Categorie: Insegnanti

Gli inesperti d’aula parlano di scuola senza conoscerla

dal blog di Gianfranco Scialpi, 20.4.2019 

– Gli inesperti d’aula, parlano, straparlano di scuola senza conoscerla. In questo mega gruppo sono inseriti giornalisti, opinionisti, pedagogisti. Senza dimenticare i genitori che dimenticano il loro  compito di educare i figli (art. 30 Costituzione). Prima di tutto e superiore ad ogni altro interesse!

Gli inesperti d’aula pontificano di scuola, peccato che…

Gli inesperti d’aula riempiono le pagine di giornali parlando di una scuola che esiste solo nella loro testa. E’ una istantanea! Ingiallita dal tempo. Certifica solo un’esperienza conclusa molti anni fa,  che però considerano sufficiente a parlare della scuola di oggi. Scrive lucidamente una collega: “Ma è come se uno pensasse di essere in grado di organizzare alle perfezione un ospedale perché qualche volta ci è stato ricoverato, o pensasse di sapersi aggiustare alla perfezione un motore per il semplice fatto che ha imparato a guidare la macchina. Un caso da manuale di effetto Dunning-Kruger, insomma.”

L’ambivalenza degli inesperti d’aula

Semplificano una realtà complessa, riducendola all’insegnamento di concetti. Salvo poi caricare la scuola di nuove incombenze, quasi tutte dettate dall’emergenza. Da qui la richiesta di impegno nell’educazione ambientale, civica, sessuale, affettiva, emotiva… ignorando la presenza delle classi pollaio. Questo tipo di organizzazione è coerente con una scuola addestrativa, che ha espulso la profondità dell’educare.
Il filosofo greco U. Galimberti, ha dichiarato recentemente “Per educare e seguire davvero l’educazione servono classi di 12/15 ragazzi. Finché avremo 30/35 persone vorrà dire che abbiamo deciso che nelle nostre scuole non si educa. L’ educazione è educare la parte emotiva dei ragazzi, vedere le differenze delle intelligenze tra i ragazzi. Altrimenti si resta al livello impulsivo”

Lo sfogatoio virtuale dei genitori competenti

Non parliamo poi dello sfogatoio virtuale costituito dai gruppi WhatsApp dei genitori. Ambiente che  amplifica il mal-essere psicologico, relazionale e culturale che condiziona pesantemente il nostro vivere. Siamo iperconnessi, ma  soli. Ci proiettiamo in una dimensione virtuale, cercando inutilmente  di compensare la  solitudine reale. Ogni giorno siamo impegnati a Colpire e sedurre (G. Lipovetsy, 2019) nel tentativo di emergere dall’anonimato. Questo bisogno di certificare la  presenza nel mondo spinge molti genitori ad esprimere diffidenza, sospetto  verso gli insegnanti, attirando per una frazione di tempo  l’attenzione degli spettatori. L’obiettivo di colpire e   sedurre è efficacemente conseguito dal turpiloquio. Siamo di fronte al bisogno di avere un palcoscenico, dove gridare la propria presenza, dimenticando le conseguenze civili e penali  di questo fraseggio offensivo verso dei pubblici ufficiali.

La facile, ma inutile critica sul poco impegno scolastico

Questi genitori, inoltre quando si lamentano delle troppe vacanze, dimenticano che sono loro i primi educatori dei ragazzi. La scuola come istituzione pubblica ha un impegno formativo, limitato a 200 giorni di lezione. Punto. Non si può chiedere all’istituzione scolastica un ulteriore coinvolgimento che esuli dalle  finalità costituzionali (Formare l’uomo e il cittadino).
Del resto Il rapporto Euridyce 2018-19 sul tempo scolastico in Europa,  certifica che siamo al top dell’impegno formativo (v. immagine), evidenziando la mancanza di argomentazioni delle critiche.
Il problema è la distribuzione dell’impegno nei dodici mesi. Ma questo è un altro discorso!

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Gli inesperti d’aula parlano di scuola senza conoscerla ultima modifica: 2019-04-20T12:25:21+02:00 da
Gilda Venezia

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