesi di un testo letterario, divulgativo, scientifico, anche attraverso richieste di riformulazione

Riscrivere un testo è attività particolarmente efficace per lo sviluppo di abilità linguistiche tra loro complementari: lo è innanzitutto per lo scrivere (si impara a scrivere dallo ‘scrittore esperto’; si impara a scrivere da modelli); lo è subito dopo per il leggere e il capire. Queste due ultime abilità richiedono che lo studente sappia riconoscere e mettere in rapporto gerarchico le informazioni, individuare lo scopo di un testo e la forma che lo caratterizza. L’attività di riscrittura di un testo può assumere forme diverse quali ad esempio:

– la riscrittura parafrastica per allargamento, in particolare di un testo poetico;

– la riscrittura riassuntiva, per riduzione;

– la riscrittura plurima per sintesi sempre più stringenti;

– la riscrittura con selezione delle informazioni.

La riscrittura è un’attività fortemente educativa per l’impegno che richiede e per i vincoli che impone, ed è propedeutica all’affinamento delle tante scritture che lo studente dovrà affrontare nel corso degli studi e, in prospettiva, nella vita professionale.

Una prova del genere rappresenta anche un’occasione per verificare l’effettiva comprensione di un testo dato, attraverso domande a risposta chiusa che propongano affermazioni ricavate dal testo, secondo l’alternativa vero/falso o attraverso domande a risposta multipla.

Lo studente, dato un testo letterario – una poesia o un breve testo narrativo – dovrebbe dimostrare, attraverso una corretta riscrittura, di averne colto il senso globale. Dovrebbe inoltre essere in grado di sviluppare una breve analisi riferita alle scelte lessicali, all’uso della sintassi, alle tecniche usate dall’autore per coinvolgere il lettore.

Nel caso di un testo poetico, dovrebbe individuare alcune tra le più note e frequenti figure retoriche.

Nel caso di un testo di divulgazione scientifica o di manualistica scolastica o di cronaca o commento giornalistici, lo studente dovrà farne un breve riassunto dopo averne valutato e selezionato le informazioni. Molto opportuna può essere la richiesta di scandire il testo in macrosequenze, assegnando un titolo a ciascuna di esse.

3.1 Esempi di prove comprensione e sintesi

«Per la verità non amo molto viaggiare. Tutti i miei viaggi li ho affrontati malvolentieri, la realtà dei nuovi paesi equivale a quella dei vecchi. Le città mai viste, arrivandoci, mi preoccupano anzi come vere e proprie persone che bisogna attentamente conoscere se non si vuol correre il rischio di legarvisi con una amicizia inutile e precipitosa. Il traffico, gli abitanti, certe frasi che si colgono al volo, le risposte del garzone del bar, le sfumature del nuovo dialetto, invece di interessarmi, ormai mi rattristano. Non ho tralasciata l’abitudine giovanile di tenere in tasca un quadernetto, ma gli appunti che vi trovo, alla fine, sono così futili! E ciò che di rado nel mio ambiente mi colpisce, ossia che la vita scorre ogni giorno e una volta per sempre, mi si rivela altrove irreparabilmente vero. È negli specchi degli alberghi che mi accorgo di essere invecchiato….» (Ennio Flaiano, Diario notturno, Milano, Adelphi, 1994, con adattamenti).

1. Leggi questo brano di Ennio Flaiano e individuane l’affermazione di fondo. Trascrivila, fingendo di essere l’autore, completando l’attacco che ti viene dato; dal momento che sei l’autore, riprendi e riusa parole e frasi del testo.

Il viaggiare mi fa capire che ……

2. Trascrivi almeno due motivi che spingono lo scrittore a non amare i viaggi. ……. …….

3. Perché secondo lo scrittore è un rischio amare città mai viste? Rispondi motivando brevemente la tua risposta.

4. Riscrivi il breve testo guardando al viaggio con gli occhi e l’entusiasmo di un giovane.

5. Sostituisci le parole o espressioni sottolineate con altre parole o espressioni equivalenti come significato, senza però modificare il senso del testo.

«Per la verità non amo molto viaggiare. Tutti i miei viaggi li ho affrontati malvolentieri, la realtà dei nuovi paesi equivale a quella dei vecchi. Le città mai viste, arrivandoci, mi preoccupano anzi come vere e proprie persone che bisogna attentamente conoscere se non si vuol correre il rischio di legarvisi con una amicizia inutile e precipitosa. Il traffico, gli abitanti, certe frasi che si colgono al volo, le risposte del garzone del bar, le sfumature del nuovo dialetto, invece di interessarmi, ormai mi rattristano. Non ho tralasciata l’abitudine giovanile di tenere in tasca un quadernetto, ma gli appunti che vi trovo, alla fine, sono così futili! E ciò che di rado nel mio ambiente mi colpisce, ossia che la vita scorre ogni giorno e una volta per sempre, mi si rivela altrove irreparabilmente vero. É negli specchi degli alberghi che mi accorgo di essere invecchiato….»

1. …………………..; 2. ………………….; 3. ……………….; 4. ………………………

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4. Prova strutturata in più parti, riferibili alle tipologie A), B), C)

In questo tipo di prova lo studente è chiamato a dimostrare globalmente le competenze necessarie per la gestione dei testi: lettura e comprensione, individuazione di gerarchie nelle informazioni contenute, analisi della lingua e del lessico, abilità nel riformulare un testo e nel realizzare una produzione scritta autonoma in relazione a un genere testuale, una situazione, un argomento e uno scopo. La prova può avere come punto di partenza un testo letterario o non letterario e si compone di più sezioni: presentazione del testo, domande per verificarne la comprensione, riscrittura del testo o di sue parti, produzione autonoma di tipo narrativo, descrittivo o argomentativo a partire da argomenti presenti nel testo.

Esempio di prova che contempla le tipologie A e C

«I DRAGHI

Il drago (corpo di rettile, artigli affilati, ali di pipistrello e alito fiammeggiante), in molte saghe della cultura occidentale del passato ha rappresentato l’incarnazione del male. Gli eroi dovevano spesso confrontarsi con questo feroce mostro: forse conosci la leggenda di San Giorgio che, valoroso soldato dell’imperatore Diocleziano, avrebbe ucciso un dragone liberando così la figlia di un re. Tuttavia in altre tradizioni, per esempio in Oriente, i draghi sono stati riconosciuti come simbolo di saggezza e di fortuna.

Ma i draghi non sono solo animali immaginari: vivono tra noi. Non sputano fuoco né mangiano uomini come quelli delle saghe: sono rettili e pesci che vanno da poche decine di centimetri a più di due metri di lunghezza. Vediamo ora alcuni strani animali che si sono meritati questo temibile appellativo.

Il drago volante (Draco volans)

È una lucertola lunga circa 20, cm, è diffusa in Indonesia e ha una piccola membrana tra le zampe anteriori e i fianchi che gli permette di planare lanciandosi tra gli alberi.

Il drago barbuto (Pogona vitticeps)

È un rettile che vive in Australia e Tasmania, è lungo 60-70 cm e possiede squame appuntite, come una specie di barba, sulla gola e anche sui fianchi.

Il drago di Komodo (Varanus komodoensis)

Nella piccola isola indonesiana di Komodo, nel 1912 è stata scoperta la più grande specie di lucertola esistente sulla Terra, che può arrivare a 3 metri di lunghezza e 165 chilogrammi di peso. Pur esistendo da milioni di anni ed essendo simile agli antichi fossili del Pleistocene, questo sauro è rimasto nascosto agli occhi della scienza fino al secolo scorso. Il drago (conosciuto anche come varano) di Komodo è il più grande predatore dell’isola, grazie a ghiandole velenifere e a una saliva carica di batteri. Mangia di tutto, può attaccare pecore e capre e, se disturbato, morde anche l’uomo. È un animale protetto da leggi e convenzioni internazionali» (Da Focus junior, con adattamenti).

Dopo aver letto il testo rispondi alle seguenti domande.

Comprensione globale

1) In alcune tradizioni e culture ai draghi sono associate virtù positive |_| V |_| F [V]

2) Gli animali realmente esistenti chiamati comunemente draghi sono tutti di grandi dimensioni (oltre il metro di lunghezza) |_| V |_| F [F]

3) Secondo te, perché animali reali così diversi sono accomunati dal medesimo appellativo di “drago”?

|_| Sono rettili di aspetto insolito rispetto a quelli più comuni

|_| Hanno le ali e sputano fuoco

|_| Sono rettili o pesci di aspetto insolito rispetto a quelli più comuni [X]

|_| Sono tutti pericolosi per l’uomo

Comprensione puntuale

1) Con quale parola sostituiresti saghe?

|_| Leggende [X]

|_| Feste

|_| Resoconti

|_| Storielle

2) Il fossile è un organismo animale o vegetale appartenente a lontane ere geologiche: |_| V |_| F [V]

3) La membrana è un ossicino |_| V |_| F [F];

4) Con quale parola o espressione sostituiresti il verbo planare?

|_| Precipitare

|_| Volare in discesa [X]

|_| Scendere in picchiata

|_| Dondolarsi

5) Il drago di Komodo appartiene alla specie delle lucertole |_| V |_| F [V]

6) Il drago di Komodo è noto agli scienziati da molti secoli |_| V |_| F [F];

Sintesi e riscrittura

1) Riassumi il testo riducendo il testo all’incirca alla metà

2) Immagina un titolo più lungo per il testo, che inizi così: “I draghi: ……”

Produzione libera

3) Immagina di trovarti su un’isola deserta e di incontrare un animale che non hai mai visto prima, dalle caratteristiche insolite e fantastiche. Descrivilo dettagliatamente. Poi racconta che cosa fa l’animale quando ti vede e le emozioni che suscita in te l’incontro.


(1) Ad esempio: presenza di studenti con bisogni educativi speciali e disturbi specifici di apprendimento, di studenti di recente immigrazione, di situazioni di particolare disagio ambientale ecc.

(2) Cfr. ad esempio la Raccomandazione del parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE) e il DM. 139 del 22 agosto 2007, “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione (nello specifico Allegato 2)”.

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