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Il leader avrebbe bisogno della sua follia

Pasquale Almirante,  La Tecnica della scuola  17.2.2016

– La verità? È degli innocenti, come nella fiaba ‘I vestiti nuovi dell’imperatore’ di Hans Christian Andersen. In quel caso a gridare che il re fosse nudo fu un bambino, innocente appunto, contrariamente ai protagonisti che circondano il re dei nostri giorni che spesso sono soli con il loro potere, circondati da collaboratori che vivono in uno stato di soggezione gerarchica, pronti sempre ad abbassare la testa e ad assecondare i desideri di chi comanda, senza mai contraddire.

I leader dunque avrebbero bisogno di persone sincere, come i bambini,  o  di folli che, scrive stateofmind.it, ricorrendo all’arma dell’umorismo, riescono a limitarne le conseguenze dell’arroganza e dell’ostilità, come avviene nel Re Lear di Shakespeare, nel quale il re fallisce perché, in un certo senso, non dà ascolto alle parole del suo buffone e rimane agganciato ad un solo punto di vista.

 Il principe Hal, invece, diventa un grande sovrano perché sa ascoltare i suggerimenti e le lezioni di un altro straordinario personaggio comico: Falstaff, furfante memorabile, ma anche inimitabile maestro di saggezza popolare.

Sono gli individui come Falstaff e il Fool, che si muovono lontano dal cuore dell’organizzazione, a dire al leader la verità e a ricordargli la natura terrena e provvisoria del suo potere.

Anche Erasmo da Rotterdam, nel suo ‘Elogio della Follia‘, esamina il rapporto tra il leader ed il giullare. Sotto le apparenze della follia, il giullare può dire ciò che per altri è indicibile; usando le risorse dell’umorismo, il folle protegge il re dal rischio di diventare arrogante

Nei tempi passati erano i giullari  la coscienza critica, ma nascosta, del re.

Oggi, all’interno delle organizzazioni, leadership e followership sono ruoli in relazione ed il follower può esercitare un’influenza verso l’alto in modo attivo, in altre parole ‘a dispetto dello squilibrio di potere, l’influenza può essere esercitata da entrambi i ruoli come parte di uno scambio sociale’.

La followership, scrive sempre stateofmind.it, non può essere sudditanza e neppure silente attesa dell’entrata del leader come se fosse il Re Sole; d’altra parte il leader non deve essere malato di narcisismo, ovvero avere una personalità che la psicologia clinica definisce maniacale.

E quanti sono i “re sole-presidi-dirigenti” acquartierati dentro le loro piccole scuole-versailles? E quanti sono i docenti che ruotano attorno alla sua corte senza  profferire, non già critica, ma neanche parola di fronte a certe evidenti nudità?

Il leader avrebbe bisogno della sua follia ultima modifica: 2016-02-17T15:10:13+01:00 da
Gilda Venezia

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