Lucio Ficara, La Tecnica della scuola Mercoledì, 24 Maggio 2015.
Quando un governo è povero di idee, ed è rappresentato da ministri e sottosegretari mediocri che dimostrano di avere una cultura molto limitata e a volte non riescono nemmeno a comprendere le ragioni degli altri , allora la sua azione politica si basa principalmente sulla eccessiva semplificazione anche di problemi complessi. Questo è, per il parere di diversi intellettuali, il caso del Governo italiano, che confonde il verbo riformare con quello semplificare. Infatti questo governo considera il pluralismo esistente in Italia il male da sconfiggere e da rottamare. I tentativo di reprimere il pluralismo e di soffocare il confronto, viene fatto utilizzando l’autoritarismo dei numeri di maggioranza, impedendo il naturale dibattito con le minoranze e con tutta la società civile, comprese le rappresentanze sindacali. La povertà di contenuti e l’incapacità al confronto, induce questo governo Renzi, a proporre un’azione politica volta a puntare sull’unicità di un solo uomo al comando, con l’intento di sedurre un elettorato che ama evidentemente l’autoritarismo, e detesta il pluralismo e la democrazia. Questa unicità poggia le sue fondamenta sul pensiero unico, su un unico partito che fagocita altri partiti, e converte anche singoli parlamentari, detti i voltagabbana, a salire sul carro del “temporaneo” vincitore. Il partito unico ha bisogno dell’uomo forte al comando, che allo stesso tempo sia segretario del partito unico e capo del Governo. Questo è lo spaccato politico in cui, un’Italia allo sbando e anche molto sconcertata, sta vivendo. E quasi non bastasse, cosa dichiara l’uomo solo al comando? Roba da non credere, ecco la dichiarazione di Renzi: “ mi piacerebbe arrivare un giorno al sindacato unico, ad una legge sulla rappresentanza sindacale e non più a sigle su sigle su sigle”. Lo ha detto, senza vergogna e senza pudore, a Bersaglio Mobile su La7. Evidentemente il nostro Presidente del Consiglio non ama il pluralismo, ritiene la democrazia un impiccio burocratico e non è un mistero che ritiene inutile la concertazione. Dopo avere fatto una riforma elettorale “unica” nella sua incostituzionalità, vorrebbe fare le leggi utilizzando un’ unica Camera, dopo avere fatto passare leggi come il Jobs Act, che favoriscono l’unicità dei profitti delle imprese a spese dei diritti e delle fatiche dei lavoratori, dopo avere fatto passare alla Camera il ddl scuola, in cui si garantisce il ruolo unico ed esclusivo, con pieni poteri, al dirigente scolastico a spese dei diritti e dei carichi lavorativi degli insegnanti, adesso il Premier vorrebbe anche un sindacato unico. Lasci perdere Presidente Renzi, si occupi di casa sua e lasci liberi i cittadini di scegliersi le proprie rappresentanze sindacali, in base alle piattaforme contrattuali e alle proposte di idee politiche sul lavoro, che ogni sindacato propone. Il pluralismo, la democrazia e la libertà sono una ricchezza irrinunciabile per ogni cittadino e, purtroppo per lei, non sono semplificabili. Tra persone di cultura e di studio, che conoscono bene la storia italiana, e che per esempio sanno bene che Nizza e Savoia erano italiane e nel 1860 sono state cedute ai francesi, sono fin troppo chiare le ragioni storiche dell’importanza del pluralismo e delle varie anime sindacali e dei valori della nostra Costituzione. Ma è altrettanto ovvio comprendere che le persone che sono sottodimensionate culturalmente, e non per mancanza di titolo di studio, ma piuttosto perché colpiti dalla sindrome dell’ analfabetismo di ritorno, possano non capire l’importanza che ha , nel nostro Paese, il pluralismo e la diversità di idee. Forse anche per questo motivo, milioni di persone, molto acculturate e ricche di passione, sono convintissime, per averlo ben compreso,che la riforma della scuola è semplicemente una semplificazione al ribasso dei diritti giuridici e economici degli insegnanti. Non si tratta affatto di Buona Scuola, ma piuttosto di Scuola Unica della dispersione dei nostri cervelli. Gli insegnanti sono contro l’unicità della mediocrità e a favore del pluralismo della conoscenza, ma purtroppo chi ci governa non ha i mezzi per comprendere.