di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore, 9.4.2020
– La riapertura delle attività, dopo il “blocco” imposto per l’emergenza sanitaria da Covid-19, presenta pericoli per «prossimità fisica e rischio contagio» innanzitutto per il comparto sanitario, ma l’allarme riguarda, subito dopo, «l’istruzione pre-scolastica e gli asili nido», attualmente fermi. Inoltre, «la maggior parte dell’occupazione nelle professioni altamente esposte ai contatti interpersonali opera nel settore dei servizi (compresa l’assistenza sanitaria, non sottoposta a fermo dell’attività) e nel commercio al dettaglio».
Lo studio Inapp
A segnalarlo uno studio dell’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche), in cui si rammenta che il perimetro delle attività coinvolte dalle misure di “lockdown” per evitare il propagarsi del Coronavirus è «molto ampio, arrivando a coinvolgere, nel nostro Paese, oltre 2,2 milioni di imprese private e 7,3 milioni di addetti».
«Le attuali misure di contenimento sono fondamentali e vanno fatte rispettare con rigore», spiega Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp. «Lo studio vuole offrire uno strumento di consultazione ai decisori politici. Infatti, passata l’emergenza sanitaria, va considerato che esistono settori economici dove il rischio di contagio, dovuto alla prossimità fisica, appare più basso di altre che quindi possono ripartire gradualmente senza aumentare, o aumentando di poco, il rischio di contagio, mentre altri presentano maggiori difficoltà e quindi potrebbero continuare a lavorare utilizzando le formule di telelavoro o smart working».
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Fase 2? Tra i settori più a rischio ci sono anche asili nido e istruzione-prescolastica ultima modifica: 2020-04-09T06:34:12+02:00 da