Gli ultimi della scuola

di Vincenzo Soddu, Alganews, 27.11.2017

– Invisibili. Chi sono gli invisibili oggi nella scuola italiana? Le persone che non vengono nemmeno considerate dalla politica, dai Dirigenti, dal nuovo corso dell’arrivismo scolastico intento soltanto a primeggiare nella consegna di progetti che fruttino soldi e potere?

Tanti, dagli studenti “difficili” che soltanto apparentemente si vuole aiutare con percorsi clinici, e che arricchiscono invece solo pedagoghi e neuropsichiatri, agli stessi docenti che si “limitano” a fare il proprio dovere, spendendo la propria vita e tutte le loro energie nel recupero reale dei bisogni di quegli stessi ragazzi, e proprio per questo anch’essi emarginati.

Sì, perché il grande paradosso della scuola attuale consiste proprio nel bisogno insopprimibile di apparire, fingendo di risolvere i problemi dei ragazzi, ma anteponendovi invece il proprio ego, così a lungo frustrato da decenni di politica miope e distante… stipendi bassi, nessun potere contrattuale, poca considerazione a livello sociale… ecco allora che improvvisamente il sistema Renzusconi indica una strada, non esaustiva, anzi, che per quella ci vorrebbero troppi soldi, ma invitante, per pochi eletti, quelli sempre pronti a vendere la loro dignità per un piatto di lenticchie… un percorso di merito, attestato (non potrebbe essere altrimenti) dalle carte, dove in fondo, come si sa, si può scrivere di tutto, senza tema d’essere smentiti… progetti di potenziamento, concorsi di idee, app, dove studenti modello e docenti senza pudore si gettano a capofitto, spesso abbandonando l’ormai superato modello della lezione frontale all’interno dell’aula.

E gli studenti difficili? Quelli che spesso, o per problemi personali, o culturali, o fisiologici rimangono in affanno? Li si curi con il più antico rimedio del mondo, l’indifferenza, vestita di nuove parole altisonanti: bisogni speciali, piani personalizzati, percorsi individualizzati… tutto già scritto sulla carta, su schede su cui hanno lavorato fior di politici e che basta applicare con il minimo sforzo per ottenere il massimo risultato: promuovere, tacitare la coscienza e andare avanti. Poco importa che poi quei problemi così non verranno mai rimossi, ma ciò che è importante è dimostrare che nella scuola italiana nessuno rimane indietro.

E se qualche docente, considerato vecchio, si ferma a curarli, quei problemi, con i vecchi metodi, l’ascolto, il dialogo, l’esercizio, nessuno se ne cura. L’esigua schiera dei docenti meritevoli, seguaci del Verbo del Ministero, non se ne preoccupano affatto e tirano, dritti, avanti. E se anche si girano non vedono più nessuno, perché quei poveri falliti superati dal progresso non esistono nemmeno più. Sono diventati invisibili.

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Gli ultimi della scuola ultima modifica: 2017-11-29T05:45:33+01:00 da
Gilda Venezia

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