dal blog di L. R. Capuana, 6.8.2021.
L’emergenza sanitaria, usata per depredare ancora di più il sistema di istruzione italiano, avrebbe potuto essere l’occasione per mettere in crisi l’ideologia neoliberista imperante nell’EU dagli inizi degli anni ’90 del secolo scorso e invece, una volta di più, la sedicente sinistra si piega al volere dei padroni.
Confindustria, le fondazioni, certe associazioni di categorie – quelle asservite per puro opportunismo ai cosiddetti azionisti (stakeholder) – e i media mainstream sono i veri pupari di questo governo detto dei “migliori”.
La gestione complessiva della pandemia, della campagna di vaccinazione e dei fondi del PNRR (fondi il cui stanziamento europeo è merito esclusivo del governo Conte 2, particolare da sottolineare seppure le critiche a quel governo non sono state lesinate specie in riferimento al ministro dell’istruzione di allora), nonostante i tanti “migliori” coinvolti, è del tutto fallimentare.
Al suo insediamento il “governo dei migliori” ebbe cura di sostituire il commissario straordinario Arcuri attribuendogli, quindi, ogni responsabilità per quanto non era stato fatto, o fatto male. Tuttavia, a distanza di mesi il nuovo incaricato – un generale dell’esercito, addirittura – non ha saputo fare di meglio. Tant’è che le criticità addebitate al governo Conte 2 sono tutte ancora sul tappeto eppure i grandi organi di informazione italiani si guardano bene dal metterle in evidenza, al contrario, oggi ciò, che veniva usato per mettere quotidianamente in croce l’ex presidente del consiglio Conte, è veicolato come frutto delle grandi competenze taumaturgiche dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi.
IL GREEN PASS E IL SUO USO STRUMENTALE E CAPZIOSO
Senza essere troppo tecnici rileviamo innanzitutto l’uso strumentale e capzioso dell’obbligo della certificazione verde (green pass) per tutti i docenti italiani e per gli studenti universitari che si configura come l’ennesima campagna mediatica vergognosa atta esclusivamente a coprire le falle della politica e la precisa volontà di non investire un euro nell’istruzione; volontà scientemente strutturale e ostinatamente perseguita dal governo, da tutto l’arco politico, ma anche da tutti i tecnici ministeriali che avallano e magari suggeriscono queste scelte surreali, non da oggi peraltro.
D’altronde perché modificare una tattica che funziona sempre: trovare l’anello debole da usare come capro espiatorio cui addossare tutte le inadempienze della politica e del governo?
Dopo mesi di comunicazione mediatica confusionaria, irrazionale e, in alcuni precisi momenti, quasi demente in merito ai vaccini, l’atto finale è quello di far credere all’opinione pubblica che se il diritto all’istruzione non si potrà garantire è a causa dell’irresponsabilità dei docenti che rifiutano di vaccinarsi. Senza pudore!
IL “GOVERNO DEI MIGLIORI” E L’INFORMAZIONE CONFUSA E SCHIZOFRENICA SUI VACCINI
Eppure basta cercare in rete informazioni e ci si ricorda subito a chi effettivamente attribuire le falle del sistema. Facendo un breve riassunto troviamo che all’inizio il governo scaricò ogni responsabilità sul ritardo all’iter burocratico per l’approvazione delle agenzie nazionali ed europee preposte alla verifica dei vaccini; successivamente accusarono di ogni cosa le varie multinazionali produttrici (Pfizer, Astrazeneca, Moderna e Johnson) che non consentivano un approvvigionamento tempestivo e secondo programma; la terza fase è da ricondurre all’assoluta disorganizzazione sia per le prenotazioni sia in merito all’individuazione dei siti dove somministrare le vaccinazioni e tutto a seguito di un già ampiamente certificato fallimento totale delle varie regioni nel gestire l’acquisto e la distribuzione delle mascherine. E però, non paghi di quella disastrosa gestione, il “governo dei migliori” si affida ancora una volta alle regioni per gestire la campagna di vaccinazione. Dei geni assoluti!
E che dire del panico seminato in tutto il paese a seguito delle morti sospette, o fatte passare come tali da certa propaganda? Ma la confusione generata non si è fermata solo a questo infatti, è seguita immediata rassicurazione ufficiale, se non che gli esperti cedono ad un ripensamento compulsivo e, di punto in bianco, sospendono le vaccinazioni fornendo notizie contrastanti sul tipo di vaccino da somministrare a quali categorie di cittadini, infine avviene l’ennesima giravolta, quasi un testa coda, e con una faccia di bronzo incredibile, dall’alto della loro scienza gli esperti ripropongono nuovamente Astrazeneca che era stata indicata come la causa di tutto.
Ma tranquilli, questa non è schizofrenia. No, è pura e semplice incompetenza comunicativa – si spera che si tratti solo di incompetenza comunicativa – e per insabbiare le responsabilità di dirigenti retribuiti lautamente si ricorre alle peggiori delle pezze per coprire i buchi: far ricadere tutto sulla responsabilità individuale. Quindi, lor signori, si servono dell’opinione pubblica e dei media per mettere le persone le une contro le altre diffondendo notizie false e poi si rimangiano ogni cosa.
Verrebbe quasi da pensare che tutti questi esperti che si vedono costantemente in TV a divulgare il loro verbo siano solo in cerca della più bieca visibilità mediatica e per ottenerla, complice la rincorsa senza scrupoli dell’audience da parte dei media, sono disposti a tutto, anche a far la figura dei mentitori seriali confidando nella scarsa memoria del pubblico che si beve qualsiasi fandonia se replicata ad oltranza da chi indossa la maschera della competenza.
IL 5 AGOSTO L’ANNUNCIO IN DIRETTA: IL GREEN PASS DIVENTA OBBLIGATORIO PER GLI INSEGNANTI
Le peggiori nefandezze riservate alla scuola sono sempre state messe in atto d’estate, il periodo ideale per far ingoiare di tutto perché nessuna protesta potrebbe essere mai organizzata in questo periodo, ammesso che i sindacati, i grandi assenti, abbiano interesse e voglia ad organizzare una mobilitazione.
E quindi veniamo all’oggi, o meglio ieri addì 5 agosto 2021, sottolineando però innanzitutto che il corpo docenti è stato il più solerte nell’adesione alla campagna vaccinale credendo fermamente che fosse l’unico strumento per auto tutelarsi in mancanza di tutele efficaci che lo stato, in qualità di datore di lavoro, avrebbe dovuto assicurare e mai ha fatto dall’inizio della pandemia ad ora (anche su questo sarebbe necessario fare un riassunto, basti solo pensare che per mesi i docenti italiani sono stati obbligati a trascorrere ore ed ore in ambienti insalubri per sovraffollamento con studenti che, dicevano, erano i vettori più insidiosi del contagio, ora non lo sono più?).
Stando ai dati certi, allo stato attuale l’85% dei docenti italiani è vaccinato e ciononostante il “governo dei migliori” annuncia in diretta TV (ieri sera appunto) un provvedimento normativo che obbliga i docenti e ora anche gli studenti universitari ad esibire il green pass pena rispettivamente la sospensione dal servizio senza retribuzione, per i primi, e negando, ai secondi, il diritto allo studio di cui tanto si sono riempiti la bocca nei mesi scorsi.
Il mantra delle ultime settimane riproposto con irritante insistenza da tutti i canali di comunicazione è che il ritorno in presenza a scuola e nelle università è strettamente legato alla vaccinazione capillare dei docenti soprattutto. Oltretutto affermando che di fatto il vaccino non garantisce assolutamente uno scudo totale contro il contagio, ma che serve per non subire sintomi preoccupanti e che tutela chi lo ha fatto dal ricovero in terapia intensiva.
Certo, data la situazione corrente, non è poco; ma sostenere che sarà la soluzione a tutti i mali ce ne corre.
IL GREEN PASS NON È CHE LA FOGLIA DI FICO E STRUMENTO DI DISTRAZIONE DI MASSA
Se si volesse davvero assicurare il rientro in presenza a settembre a tutti gli studenti italiani dai bimbi della scuola dell’infanzia ai giovani universitari i provvedimenti da prendere sono altri e noi, addetti ai lavori, lo ribadiamo dal marzo 2020. Servono investimenti significativi e la consapevolezza che non si possono far nozze con i fichi secchi.
L’elenco non è lungo, ma esige un cambio di paradigma strutturale:
- riduzione del numero di studenti per classe;
- aumento dell’organico;
- reperimento di spazi idonei;
- aerazione dei locali
- test e tracciamento seri, costanti e continuativi;
- rivedere la capienza, al ribasso, dei mezzi nei trasporti pubblici locali.
Non ci sono altre strade percorribili, a meno che la sicurezza nelle scuole e nelle università non è che solo uno slogan propagandistico e pure di bassa lega; a meno che la priorità non è mai stata davvero garantire il diritto allo studio e combattere seriamente l’abbandono scolastico, come, affranta, asserisce la presidente dell’INVALSI (e tutti i pappagalli che ripetono la lezioncina a memoria) commentando i risultati preoccupanti di quest’anno (in realtà in linea con quelli degli altri anni); a meno che invece la priorità è quella di offrire in pasto all’opinione pubblica l’agnello sacrificale, ovvero i docenti italiani brutti e cattivi per coprire interessi di bottega dei partiti, piccoli e grandi, oppure gli interessi dei potentati economici che in questo paese ormai da anni fanno il bello e il cattivo tempo; altrimenti non si spiega perché in quasi tutti i luoghi chiusi è previsto il green pass, ad eccezione di: trasporti pubblici locali, notoriamente comodi ed efficienti, di chiese e luoghi di culto vari – ma forse qui ormai è così scarsa l’affluenza che il distanziamento sociale è assicurato anche senza green pass – e degli alberghi, evidentemente chi soggiorna in albergo e consuma i pasti nella struttura può entrarvi senza contagiare alcuno per qualche misteriosa ragione nota solo ai grandi esperti dei vari comitati tecnici scientifici, o forse sarebbe il caso di chiamarli più appropriatamente “comitati elettorali”- ricordiamo tra l’altro che un noto leader di partito ha sostenuto senza vergogna che bisognava evitare disagi al comparto del turismo –.
LA STRATEGIA DEL DIVIDE ET IMPERA CHE FUNZIONA SEMPRE
Mentre il dibattito si avvita tutto intorno ai “si-vax” e ai “no-vax”, con toni assurdi tipici della guerra tra poveri, sfugge il dato politico di tutta la vicenda, ossia: la politica ha fallito, quella di sinistra sempre più dell’altra, parte, ad esempio, si dice che certi esponenti di destra siano ben felici dell’esito ottenuto.
Qualche perplessità permane ancora e segnatamente tre di particolare rilievo. La prima: si è poi potenziato il sistema sanitario aggiungendo posti nei reparti di terapia intensiva, come disse il ministro Speranza ad inizio emergenza che si sarebbe dovuto fare? La seconda domanda è più tecnica che politica: chi dovrà verificare se i docenti sono in possesso del green pass e come si fa a tutelare, allo stesso tempo, il loro diritto alla riservatezza ed è lecita la sospensione del servizio senza stipendio in caso di rifiuto? Infine la terza, se è vero che il vaccino è la soluzione a tutti i guai procurati dalla pandemia e l’unico modo per tornare alla normalità, perché il governo non lo rende obbligatorio per tutti assumendosene in toto la responsabilità, anziché prevederlo solo per specifiche categorie?
Sono discriminati quelli che devono dimostrare di averlo fatto, o sono discriminati quelli che non hanno finora avuto l’obbligo?
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Il “governo dei migliori” e la foglia di fico del green pass sulla scuola ultima modifica: 2021-08-07T20:09:19+02:00 da