Scuola, la protesta degli 8.000 contro i trasferimenti al NordScuola, la protesta degli 8.000 contro i trasferimenti al Nord

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di Antonio Ricchio,  Il Corriere della Sera 5.8.2016 

– Manifestazioni a Napoli e Palermo. Faraone: sono molti di più i prof che rientrano dopo anni di lavoro lontano da casa. Circa 200 mila insegnanti su 700 mila hanno fatto richiesta di essere spostati in altra sede

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MILANO Manifestazioni in piazza e sindacati in agitazione. Scoppia l’ira dei docenti meridionali (le proteste più importanti ieri a Napoli, dove si sono registrati momenti di tensione con la polizia, e Palermo) dopo la pubblicazione delle graduatorie dei trasferimenti per gli insegnanti di scuola primaria e media. Molti di loro (circa 7-8 mila) saranno costretti a trasferirsi al Nord. Gli interessati denunciano errori macroscopici nelle graduatorie pubblicate dai sindacati e forniti dal ministero dell’Istruzione. «Vorremmo capire – scandisce Pino Turi, segretario della Uil scuola – perché docenti con un punteggio importante sono spediti a centinaia di chilometri da casa rispetto a chi ne aveva di meno e, magari, ha trovato una sede libera non lontano dal luogo di residenza. Su questo versante pretendiamo chiarezza dal ministero. In gioco ci sono i diritti dei lavoratori».

Sotto accusa il sistema di assegnazione delle sedi, il famigerato «algoritmo» a cui il Miur fa riferimento per stabilire i trasferimenti. Le cifre quest’anno sono davvero importanti: circa 200 mila insegnanti su 700 mila hanno fatto richiesta di essere spostati da una sede all’altra, per i prossimi tre anni. «Come è noto – spiega la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd – il piano straordinario di assunzioni che ha messo in cattedra 90 mila insegnanti, creando 50 mila posti in più, era su base nazionale e come accaduto in passato, a causa dei trend demografici, ci sono più posti al Nord che al Sud».

Per il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, comunque, la «transumanza» di prof non esiste e, anzi, «i numeri di quest’anno ci raccontano una storia diversa». L’esponente del governo cita dalla sua pagina Facebook il caso della mobilità straordinaria, prevista dalla «Buona scuola»: «Grazie a questa misura i cosiddetti “immobilizzati” – docenti che insegnavano da anni lontano da casa e chissà quando sarebbero potuti tornare nella loro regione – rientrano: oltre 1.100 in Sicilia, circa 600 in Puglia, oltre 1.800 in Campania, quasi 540 in Calabria. Parliamo di rientri, di una scelta di giustizia nei confronti di chi da anni esercitava la propria professione fuori. Al contrario circa 800 docenti in Sicilia, circa 550 in Puglia, circa 1.500 in Campania e 400 in Calabria, dovranno invece trasferirsi. Per molti di questi – conclude Faraone – c’è la possibilità di ottenere l’assegnazione provvisoria, rimanendo a lavorare vicino a casa». Ma ciò non basta per placare i malumori. I parlamentari del M5S chiedono l’intervento dell’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone «rispetto all’assenza di trasparenza nelle procedure di mobilità per i docenti: il Miur deve pubblicare la graduatoria nazionale della mobilità straordinaria.

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