Il presidente del Consiglio ironizza sul suo «capolavoro» (al contrario).
«Ma non cederemo a chi difende le rendite di posizione».
Il Corriere della Sera 6.6.2015.
Che la Buona Scuola di marca renziana sia realmente buona ormai inizia a dubitarlo lo stesso presidente del Consiglio che ieri, ospite a Genova del forum «La Repubblica delle idee», ha recitato un inatteso mea culpa: «Ho fatto un capolavoro a farli arrabbiare tutti. Io non faccio tutto bene – ha detto Renzi con una delle sue ormai celebri battute -. Sulla scuola abbiamo bisogno di ascoltare, l’impressione che non ci confrontiamo è colpa di un racconto sbagliato da parte del governo. Stiamo discutendo, siamo pronti a ragionare». Subito dopo però ci ha tenuto a puntualizzare che «discutiamo perché non si può fare riforma senza massimo coinvolgimento, ma non cederemo a chi dall’alto di rendite di posizione pensa che la scuola sia intoccabile».
I punti controversi
I due punti più controversi del Ddl scuola sono l’assunzione in blocco di poco più di 100 mila precari delle graduatorie provinciali a esaurimento (Gae) e la nuova figura del preside-sindaco o preside-manager (preside-sceriffo per i detrattori). Sul primo punto sindacati, opposizione e minoranza pd ritengono che l’assunzione in blocco di tutti e solo i precari «storici» sia ingiustamente discriminatoria nei confronti dei docenti iscritti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto che sono rimasti tagliati fuori dal maxi-piano di stabilizzazione anche se coprono più della metà delle 140 mila supplenze annuali della scuola. L’altro punto assai controverso è quello dei super poteri dei presidi ai quali sarebbe affidata la chiamata diretta dei prof dagli albi territoriali in cui verrebbero collocati tutti i nuovi insegnanti e anche quelli già di ruolo che chiedono il trasferimento. Secondo le associazioni di categoria la chiamata diretta si presterebbe a pressioni indebite e mercanteggiamenti sotto banco. Così come non piace l’idea di un comitato di valutazione dei prof che fa capo al preside ma include anche genitori e studenti. Su questi due punti i margini di trattativa ci sono e verranno approfonditi lunedì durante la direzione del Pd al Nazareno. Mentre al momento pare esclusa l’ipotesi di uno stralcio delle sole assunzioni come richiesto da una delle figure più carismatiche della minoranza, Miguel Gotor. «La scuola non è un ufficio di collocamento – ha tagliato corto la responsabile Pd per la scuola Francesca Puglisi -. Non possiamo assumere 100.000 persone se la situazione rimane invariata. Non possiamo assumerli semplicemente perché non sapremmo come impiegarli».