dal blog di Gianfranco Scialpi, 21.12.2019
– Il no alla tecnologia è una risposta sbagliata al contesto 2.0. L’intervista a Pier Cesare Rivoltella conferma la mia posizione. I rischi di una marginalizzazione della scuola e la resa a pedagogizzare positivamente il nuovo scenario.
Il no alla tecnologia è una risposta non adeguata ai tempi
Il no alla tecnologia, rappresenta una sbagliata a un contesto 2.0 sempre più invasivo e dal quale non si potrà prescindere nei prossimi anni. Non ci riferiamo, infatti ad aspetti marginali del futuro, ma a una realtà che modificherà la prospettiva, fino a renderla significativamente diversa rispetto a quella attuale, già sideralmente lontana dal contesto di qualche anno fa.
Ho scritto qualche giorno su Orizzonte Scuola.it ” Questo è il territorio che si sta sviluppando intorno alla scuola e che non può ignorare. Un territorio con nuove mappe di orientamento sui nuovi comportamenti, cambi cognitivi e relazionali. Quelle tradizionali hanno smesso di funzionare. Meglio sono ancora presenti, ma hanno perso tutta la loro efficacia nell’interpretare il contesto 2.0, favorendo la chiusura e l’arroccamento della scuola dove il dentro rappresentato dalla tradizione è positivo, amico, mentre il fuori 2.0 è il nemico.”
Una piacevole conferma da Pier Cesare Rivoltella
Chiara la mia posizione. E’ necessario che il sistema formativo si riprenda i propri ragazzi, in balia del Thanatos e dell’Eros (S. Freud). Mi riferisco agli aspetti formativi. La scuola deve intervenire, proponendo percorsi finalizzati alla gestione critica dell’informazione e soprattutto all’immissione oculata dei propri dati personali e sensibili nel Web. Solo conseguendo questo obiettivi, sarà possibile liberare i nostri ragazzi dalla gabbia del mercato e di soggetti anche individuali che invece perseguono altri fini. Primo fra tutti quello commerciale, sul quale si regge quel buco nero chiamato Dark Web, alimentato anche dalla sprovvedutezza dei genitori.
Diversamente la scuola è condannata all’irrilevanza, perché percepita lontana e indifferente al contesto 2.0
Tutto questo è confermato da Pier Cesare Rivoltella che in un’intervista al quotidiano “La Stampa” dichiara” Chi dice fuori gli smartphone dalla scuola, vive fuori dalla contemporaneità. Il problema se lo smartphone o il tablet siano dannosi è mal posto. Come società consapevole dovremmo invece interrogarci sui dati che regaliamo ai grandi provider. Pensiamo ad esempio al nuovo settore merceologico appena nato, quello dell’Internet of Toys che mette sul mercato prodotti per la primissima infanzia e che raccolgono i dati dei bimbi. Se continuiamo a interrogarci su quanto usano i ragazzi i loro telefonini intelligenti, i grandi player saranno solo contenti, perché è lì che vogliono che sia la nostra attenzione.
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Il no alla tecnologia rappresenta un suicidio per la scuola ultima modifica: 2019-12-22T05:39:03+01:00 da