I prof invitano i parlamentari in piazza Il garante li blocca: pronti a precettare

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Andrea Barcariol Non è bastato neanche il video di Matteo Renzi, in versione insegnante con tanto di lavagna e gessetti colorati, a convincere i sindacati sulla bontà della riforma della scuola….

 

di Andrea Barcariol, Il Tempo, 15.5.2015.

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Non è bastato neanche il video di Matteo Renzi, in versione insegnante con tanto di lavagna e gessetti colorati, a convincere i sindacati sulla bontà della riforma della scuola. Ieri è arrivata la risposta, non proprio conciliante, con una lettera spedita ai parlamentari per invitarli a un incontro pubblico all’aperto, in piazza del Pantheon (oggi alle ore 16.30) per discutere della riforma.

«Le organizzazioni sindacali Flc – Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda di Roma e del Lazio sarebbero liete di ricevere un contributo alla discussione da parte dei rappresentanti del vostro gruppo parlamentare. La vera buona scuola si fonda su democrazia, stabilizzazioni, collegialità e contrattazione. Riformiamola insieme». Questo il testo della lettera, una chiamata a raccolta per riunire tutti quei parlamentari, di opposti schieramenti che non vedono di buon occhio la riforma proposta dal governo.

E se sul voto alla Camera il Premier può dormire sonni tranquilli (domani inizieranno le votazioni sul ddl, mercoledì prossimo è previsto il voto finale), le trappole si nascondono in Senato dove i numeri sono più risicati. Un passaggio in aula delicato anche sotto il profilo politico che potrebbe portare alla fuoriuscita di altri esponenti della minoranza dem. In prima fila tra i candidati all’addio c’è Stefano Fassina, inequivocabili le sue parole di ieri: «Senza radicali correzioni al ddl il mio percorso nel Pd si conclude». Difficile però che dal Senato escano il tipo di correzioni auspicate dall’ex viceministro dell’Economia pronto a seguire le orme di Pippo Civati, approdato al gruppo misto.

Tra le varie forme di protesta allo studio da parte dei sindacati, una però è già stata bocciata: il blocco degli scrutini. È arrivato infatti l’altolà di Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di Garanzia per gli scioperi. «È necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti, con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie. Allo stato non c’è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini ma, anzi, assisto a incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del governo, sia da parte dei sindacati più responsabili». Alesse non esclude il ricorso alla precettazione: «Spero davvero che resti solo un’opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici».

Un’ipotesi, quella del blocco degli scrutini, che trova il sostegno anche delle associazioni degli studenti che hanno replicato con un «controvideo» di 10 minuti alla perfomance del Premier alla lavagna. «Ti ringraziamo per aver provato a spiegarci nuovamente la Buona Scuola, il punto è che noi l’abbiamo capita da tempo, ma non siamo d’accordo sul testo che raccoglie il peggio degli ultimi 20 anni delle politiche sull’istruzione – il chiaro messaggio degli studenti che hanno ripreso i punti toccati dal Premier – Caro Matteo sul ddl non dici la verità e sarebbe il caso che lo ripassassi. Se non ci saranno modifiche sarà un piacere continuare a presidiare scuole e piazze e proseguire la mobilitazione di massa senza fare passi indietro».

I prof invitano i parlamentari in piazza Il garante li blocca: pronti a precettare ultima modifica: 2015-05-15T06:28:55+02:00 da
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