Formazione obbligatoria su sostegno per docenti, ATA e dirigenti. Cosa prevede la riforma

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di Nino Sabella, Orizzonte Scuola, 31.1.2017

– Lo schema di decreto legislativo trasmesso al Parlamento con atto n. 378, attuativo di una delle deleghe affidate dalla legge 107/15 al Governo, è dedicato alla promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità.

Detto schema di decreto dedica un apposito articolo alla formazione in servizio sull’inclusione del personale della scuola: articolo 15 “Formazione in servizio del personale della scuola”.

Nel citato articolo sono previste specifiche misure per i docenti tutti, curricolari e di sostegno (nell’articolo infatti ci si riferisce alla totalità dei docenti senza distinzione alcuna), per il personale ATA e per i dirigenti scolastici.

PERSONALE DOCENTE

Al comma 1 del citato articolo 15 leggiamo: “Nell’ambito del piano nazionale di formazione di cui all’articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015, e con le risorse disponibili, il piano nazionale di formazione garantisce le necessarie attività formative per la piena realizzazione degli obiettivi di cui al presente decreto nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili.”

Alla realizzazione degli obiettivi di inclusione, previsti dallo schema di decreto legislativo, contribuiscono dunque le azioni formative previste dal Piano nazionale di formazione dei docenti.

Il Piano, com’è noto, individua quelle che sono le priorità strategiche per il sistema scolastico in materia di formazione del personale docente, tra le quali vi è proprio l’inclusione. E’ il capitolo 4 del Piano, al paragrafo 5, a descrivere detta priorità “Inclusione e disabilità”, dove leggiamo: “Per interpretare l’inclusione come modalità “quotidiana” di gestione delle classi, la formazione deve essere rivolta sia agli insegnanti specializzati nel sostegno, che a tutti gli insegnanti curricolari.”

Lo schema di decreto, dunque, attraverso il Piano e le azioni formative previste dallo stesso, punta, affinché ci sia un’effettiva inclusione, alla “presa in carico” dell’alunno da parte di tutti gli insegnanti e non del solo docente di sostegno, ragion per cui la formazione deve essere rivolta a tutti: “Un aspetto chiave è inoltre quello della “presa in carico” dell’alunno, che deve essere realizzato da tutta la “comunità educante”, evitando processi di delega al solo docente di sostegno. Da qui dunque la necessità di interventi formativi mirati, specifici, modulari – ossia che tengano conto dei diversi livelli di partenza di chi accede alla formazione – e, soprattutto, basati su una visione partecipata dell’inclusione e orientati alla cooperazione e al cooperative teaching”.

Il Piano nazionale di formazione, come abbiamo riferito in diversi nostri articoli, deve essere declinato nel Piano di ambito e nel Piano di Istituto, non a caso nello schema di decreto è previsto che:

“Le istituzioni scolastiche, nell’ambito della definizione del piano di formazione inserito nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, individuano le attività rivolte ai docenti delle classi, in particolare in cui sono presenti alunni e studenti con disabilità certificata” anche in relazione alle scelte pedagogiche, metodologiche e didattiche inclusive e coerenti con i piani degli studi personalizzati.

Le attività formative sull’inclusione, dunque, devono essere riportate all’interno del Piano di Istituto e devono essere rivolte in primo luogo ai docenti delle classi con alunni disabili.

Lo schema di decreto, così come il Piano nazionale di formazione, non prevedono alcun monte ore di formazione obbligatorio, in quanto l’obbligatorietà riguarda non il numero di ore ma i contenuti del Piano.

E’ doveroso evidenziare che la legge 107/15 prevede che la formazione è obbligatoria, attuata tramite il Piano, per i docenti di ruolo. Questo quanto scritto nella citata legge al comma 124:

“Nell’ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo e’ obbligatoria, permanente e strutturale.”

PERSONALE ATA

L’articolo 15 suddetto dedica il comma 3 alla formazione del personale ATA, prevedendo che:

“Il piano di cui al comma l individua, nell’ambito delle risorse disponibili, anche le attività  formative per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario al fine di sviluppare, in coerenza con i profili professionali, le competenze sugli aspetti organizzativi, educativo-relazionali, sull’assistenza di base, in relazione all’inclusione scolastica. Il personale ATA è tenuto a partecipare periodicamente alle suddette iniziative formative.”

Il Piano di formazione dei docenti, stando a quanto suddetto, individua anche le azioni formative rivolte al personale ATA.

Lo schema di decreto rende obbligatoria la formazione sull’inclusione anche per il il personale amministrativo, tecnico e ausiliario “… Il personale ATA è tenuto a partecipare periodicamente alle suddette iniziative formative”.

Ricordiamo, sebbene nello schema di decreto non sia previsto, che il Miur ha pubblicato, il 22 dicembre 2016, il Piano di Formazione per il personale ATA 2016/17 (annuale, mentre quello docenti è triennale). Tale Piano prevede che specifiche azioni per i diversi profili, indicando anche le possibili tematiche dei corsi. Nella parte dedicata alle tematiche dei corsi rivolti ai collaboratori scolastici, sono indicati i seguenti argomenti:

Gli argomenti dei corsi per l’area A possono riguardare:

  • l’accoglienza e la vigilanza e la comunicazione;
  • l’assistenza agli alunni con disabilità;
  • la partecipazione alla gestione dell’emergenza e del primo soccorso.

Nulla, invece,  previsto per le altre figure professionali.

In definitiva, la formazione sull’inclusione del personale ATA dovrebbe sostanziarsi delle attività formative realizzate dal Piano di formazione dei docenti e da quello del personale ATA.

DIRIGENTI SCOLASTICI

Lo schema di decreto affida a Miur il compito di definire “le modalità della formazione in ingresso e in servizio dei dirigenti scolastici sugli aspetti pedagogici, organizzativi e gestionali, giuridici e didattici dell’inclusione scolastica.”

Riguardo alla formazione dei dirigenti scolatici neo assunti e in servizio a.s. 2016/17 ( non solo sull’inclusione), il Miur ha già pubblicato, il 22 dicembre 2016, l’apposito Piano di formazione. Quest’ultimo indica, tra le altre cose, le possibili tematiche dei corsi di formazione: “I temi oggetto di possibile approfondimento sono desunti dalle esigenze formative segnalate dai dirigenti stessi, dalle priorità del Piano Nazionale di formazione (D.M. n. 797/2016), dagli elementi innovativi contenuti nella Legge 107/2015 che coinvolgono più direttamente la sfera d’azione dei dirigenti, con particolare riferimento a …”.

Tra le priorità strategiche per il nostro sistema scolastico, come suddetto, c’è proprio l’inclusione che potrà dunque essere oggetto delle attività previste dal Piano di formazione per i dirigenti.

Alla luce di quanto suddetto, è evidente che lo schema di decreto punti alla formazione su “Inclusione e disabilità” a 360°, coinvolgendo tutte le figure che operano all’interno dell’Istituzione scolastica: dal dirigente ai docenti e al personale ATA.

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