dal blog di Gianfranco Scialpi, 2.11.2024.

I “numeri” dello sciopero. Bassa l’adesione. L’ovvia lettura di parte del Governo.

I “numeri” dello sciopero. Bassa l’adesione

I “numeri” dello sciopero. Il riferimento numerico è d’obbligo. E’ l’unico indicatore che esprime la sua riuscita. Dal suo ambito, ovviamente rimangono fuori motivazioni economiche, la sfiducia nello strumento, l’apatia di una classe docente… Tutti i motivi non escludono a priori l’adesione personale, intima alle ragioni dello sciopero. Assumono il profilo di impedimenti, soprattutto quando si percepisce che la mobilitazione è inutile al perseguimento degli obiettivi. Resta comunque l’oggettiva constatazione della scarsa adesione allo sciopero.

Fatta questa premessa andiamo a pesare lo sciopero. Come si può leggere su IlSole24orescuola.it la percentuale di adesione è del 5%. E’ da diverso tempo, che si registrano valori poco significativi, inadeguati a sensibilizzare il Governo sulle questioni in oggetto. Difficilissimo, infatti trovare qualche ripensamento dell’Esecutivo dovuto alla mobilitazione. Restando, comunque sulle percentuali   Lo sciopero del 10 dicembre 2021 ha espresso una una partecipazione del 6,76%. E’ andata meglio il 30 maggio del 2023 con un valore superiore di quasi dieci punti (17,53%).

La lettura di parte del Governo

Di fronte a questi numeri risulta poco comprensibile la decisione del sindacato di indire un nuovo sciopero per il 15 novembre.

Si rischia un nuovo flop e quindi un’ulteriore strumentalizzazione da parte dei partiti governativi, come avvenuto con l’astensione del 31 ottobre.

Ha dichiarato, infatti E. Bucalo (FdI): “La scarsa adesione allo sciopero generale del comparto scuola indetto da Flc Cgil per il 31 ottobre dimostra che i  lavoratori della scuola riconoscono il valore della buona politica portata avanti in questi due anni dal governo Meloni e dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara“.

.

.

.

.

.

.

.