di Bruno Ventura, Scuola in Forma, 9.8.2019
– Costernazione e rabbia tra i precari a un passo dal traguardo –
Il capo d’accusa
Era stato proprio il premier Conte a indicare il premier della Lega come il responsabile principale della crisi di governo. Alla motivazione sopra esposta aveva replicato che il governo non se ne era stato in spiaggia, ma aveva lavorato duramente per limare le asperità che si presentavano ogni giorno in seguito alle obiezioni dell’alleato a 5 stelle. Nel caso della scuola il terreno di scontro è stato il Decreto Salva precari, salutato con soddisfazione dalle principali sigle sindacali.
Le reazioni dei docenti
E’ cronaca degli ultimi giorni la guerra di comunicati andata in scena tra i membri della VII commissione Senato del MoVimento 5 Stelle e il ministro dell’istruzione Marco Bussetti che voleva il decreto entro quest’estate. Nessuna possibilità di modifica all’intesa che aveva portato all’accordo dello scorso 24 aprile, nonostante la VII commissione Senato del M5S ne avesse evidenziato alcune criticità. I docenti cominciano a dubitare che ci fosse realmente l’intenzione di vararlo definitivamente. Quel “salvo intese” non li aveva convinti affatto, bollando il testo presentato in Consiglio dei Ministri come “fuffa” acchiappavoti. Si sapeva sin dall’inizio che non sarebbe passato un testo che conteneva l’aumento degli stipendi degli insegnanti, assunzione di idonei e vincitori dei concorsi, rientro a casa degli esiliati oltre ad un concorso riservato per i docenti di scuola secondaria e nuovi corsi Pas.
La tesi dei precari
Se avessero fatto sul serio, infatti, avrebbero dovuto preventivamente coinvolgere il M5S, ossia il partito che attualmente possiede il maggior numero dei parlamentari. È questa la convinzione in seno ai precari che adesso guardano alle prossime mosse della politica con assoluta diffidenza. Sì badi bene che la vicenda dei docenti precari della terza fascia non è isolata e fine a se stessa. Dietro le istanze legittimamente rappresentate nelle piazze ci sono anche quelle dei docenti di ruolo cosiddetti 180 x 2 (insegnanti di ruolo dell’infanzia che vorrebbero partecipare al Pas per abilitarsi all’insegnamento per la scuola secondaria). Ma ci sono anche i diplomati magistrali che non avevano le due annualità di servizio richieste partecipare a quello che in gergo viene definito il “concorsino”. Alla fine della fiera, invece di consolidare il proprio elettorato, la Lega adesso rischia di perdere tutto, nel segno di ” chi troppo vuole nulla stringe”.
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I docenti precari non credono alle dichiarazioni dei politici dopo la crisi di governo ultima modifica: 2019-08-10T04:47:20+02:00 da