Esame terza media 2018, il nuovo tema. Cos’è la traccia argomentativa?

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di Orsola Riva, Il Corriere della sera, 25.5.2018

– Da quest’anno oltre al tema tradizionale e al riassunto la Commissione d’esame potrebbe scegliere anche una traccia di tipo argomentativo: ecco come farla.

Una delle novità del nuovo esame di terza media di quest’anno è il tema. Tra le tre tracce possibili, oltre al cosiddetto testo narrativo – il tema nel senso più tradizionale del termine – i ragazzi potranno essere chiamati a cimentarsi con due tipologie di prove inedite: da un lato il riassunto, dall’altro il testo argomentativo. Quest’ultimo è quello più «misterioso» agli occhi dei nostri figli. Cosa s’intende per testo argomentativo? Per chiarirlo può servire andare a sbirciare nel «Documento di orientamento per la redazione delle tracce della prova scritta di italiano per l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione», la nota pubblicata dal Miur a gennaio proprio per spiegare ai docenti prima ancora che agli studenti i punti oscuri della nuova prova d’esame. I tecnici del ministero la prendono alla larga spiegando che l’argomentazione è un’attività connaturata all’uomo: «Argomenta in forme semplici il bambino che esprime motivatamente una sua opzione; argomenta in forme più articolate, ma pur sempre elementari, lo studente che cerca di giustificare le proprie scelte. Per tali ragioni lo studente dovrebbe essere educato, con attenta gradualità, a motivare in forme sempre più complesse le proprie prese di posizione». Perché – soggiunge il documento – l’educazione all’argomentare prepara all’esercizio di una cittadinanza consapevole.

Dalla «disputatio» al «debate»

Giusto, anzi sacrosanto. Peccato però che i ragazzi che quest’anno affronteranno l’esame di terza media non si siano mai cimentati con una prova del genere. La nota del Miur sottolinea la necessità di «far seguire ai ragazzi un percorso che consenta loro alla fine dei primi otto anni di scuola di essere capaci di esprimere un’opinione e sostenerla con argomenti efficaci e un linguaggio proprio». Ma questo genere di attività finora non era prevista dai programmi ministeriali. Semmai era lasciata all’iniziativa dei singoli docenti, magari rifacendosi alla metodologia anglosassone del «debate», che affonda le sue radici nella «disputatio» medievale e prima ancora nella grande oratoria latina. Nelle scuole inglesi e americane è materia corrente, da noi roba da avanguardie didattiche. Si tratta di dividere la classe in squadre che dibattono un certo argomento assegnato dal docente sostenendo due tesi opposte. Alla fine non vince chi ha ragione ma chi ha saputo meglio sostenere il proprio punto di vista. In genere però il «debate» si sperimenta alle superiori, non alle medie. Perciò, qualora la Commissione d’esame dei nostri figli decidesse di scegliere proprio una traccia di tipo argomentativo, i nostri figli si troveranno di fronte a un quasi perfetto sconosciuto.

L’esempio del Marcovaldo di Calvino

«Lo studente – spiega la Nota – potrà sviluppare un testo argomentativo nel quale, dati un tema in forma di questione o un brano contenente una tematica specifica, esporrà una tesi e la sosterrà con argomenti noti o frutto di convinzioni personali. Il testo dovrà essere costruito secondo elementari procedure tipiche del testo argomentativo, eventualmente con l’esposizione di argomenti a favore o contro. Il lessico dovrà essere appropriato, e lo sviluppo rigoroso e coerente. Nella traccia dovranno essere richiamate caratteristiche e procedimenti propri dell’argomentare». Detto altrimenti: dato un certo brano contenente una certa tesi, lo studente dovrà provare a dire la sua, cercando di trovare gli argomenti giusti per sostenere il proprio punto di vista. Il tutto usando un linguaggio chiaro e convincente (hai detto niente!).
L’argomentazione scritta – spiegano ancora dal Miur – potrà assumere forme diverse, fra cui:
1. dialogo tra due interlocutori con opinioni diverse che si confrontano su un tema ben definito;
2. sviluppo di una tesi data rispetto alla quale si chiede di contro-argomentare;
3. redazione del verbale di una discussione che deve portare a una decisione;
4. riscrittura di un breve testo argomentativo conseguente alla assunzione di un punto di vista diverso rispetto a quello dato nel testo di partenza.
Come esempio il Ministero ha scelto un brano tratto dal Marcovaldo di Calvino in cui il protagonista spiega perché secondo lui è meglio vivere in campagna anziché in città. Al ragazzo è richiesto di «esprimere la sua opinione e argomentare il suo assenso o dissenso. Nel testo devi indicare una tesi di partenza, le ragioni o gli argomenti a sostegno della tua tesi e gli eventuali riferimenti a testi o autori che aiutino a sostenere questa tua tesi».

Che dire a questo punto? In bocca al lupo, ragazzi!

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Esame terza media 2018, il nuovo tema. Cos’è la traccia argomentativa? ultima modifica: 2018-05-26T08:28:30+02:00 da
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