Il capo dello Stato inaugura il nuovo anno: «La scuola sia motore di cultura, e quindi di libertà»

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– Un inno alla bellezza della scuola e all’importanza della cultura contro chi la vuole denigrare o distruggere, in certi casi materialmente: l’inaugurazione dell’anno scolastico 2017-2018 a Taranto è stata una festa per tutti, dagli insegnanti agli studenti (in 800 provenienti da tutte le regioni italiane).

È stato il capo dello Stato, nel 2015, a volere che l’inizio ufficiale dell’anno scolastico si svolgesse nei territori, diventasse itinerante. E non è stata certo casuale la scelta del plesso di primaria «Giovanni Falcone» dell’istituto comprensivo «Luigi Pirandello», scuola presa di mira una decina di volte dai vandali, scuola di periferia, di un quartiere nato decenni fa per ospitare gli operai del vicino stabilimento siderurgico dell’Ilva.

Il discorso di Mattarella
«La scuola, ragazzi, non riguarda soltanto voi, i docenti e i vostri genitori: costituisce una grande e centrale questione nazionale – ha sottolineato nel suo breve intervento il presidente Mattarella – perché la scuola è motore di cultura e, quindi, di libertà, di eguaglianza sostanziale. Deve essere veicolo di mobilità sociale». Parole accompagnate da un invito: «Si deve tener conto che i temi della scuola, per la loro delicatezza e importanza, stanno molto a cuore a tante persone, a tutti, in realtà. È comprensibile, quindi, che vi siano diverse opinioni. Proprio per questo vi è bisogno di confronto, sereno e obiettivo, sulle politiche scolastiche, iniziando dalle forze politiche e sociali».

Le parole della Fedeli
Ma il plesso «Falcone» e l’istituto «Pirandello» di Taranto sono anche emblema di periferia. «Io credo – è stato il richiamo della ministra Fedeli – che bisogna investire molto nelle zone di povertà economica e povertà educativa perché lì, come ho detto in una audizione del Parlamento, le scuole devono diventare di eccellenza, orgoglio di tutto il Paese per integrazione e difesa dall’abbandono scolastico». E anche perché, ha aggiunto invitando ad un’alleanza tra scuola e famiglie, «un ragazzo che abbandona la scuola è una sconfitta per tutti».


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Verso una scuola più digitale e inclusiva

di Valeria Fedeli

– Al Paese per crescere serve un’educazione e un’istruzione di qualità. Il dipinto della scuola che Alley Oop – L’altra metà del Sole ha fatto attraverso la pubblicazione «Back to School» è in linea con le politiche che abbiamo messo e stiamo mettendo in campo in questi mesi. E che partono tutte dalla volontà di permeare il sistema di valori educativi, di saperi e competenze necessarie.

Qualche esempio delle novità previste: abbiamo lanciato a luglio il Piano per l’educazione alla sostenibilità, pensato per trasformare il sistema di istruzione e formazione – dalla scuola al mondo della ricerca – in agente di cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile, facendo in modo che in ognuno degli ambiti di intervento le politiche del Miur siano coerenti con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Stiamo predisponendo un Piano per l’educazione al rispetto, per favorire una concreta attuazione, nella scuola, dei valori della Carta costituzionale e combattere qualsiasi forma di stereotipo e discriminazione. La Costituzione, poi, in occasione del suo 70esimo anniversario, sarà distribuita a ogni alunna e a ogni alunno: è in quel testo che risiedono i principi e i valori che fanno parte della nostra cultura e della nostra identità. E quando parliamo di cittadinanza, la intendiamo a 360 gradi. Per l’educazione civica digitale stiamo elaborando un Piano di intervento: contrastare il linguaggio dell’odio, fornire alle ragazze e ai ragazzi conoscenze e strumenti per riconoscere le “bufale” e le cosiddette “fake news” è fondamentale per restituire al Paese un dibattito pubblico non inquinato da manipolazioni e interessi di parte.

Continueremo, poi, a lavorare per l’inclusione delle studentesse e degli studenti disabili. Passo dopo passo il decreto attuativo della Buona Scuola, approvato ad aprile, entrerà a regime, apportando miglioramenti che le famiglie chiedevano da tempo e introducendo un cambiamento culturale di non poco conto: la disabilità non è qualcosa in meno. È qualcosa di diverso. E accogliere vuol dire arricchire le nostre società di talenti, competenze, abilità differenti da quelli che siamo portati a definire “normali”. Lo stesso vale per le alunne e gli alunni stranieri. Abbiamo rinnovato l’Osservatorio per la loro integrazione e per l’intercultura. Nell’anno scolastico 2015/2016 le studentesse e gli studenti stranieri presenti in Italia erano circa 815mila, con un aumento di 653 unità rispetto al 2014/2015 (+0,1%). Sono una risorsa per il nostro sistema di istruzione. Sono una risorsa per la nostra società. Parlano la nostra lingua, studiano la nostra storia, tifano per le nostre squadre di calcio. Dobbiamo mettere in campo interventi normativi affinché vengano sostenuti nel loro percorso di formazione e integrati in maniera naturale e senza forme di emarginazione.

E per quanto riguarda l’innovazione didattica, diventano sempre più strutturali l’Alternanza Scuola-Lavoro e il Piano Nazionale Scuola Digitale. La prima va a regime: 1,5 milioni di giovani quest’anno saranno coinvolti. Per loro arriva la piattaforma per la gestione dell’Alternanza e per favorire l’incontro con le imprese, che conterrà anche un «bottone rosso» per la segnalazione da parte dei rappresentanti di studentesse e studenti di eventuali problemi riscontrati durante l’esperienza. Ci saranno mille tutor a disposizione grazie all’accordo con Anpal, Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro. Entro la fine dell’anno il Ministero organizzerà poi gli Stati Generali dell’Alternanza Scuola-Lavoro.

Stiamo accelerando, inoltre, l’attuazione del Piano Nazionale Scuola digitale con 16 azioni partite contestualmente all’avvio del nuovo anno scolastico. Fra le principali: 140 milioni di euro per i laboratori professionalizzanti in chiave digitale; 15 milioni per estendere il registro elettronico a tutte le classi del primo ciclo; 2,5 milioni per la creazione di ambienti didattici innovativi contro la dispersione scolastica nelle scuole delle periferie; tre gruppi di lavoro al Ministero per portare le competenze digitali in modo strutturale negli ordinamenti scolastici rivedendo le indicazioni nazionali, mappando le nuove metodologie didattiche, intervenendo sui provvedimenti che regolano attualmente l’uso di strumenti personali (dal tablet allo smartphone) in classe. Senza dimenticare, poi, le iniziative per avvicinare sempre più le nostre studentesse alle Stem, le discipline scientifiche dalle quali spesso rifuggono a causa di condizionamenti sociali e per via di stereotipi. E quelle per il contrasto al cyberbullismo, anche alla luce della recente approvazione della legge dedicata.

E ancora, ampliamento dell’offerta formativa, attraverso i bandi Pon, che consentiranno di fare attività anche oltre l’orario scolastico. Più musica, danza, teatro, cinema, pittura, scultura, design grazie al Piano delle Arti, elaborato di concerto con il Mibact. Azioni specifiche per il contrasto della dispersione scolastica e per l’italiano e la lettura, grazie alla preziosa collaborazione di Luca Serianni. Maggiori risorse a disposizione dei giovani, attraverso le nuove misure per il diritto allo studio, e una più particolare attenzione all’adolescenza, per mezzo del gruppo dedicato e il rilancio del Patto di corresponsabilità scuola-famiglia a dieci anni dalla sua prima “edizione”.

Non pretendo di essere esaustiva in questa sede. Anche volendo, non ci riuscirei. Molto stiamo facendo, grazie al contributo e alla collaborazione di tutta la comunità scolastica, per le nostre e i nostri giovani, per le loro e i loro docenti, per dirigenti scolastici e personale amministrativo. Per tutti coloro che la scuola la vivono e la fanno ogni giorno. Ma non ci interessa agire per «fare bene i compiti a casa». Crediamo davvero in un investimento collettivo e che porti a un cambiamento di lungo termine.

Continueremo a investire sulle nuove generazioni, per costruire un mondo diverso nel domani, migliore.

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Il capo dello Stato inaugura il nuovo anno: «La scuola sia motore di cultura, e quindi di libertà» ultima modifica: 2017-09-19T06:15:50+02:00 da
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