Il nuovo “Atto di indirizzo” del Ministro Valditara: tanta fuffa e poche risorse

Gilda Veneziainviato da Alfiero Benedetti, 6.7.2024.

I contenuti dell’atto di indirizzo. Fuffa pericolosa e risorse scarse.

Gilda Venezia

E’  stato finalmente emanato da Valditara “L’atto di indirizzo politico-istituzionale per l’anno 2023” che avrebbe effettività anche per il triennio 2023-25. Si tratta del programma di governo nel campo dell’Istruzione che sconta come priorità i limiti determinati dal DEF e dalle poste di bilancio.

Ricordiamo che il patto di stabilità costringerà ad una riduzione di 11-13 miliardi annui la programmazione finanziaria nei prossimi anni, fatto che avrà effetti preoccupanti in particolare sulla spesa pubblica, istruzione, sanità e previdenza in primis.
Nel documento che glissa sulle effettive risorse a disposizione si torna a parlare di performance, valori, target, obiettivi con processi “a cascata” e altre amenità.
Traducendo: bisogna fare le nozze con i fichi secchi e quindi è necessario aumentare la “produttività” del sistema.

Così, nel campo delle risorse si fa sempre riferimento miracolistico ai fondi PNRR e ai PON, risorse che sono limitate nella quantità, nelle finalità e nel tempo. Non si può fare una seria programmazione senza avere risorse certe non dipendenti da aiuti europei  nel medio-lungo periodo. La parte iniziale del documento è quindi la riproposizione, presente anche nei tanti atti di indirizzo dei precedenti governi, della solita fuffa politica che cerca di nascondere la pochezza della volontà governativa di definire il campo dell’istruzione e della formazione come elementi realmente strategici e prioritari per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Undici sono le priorità che Valditara disegna come fondamentali per l’azione di governo nell’istruzione.
Le analizziamo brevemente una per una.

  1. Promuovere la valorizzazione del personale scolastico: si parla di “azioni strategiche” nel reclutamento, la formazione e la valorizzazione del “capitale umano”, aggiornamento delle metodologie didattiche delle discipline STEM. Si fa riferimento anche ad “azioni da attuare a favore dell’autorevolezza della figura del docente”.
    Belle parole intrise da cultura aziendalista (capitale umano…). Si continua a battere su formazione (quale e fatta da chi?) e innovazione della metodologia didattica (si veda il riordino delle indicazioni nazionali fatto dai mitici pedagogisti).
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  2. Promuovere processi di innovazione didattica e digitale: si pone l’attenzione sulla didattica laboratoriale, sugli ambienti didattici innovativi, sulle metodologie supportate dalle tecnologie dell’informazione e sulla “didattica orientativa” (cosa sarebbe nessuno lo sa).
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  3. Potenziare l’offerta formativa nelle scuole di ogni ordine e grado: in una “prospettiva orientativa” sarebbe necessario valorizzare le competenze e i talenti della persona-studente con una didattica personalizzata. Grave è porre ancora affidamento alla riproposizione della figura del tutor e dell’orientatore implementandola anche nella scuola secondaria di primo grado. Il tutto per evitare la famosa “dispersione scolastica” sulla quale non si fa mai un’analisi compiuta dal punto di vista socio-economico.
    Gravissima è la volontà del governo di procedere alla riforma della filiera tecnico e professionale con finalità prevalentemente legata alla formazione professionale coerente con la realtà produttiva del territorio. Una scuola al servizio delle imprese e del mercato anche locale.
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  4. Garantire a tutti il diritto allo studio: si cita una opportuna “alleanza tra famiglia e scuola” per “lo sviluppo integrale della persona”. Si ripropongono i soliti riferimenti all’inclusione dei disabili, dei fragili, ecc. L’implementazione delle attività sportive dovrebbe essere uno strumento di rafforzamento dei processi educativi e di inclusione.
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  5. Sostenere le autonomie scolastiche: si cita una “semplificazione burocratica” e l’”informatizzazione delle procedure amministrative” e il potenziamento delle attività di valutazione del sistema scolastico (Invalsi? Indire? Altri?). Fuffa.
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  6. Supportare il processo di rinnovamento del patrimonio edilizio scolastico: è il punto che coinvolge maggiormente le risorse PNRR. Purtroppo non si parla solo di riqualificazione e messa in sicurezza gli edifici scolastici (senza affrontare il problema della gestione degli appalti affidati all’ente locale), ma ci si spinge a immaginare la realizzazione di una “scuola intelligente” che renda “piacevole la permanenza dello studente e ne stimoli l’intelligenza” con l’uso di locali condivisi e quant’altro.
    Tradotto: se dobbiamo utilizzare i soldi del PNRR per ristrutturare le scuole lo facciamo organizzando gli spazi per permettere l’apertura delle scuole anche in orario extrascolastico, d’estate, ecc. per consentire agli allievi di permanere per più ore e giorni diventando nelle aule scolastiche così magicamente più intelligenti.
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  7. Favorire l’accesso precoce al sistema di istruzione e formazione nell’ottica di assicurare il successo scolastico: positivo è pianificare il già programmato accrescimento dell’offerta formativa nella fascia 0-6.
    Peccato che per i ritardi nella gestione degli appalti e dei rapporti con gli enti locali già la prima trance di finanziamento sia stata ridotta.
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  8. Semplificare la scuola: semplificazione normativa, procedimentale/amministrativa, innovazione organizzativa/ tecnologica.
    Vedremo se alle parole deriveranno azioni concrete.
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  9. Rafforzare la capacità amministrativa e gestionale del MIM e delle Istituzioni Scolastiche: si promette un rafforzamento del “capitale umano” del ministero (sempre “nei limiti delle proprie facoltà assunzionali”…), un aumento del personale ispettivo con competenze nell’ ” innovazione e nella ricerca” e nelle “azioni di monitoraggio e consulenza”. Per i docenti invece si prospettano preoccupanti “modalità innovative di svolgimento della prestazione lavorativa” (??), accrescimento del “benessere organizzativo” (??).
    Il tutto senza parlare di significativi aumenti stipendiali e promettendo una marea di attività formative. Si veda poi il punto 10.
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  10. Valorizzazione il sistema nazionale di istruzione e i suoi attori: qui si dovrebbe parlare di soldi e stipendi. Ci si limita invece alla promessa di “proseguire sulla strada di un adeguato riconoscimento economico al corpo docente”. Belle parole, anche se senza contenuto. Ma quella che è pericolosa è la volontà di differenziare gli stipendi “nella direzione di un riconoscimento economico legato alla complessità del ruolo” (?) con un nuovo sistema di “pesature delle istituzioni scolastiche”. Fuffa molto pericolosa.
    Nel campo dell’autonomia scolastica la finalità del MIM è di fatto arrivare alla piena parità tra scuola statale e scuole parificate con maggiori finanziamenti per queste ultime.
    Essendo “Ministero del Merito” si parla qui anche di merito degli studenti che devono essere valorizzati nei loro talenti senza lasciare indietro nessuno e premiando i più meritevoli anche con borse di studio.
    Alle scuole è demandata la possibilità di sfruttare autonomamente ogni opportunità di finanziamento (contributi da privati e aziende, ecc.).
  1. Attuare tempestivamente le misure del PNRR.

Questi sono a grandi linee i contenuti dell’atto di indirizzo. Fuffa pericolosa e risorse scarse.

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Il nuovo “Atto di indirizzo” del Ministro Valditara: tanta fuffa e poche risorse ultima modifica: 2024-07-06T03:22:18+02:00 da
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