– La legislatura si chiude, ancora una volta, con la grave anomalia del precariato della scuola statale italiana rispetto agli altri comparti pubblici, lasciando in eredità al prossimo Parlamento e al Governo uno spinoso problema che dovrà essere affrontato non con i soliti ‘pannicelli caldi’, per assicurare stabilità al sistema.

E, si noti bene, non si tratta del solito problema di stabilizzazione del personale, anche se questa questione indubbiamente esiste; si tratta di dare soprattutto stabilità al sistema con oggettivi vantaggi per l’utenza.

Stabilizzare il sistema significa, infatti, assicurare più continuità didattica e rendere funzionale e sistemica l’offerta formativa, salvandola da soluzioni congiunturali e provvisorie di durata annuale e incerta.

Secondo gli ultimi dati della Ragioneria Generale dello Stato relativamente al 2014 (dati che non si discostano, se non in peggio, da quelli degli anni precedenti), sul totale degli occupati in tutti i comparti pubblici – al netto di quelli della scuola – la percentuale di personale con contratto a tempo determinato era del 5,5%.

Una percentuale di precari piuttosto fisiologica, derivante in buona misura dalle fasi intermedie del reclutamento del personale, dalla copertura dei posti di lavoro per assenze prolungate del personale titolare, dai distacchi del personale presso altre amministrazioni o organizzazioni sindacali.

Tralasciando i comparti minori, dove transitoriamente si può registrare un tasso di precari abbastanza consistente, meritano attenzione i comparti con maggior consistenza di personale.

Nel Corpo di polizia, ad esempio, dove l’organico complessivo sfiora le 314 mila unità, il tasso di precarietà nel 2014 era soltanto (fortunatamente) dell’1,6%.

Nel servizio sanitario nazionale, dove i dipendenti sono complessivamente quasi 700 mila, il tasso di precarietà è sotto la media nazionale e si assesta al 4,1%.

Tra i dipendenti delle Regioni e delle Autonomie locali – quasi mezzo milione nel 2014 – il tasso di precarietà era del 4,9%.

E nella scuola? Il personale precario era il 14,6%.

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