Esplora il significato del termine: La “buona scuola” dimentica i disabili 23 GIUGNO 2015 | di Marco PiazzaLa “buona scuola” dimentica i disabili

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di Marco Piazza  Invisibili,  23.6.2015.

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Tanto buona rischia di non essere, la “buona scuola” di Renzi.  Sempre che vada in porto la riforma e che il premier trovi la quadra tra opposizione interna e sindacati, c’è il rischio concreto che a settembre, alla riapertura dei cancelli scolastici, decine di migliaia di studenti con disabilità varie si ritrovino senza il servizio di trasporto gratuito, senza l’assistenza in classe e con barriere architettoniche di vario genere.

Dipende da un’altra “buona” riforma del governo Renzi, quella che abolisce le province, contenuta nella legge Del Rio numero 56 del 2014. La normativa aveva stabilito che le province dovessero cedere le competenze legate al trasporto, all’assistenza scolastica e all’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici scolastici (la ristrutturazione delle scuole, altra priorità di Renzi, ricordate?) e aveva assegnato alle regioni il compito di deliberare entro il 31 dicembre dello scorso anno a chi dovessero essere attribuite queste competenze, sottratte alle province.

Ad oggi pochissime regioni hanno deliberato in proposito, ma anche in questi pochi casi o non è precisato a quale ente vengono attribuite tali competenze (regioni, città metropolitane, consorzi di comuni, singoli comuni) o sono assegnati fondi del tutto inferiori a quelli in precedenza stanziati dalle province.

Le scuole pubbliche italiane sono frequentate da circa 210 mila studenti disabili, mentre in quelle paritarie ne studiano 15 mila. Tra questi ci sono disabili sensoriali (ciechi, sordi, sordo ciechi), disabili motori e disabili intellettivi (autistici, persone con sindrome di Down, etc).

È proprio il presidente dell’associazione italiana persone Down, Mario Berardi, a lanciare l’allarme: “Denunciamo una situazione di profonda confusione con cui molte famiglie italiane vanno in vacanza senza sapere chi assisterà il prossimo anno i loro figli con disabilità a scuola. Per molte di queste famiglie l’assistenza scolastica è un elemento fondamentale per l’inserimento scolastico per altre è condizione di qualità”.

“Negli ultimi anni è cresciuto moltissimo il numero delle persone con Sindrome Down inserite nelle scuole superiori, – continua Berardi – per le quali la figura dell’educatore rappresenta lo strumento per la realizzazione di progetti orientati all’autonomia e all’alternanza scuola lavoro. Per questo rivolgiamo un appello al Governo affinché, nel caso in cui le singole Regioni non provvedano entro giugno, voglia avvalersi dei poteri di intervento sostitutivo nei confronti delle regioni inadempienti (ai sensi dell’art. 120 della Costituzione) dal momento che il diritto al trasporto scolastico, all’assistenza scolastica ed all’eliminazione delle barriere architettoniche sono stati considerati dalla Corte Costituzionale livelli essenziali relativi alle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”.

Rincara la dose Tillo Nocera, esperto di scuola per la Fish (federazione italiana superamento handicap): “La situazione è disastrosa. I tempi sono quasi scaduti, se si pensa che, fino ad oggi, entro il mese di giugno le province emanavano le delibere per far partire i servizi a settembre, con la ripresa delle scuole. E che molte regioni, fresche di elezioni, devono ancora nominare la giunta”.

“La settimana prossima una delegazione della Fish dovrebbe essere ricevuta a Palazzo Chigi – spiega Nocera – il problema può ancora essere risolto. Ma serve un impegno reale, da parte del governo e delle regioni”.

Sarebbe una buona cosa, perché una buona scuola, che si impegna tra l’altro ad assumere centomila insegnanti precari, non può lasciar fuori centomila studenti disabili.

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