Il lavoro sommerso degli insegnanti

Gilda Venezia

Orizzonte Scuola, 7.62025.

Dalle correzioni ai colloqui, 800 ore l’anno non retribuite per un valore di 14mila euro.
Ecco cosa si nasconde dietro le cattedre.

Gilda Venezia

Dietro la facciata delle “18 ore settimanali” si nasconde una realtà ben diversa: quella di professionisti dell’educazione che dedicano alla scuola il doppio del tempo ufficialmente riconosciuto.

Una ricerca dell’Osservatorio conti pubblici italiani, qualche mese fa, ha sollevato il velo su un fenomeno che tocca migliaia di docenti: il lavoro sommerso, quell’insieme di attività indispensabili ma invisibili che trasformano l’insegnamento in una professione a tempo pieno non retribuita come tale.

Il paradosso delle ore contrattuali

I dati OCSE sembrano confermare un luogo comune: gli insegnanti italiani lavorerebbero meno dei colleghi europei. In Francia, i docenti della scuola primariatrascorrono in aula il 20% di tempo in più rispetto agli italiani, mentre nel Regno Unito i professori delle secondarie raggiungono 855 ore annue contro le 617 italiane, con uno scarto di 238 ore.

Tuttavia, tale comparazione si basa esclusivamente sulle ore contrattualizzate di insegnamento frontale, ignorando completamente il carico di lavoro reale. Come evidenzia lo studio della giunta provinciale dell’Alto Adige su 5.200 docenti, la realtà è ben diversa: i docenti di ruolo lavorano effettivamente 1.660 ore annue, i supplenti 1.580, con punte di 1.677 ore per gli insegnanti delle superiori. In termini settimanali, si tratta di circa 36 ore distribuite su 45 settimane lavorative.

L’universo del lavoro non riconosciuto

Il lavoro sommerso comprende una galassia di attività essenziali ma non retribuite: dalla stesura delle programmazioni didattiche alla correzione delle verifiche, dalla preparazione dei PEI e PDF per gli alunni con disabilità all’organizzazione di uscite didattiche. Si aggiungono i colloqui con i genitori, la partecipazione agli organi collegiali, la formazione continua e la gestione di nuove incombenze come i BES e le prove INVALSI.

L’Osservatorio CPI ha quantificato il fenomeno nella scuola secondaria: alle 18 ore di insegnamento si sommano circa 18 ore aggiuntive settimanali non riconosciute contrattualmente. Il Movimento Docenti ha stimato il valore economico del lavoro invisibile in circa 14.000 euro annui per docente, calcolando una tariffa oraria di 17,50 euro. Durante i periodi più intensi, come gli scrutini, il carico extra può superare le 50 ore, per un valore che arriva fino a 800 euro non retribuiti.

Come testimonia un docente sui social: “Le 18 ore di cattedra sono le più belle… tutto il resto è un sommerso”, mentre un altro aggiunge: “Mi basterebbe non dover svolgere così tanto lavoro a casa dopo essere uscita da scuola. Anche noi docenti abbiamo una vita e dei figli”.

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Il lavoro sommerso degli insegnanti ultima modifica: 2025-06-07T17:47:25+02:00 da
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