dal blog di Gianfranco Scialpi, 4.1.2025.
Generazione ansiosa. Un commissione autorevole (Lancet Psychiatry) e P. Donati (sociologo) confermano la complessità del fenomeno che non può essere ridotta all’uso dello smartphone.
Generazione ansiosa. Troppo semplice imputare tutto allo smartphone e ai social
Generazione ansiosa. Alla fine dell’estate è stato tradotto un lavoro di J Haidt (Rizzoli 2018) Il titolo “Generazione ansiosa” per essere compreso deve essere accompagnato dal sottotitolo “Come i social hanno rovinato i nostri figli“. La tesi è semplice, fuorviante e anche contraddittoria. L’A. riduce un problema sociale dell’ansia giovanile all’uso degli smartphone (porta di accesso ai social), scrivendo che hanno prodotto una nuova rivoluzione (J Haidt la definisce la grande riconfigurazione) nell’esistenza dei bambini e dei giovani. A questo aggiungo anche che il sottotitolo fa parlare i genitori come se il fenomeno fosse indipendente dalla loro volontà di fornire il dispositivo. Essi sono una parte del problema.
Comunque come scrivevo qualche settimana fa J. Haidt esprime un aggiornamento “rispetto a M. Spitzer (“Demenza digitale“, “Emergenza smartphone“, “Connessi e isolati“. Anche psicologi e pedagogisti come Pellai, Crepet e Novaar sono convinti che lo smartphone rappresenti un problema. M. Lancini, invece rappresenta una voce fuori dal coro. Egli è convinto che la depressione, l’ansia non siano un effetto diretto della freqentazione dei social, tramite lo smartphone.
Una commissione autorevole smonta la semplificazione
Lo studio della filosofia comporta diversi vantaggi. Uno di questi è l’assunzione di un atteggiamento scettico che comporta due fasi (Pirrone): l’astensione dal giudizio preventivo (epoché), lasciando lo spazio, seguito dal silenzio (afasia).
Questa mattina il quotidiano Domani propone un articolo di A. Casadio dal titolo “L’epidemia d’ansia dei giovani c’é ma non è affatto tutta colpa dei social“. Il medico-giornalista apre il suo intervento, sposando l’atteggiamento scettic che individua nella semplificazione la risposta a problemi complessi. Ovviamente presenta alcuni esempi. La parte interessante del contributo è il riferimento a Lancet Psychiatry (importante e autorevole rivista di psichiatria che sottopone a severi esami ogni sua pubblicazione). In sintesi, A. Casadio riprende alcuni passaggi di questo rapporto, virgolettando i passaggi. In uno di questi si legge che la Commissione di Lancet Psychiatry preposta allo studio della salute mentale dei giovani, evidenzia l’esposizione dei giovani alle criticità moderne. Subito dopo la Commisisone chiarisce dando il volto alle problematiche sociali ed economiche :
“Quattro decenni di neoliberismo hanno portato a quella che è stata definita precarietù e alla crescita di quel settore della società definito precariato… ha prodotto una crescente diseguaglianza intergenerazionale, una grave erosione della sicurezza sul lavoro dei giovani“. Altre cause scatenanti l’ansia sono la pressione accademica ( esami) e la crisi climatica
Pierpaolo Donati e la sociologia relazionale
P. Donati è un sociologo, figura di riferimento della sociologia relazionale.
Anche questo studioso è convinto che il malessere dei giovani non sia la conseguenza dell’uso dei dispositivi elettronici e la conseguente frequentazione dei social. In un suo contributo di non facile lettura “Come combattere disagio giovanile e dispersione scolastica” riferisce che il disagio giovanile è da attribuisrsi a una carenza di relazione educativa tra le due agenzie preposte alla formazione dei ragazzi: la famiglia e la scuola “la socializzazione educativa è un processo che mira ad un bene, l’educazione, il quale può essere prodotto e fruito soltanto assieme, non individualisticamente né per determinismi collettivi, fra coloro che sono coinvolti, laddove tale bene consiste in un reciproco orientamento alla cura della persona. In breve, la socializzazione educativa implica relazioni sociali (anzi consiste di relazioni sociali) orientate a produrre uno specifico bene: l’attenzione alla persona umana dei ragazzi anziché ad altre cose (come il successo scolastico in termini di voti e prestazioni o la funzione sociale del semplice ‘stare assieme’)”.
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Generazione ansiosa. Non sono solo i social a causarla ultima modifica: 2025-01-05T05:07:30+01:00 da