di Pippo Frisone, Scuola Oggi, 13.12.2019
– L’anno sta per finire mentre tutti i nodi della scuola arrivano al pettine. Scaduto da un anno, il contratto del triennio 19-21 deve fare i conti con le scarse risorse racimolate nella legge di stabilità 2020: appena 1 Mld che va ad aggiungersi a 1,775 Mld stanziati dal precedente governo giallo-verde per un totale di 2,775 Mld. Per i quasi 3 Mln di dipendenti pubblici fanno un aumento medio pro-capite di € 96 lordi. Vero è che a tale cifra andrebbe ad aggiungersi nel 2020 un taglio del cuneo fiscale di circa € 40 per redditi che potrebbero arrivare da 26 a 35mila euro.
Mentre sul fronte sindacale si torna a spingere perché le risorse destinate al Bonus sul merito docenti, ereditato dalla L.107, vadano a incrementare gli aumenti contrattuali per riuscire almeno a sfiorare quota 100 €. Di reperire ulteriori risorse l’attuale governo non ne parla più, chiudendo ogni spazio sulla legge di stabilità a colpi di fiducia. L’altro fronte caldo che più di ogni altro ha sofferto il cambio di governo, è quello del precariato e dei concorsi. Ci sono voluti due Governi di colore diverso, uno giallo-verde e quello attuale giallo-rosso, due Ministri, Bussetti e Fioramonti, due decreti legge, il primo caduto assieme al precedente Governo, l’altro passato in prima lettura in questi giorni dalla Camera al Senato in questi giorni. Un decreto che la Camera ha modificato, integrato, emendato, rispondendo anche ad alcune obiezioni che aveva mosso lo stesso Capo dello Stato Mattarella.
E poi, concorsi ordinari per docenti delle secondarie, di Primaria e Infanzia, per Ispettori, per Dsga (gia avviati) e per gli ex L.S.U. Contestualmente dovrebbero prendere il largo i concorsi straordinari della secondaria di 1 e 2 grado, riservati ai docenti con almeno tre annualità nell’ultimo ottennio sia delle scuole statali sia delle paritarie. Questi ultimi potranno partecipare soltanto per conseguire l’abilitazione all’insegnamento. Concorso riservato anche per gli amministrativi facenti funzione Dsga ma solo se in possesso di Laurea specifica. Un fine anno molto affollato anche se le procedure concorsuali prenderanno il largo col nuovo anno. In primavera, sarà il turno delle graduatorie d’istituto che il governo vuole trasformare col decreto, in graduatorie provinciali. E ci sono anche le graduatorie d’istituto degli Ata.
Un programma operativo molto impegnativo da far tremare le vene e i polsi.
Al Ministro, in primis, che ha promesso di dimettersi se non troverà almeno 3 Mld per la scuola. Visto quel che sta succedendo al Governo, direi che la direzione di marcia del Ministro è più orientata verso l’uscita che l’entrata. E non è questo un buon segnale per la scuola italiana.
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