Il ministro Bussetti: accorpare le scuole, ma ogni preside ha già in media 5 plessi

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di Salvo Intravaia, la Repubblica, 5.8.2018

– Più di un quarto delle scuole italiane è divisa su sette plessi o più. L’11%, quasi 900 istituti, ne governa almeno 10. Il nuovo inquilino di viale Trastevere rilancia sul dimensionamento scolastico. La protesta dei dirigenti scolastici: “Chiediamo che l’organico venga incrementato, anziché ulteriormente contratto”.

Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti vuole compattare più di quanto non sia stato fatto finora le istituzioni scolastiche. Il motivo? Ridurre le reggenze e fare in modo che l’enorme macchina scolastica italiana, con migliaia di plessi scolastici facenti capo a un numero sempre minore di scuole, venga gestito da un numero sempre più ristretto di capi d’istituto. La volontà del nuovo inquilino di viale Trastevere è stata palesata nel corso dell’audizione al Senato dello scorso primo agosto, in cui Bussetti ha snocciolato le priorità delle Linee programmatiche del suo dicastero. “Sarà mia cura – ha spiegato – sollecitare le regioni all’adempimento dei parametri del dimensionamento scolastico, affinché i numeri siano coerenti in tutte le zone del Paese. Ciò consentirà di rivedere il numero delle dirigenze sul territorio nazionale: se dimensioniamo, avremo bisogno di meno dirigenti scolastici”. E quindi di meno reggenze.

Dal 2000 è partita in Italia una vera e propria corsa all’accorpamento delle scuole con lo scopo di risparmiare poltrone da preside e da Direttore dei servizi amministrativi (il segretario scolastico) e che, in più casi, ha generato veri e propri mostri dalle tante teste. Il caso più eclatante, riportato da Repubblica, l’Istituto comprensivo Mangione-Grimaldi in cui la preside, Mariella Chiappetta, è costretta a fare i salti mortali ogni settimana per assicurare la propria presenza in tutti e 26 i plessi del suo istituto, in 10 Comuni diversi della provincia di Cosenza. Quella del Mangione-Grimaldi è solo la punta dell’iceberg, perché i circa 42mila plessi scolastici in cui si articola la scuola italiana sul territorio nazionale fanno capo a poco più di 8mila e 300 istituzioni scolastiche. Ognuna delle quali ha in carico mediamente 5 plessi.

Più di un quarto degli istituti italiani, il 27 per cento, si trova a gestire scuole articolate in sette plessi o più. E l’11 per cento, quasi 900 istituti, ne governa da 10 in su. Le scuole che hanno una sola sede ammontano appena al 14 per cento. Un’ulteriore spinta sul pedale del dimensionamento scolastico (l’operazione con cui si accorpano o si distribuiscono i diversi plessi alle scuole) si tradurrebbe in un incremento dei plessi da gestire per singolo istituto. E in un incremento di responsabilità e lavoro a carico del singolo dirigente scolastico. Per l’Associazione nazionale presidi (Anp) l’idea di ridurre l’organico è l’esatto opposto di quello che andrebbe fatto.

“Noi presidi chiediamo che l’organico venga incrementato, anziché ulteriormente contratto”, dice Antonello Giannelli, presidente dell’Anp. “In questo modo, se con la reggenza un preside percepisce una quota addizionale, incrementando il numero di plessi della scuola non percepirebbe più nulla”. Il carico di lavoro e responsabilità, però, aumenterebbe. “Secondo me – conclude Giannelli – il problema andrebbe affrontato in maniera diversa. Occorrerebbe che ad ogni singola regione, che gestisce il dimensionamento scolastico, venisse assegnato un numero di dirigenze in base al numero di alunni: una, per esempio, ogni mille. Se poi una regione vuole mantenere una piccola scuola in un comune di montagna, dovrà assegnare più alunni ad una scuola in città, dove i collegamenti sono più facili. E’ meglio per un capo d’istituto gestire mille e 500 alunni in un unico edificio in città che lo stesso numero suddiviso in dieci comuni diversi”.

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Il ministro Bussetti: accorpare le scuole, ma ogni preside ha già in media 5 plessi ultima modifica: 2018-08-05T20:56:19+02:00 da
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