di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore, 22.1.2018
– Il fronte sindacale alza il muro, e così il Consiglio superiore della pubblica istruzione, il Cspi, va giù duro sulle due principali innovazioni didattiche che dovrebbero scattare a settembre, vale a dire i nuovi istituti professionali e l’estensione della sperimentazione, da 100 a 192 istituti superiori, della durata di quattro anni (anziché cinque).
I pareri
Per quanto riguarda gli istituti professionali, da quanto si apprende, al sindacato non piace che si possa partire già dal primo settembre, e chiede quindi più tempo. Il rinvio, nei fatti, al prossimo anno. Disco rosso invece sulle superiori a quattro anni: qui si critica, essenzialmente, la scelta (politica) di ridurre di un anno la scuola superiore, mentre si invoca l’ennesima riflessione (che, a dire il vero, va avanti con ogni governo) sul riordino dei cicli scolastici.
Nodo iscrizioni
Il punto è che da diversi giorni famiglie e studenti si stanno iscrivendo sia ai rinnovati istituti professionali, sia alle sperimentazioni già approvate. L’auspicio, ora, è che la ministra Fedeli vada avanti, anche perchè i due pareri del Cspi non sono affatto vincolanti.
L’Anp insorge
L’Associazione nazionale presidi, l’Anp, intanto, insorge: il processo di rinnovamento della scuola italiana non va fermato, dice. Del resto, l’esperienza insegna che quando si rinvia si tende ad affossare. In questo caso, poi, va ricordato che la legge ha già previsto, per i nuovi istituti professionali, cospicui investimenti ed è arrivato anche un placet delle Regioni.
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