di Orsola Riva, Il Corriere della sera, 19.4.2018
– Il nuovo esame di Stato ridisegnato dalla Buona Scuola prevede solo tre scritti: italiano, matematica e un’unica prova mista suddivisa in due parti: la prima in inglese e la seconda nell’altra lingua comunitaria studiata dai ragazzi. Con un unico voto finale in cui è impossibile distinguere il livello raggiunto in ciascuno dei due idiomi.
E’ una delle materie più colpevolmente neglette dai ragazzi delle medie: la seconda lingua comunitaria – francese, spagnolo o tedesco – che la Riforma Moratti ha introdotto come obbligatoria ma che in realtà, fin dall’inizio, ha goduto di una ridotta considerazione sia a causa dell’orario – solo due ore alla settimana contro le tre dell’inglese – sia per il fatto che la maggior parte degli studenti l’abbandonano alle superiori. Non solo: le scuole, sentite le famiglie, possono anche decidere di non usufruirne per nulla utilizzando le due ore per potenziare l’insegnamento dell’inglese, con buona pace delle raccomandazioni europee per l’apprendimento di almeno due lingue straniere. Come se non bastasse da quest’anno non sarà più una prova separata all’esame di terza media con un suo voto a parte che entra nel calcolo del voto finale alla pari con le altre prove (italiano, matematica, inglese). No, in un’ansia di semplificazione che rischia di produrre più confusione che altro, in base ai decreti attuativi della legge 107, la cosiddetta Buona Scuola, il poco francese tedesco o spagnolo che i nostri ragazzi imparano nei tre anni di medie entrerà a far parte di un’unica prova scritta suddivisa in due sezioni: la prima, più difficile, volta a valutare le competenze raggiunte in inglese, che in base alle indicazioni nazionali debbono corrispondere al livello A2 (pre-intermediate). La seconda dedicata appunto all’altra lingua comunitaria per la quale ci si accontenta di un livello A1 (elementary).
Due lingue, un voto solo
Questo ircocervo, questa prova mista anglo-francese (o anglo-tedesca o anglo-spagnola) potrà consistere: in un questionario di comprensione di un testo a risposta chiusa e aperta; nel completamento, nella riscrittura o nella trasformazione di un testo; nell’elaborazione di un dialogo; in una lettera o email personale; nella sintesi di un testo. Alla fine i ragazzi riceveranno un voto unico che farà media insieme agli altri due scritti (italiano e matematica) e all’orale e, insieme al voto di ammissione, determinerà il voto finale dell’esame. Con il risultato paradossale che, solo per fare un esempio, se uno studente è da 10 in inglese e da 4 in francese prenderà 7: un voto che non dà ragione né degli ottimi risultati raggiunti in una lingua, né di quelli pessimi raggiunti nell’altra. In realtà la cosa sarà anche più complicata: perché, come chiaramente indicato sia dal decreto ministeriale n. 741 che dalla nota ministeriale n. 1865, alle tre prove scritte come pure all’orale va attribuito un voto da uno a dieci senza utilizzare frazioni decimali. Il che vuol dire che nella prova di lingue straniere il voto non può essere calcolato facendo semplicemente la media fra inglese e seconda lingua perché la media matematica potrebbe comportare appunto dei decimali. Il Miur ha fatto sapere alle scuole la prova dovrà essere costruita in modo che ogni parte abbia un «peso» che consenta di raggiungere un voto finale unico e netto. Cioè? Cioè toccherà alla singole commissioni d’esame districarsi in modo da rispettare la legge senza incorrere in possibili contestazioni da parte dei genitori per come sono stati pesati i voti nelle due diverse sezioni. Nemmeno nella Certificazione delle competenze raggiunte che quest’anno le famiglie riceveranno insieme al diploma di terza media sarà possibile distinguere l’inglese dal francese (tedesco o spagnolo). Il livello raggiunto sarà uno solo per entrambe le lingue (avanzato, intermedio, base o iniziale) indipendentemente dal fatto che uno studente possa essere madre lingua francese tedesco o spagnolo e una capra in inglese o viceversa. Solo l’Invalsi, che da quest’anno esce dall’esame ma viene allegato al curriculum, certificherà, insieme ai livelli conseguiti in italiano e matematica, anche quello raggiunto in inglese e solo in inglese.