di Concita De Gregorio, Invece Concita, 20.8.2021.

La Primary School di Fair Isle che cerca un insegnante per i suoi tre allievi.

Il paradiso degli insegnanti esiste e si trova nelle Shetland, naturalmente è un’isola (il paradiso per come lo immagino io è sempre in riva al mare), si chiama Fair Isle. Imperdibile l’articolo di Enrico Franceschini che racconta del seguente annuncio, un’offerta di lavoro: classe di tre studenti, 35 ore di insegnamento alla settimana, 65mila euro lordi. L’isola, intorno. Va bene, si trova nell’arcipelago sub-artico, nel punto più a nord del Regno Unito, e bisogna essere inglesi o scozzesi – credo – per partecipare alla selezione. Inoltre è un posto solo, irrilevante alle statistiche.

Per tutti gli altri la scuola ricomincia come sempre, dove sempre. Terzo anno scolastico in pandemia. Non proprio una sorpresa, diciamo. E quindi come ci siamo organizzati, a questo terzo giro? Chi può dirlo. Sono aperte le scommesse, ipotesi e scenari. Ci saranno mezzi di trasporto dedicati, essendo il trasferimento casa-scuola (questo almeno lo abbiamo acquisito) il più alto fattore di rischio contagio? Tenderei ad escludere, ma non voglio essere pessimista: magari compaiono fra dieci giorni migliaia di minibus elettrici, scambiati al baratto coi banchi a rotelle.

Ci saranno tamponi gratuiti all’ingresso per tutti? Può darsi, non vedo l’ora di assistere. Si starà in classe con le mascherine e le finestre aperte anche a febbraio? Certo, le finestre aperte non sono proprio una soluzione fantascientifica, ma perché lamentarsi sempre. E se compare un positivo, ai test, scattano protocolli? Li abbiamo preparati? Sono custoditi in un cassetto e verranno fuori a sorpresa, in regalo, il giorno stesso? E la mensa? Che dice il sindacato? E i non vaccinati? Giusto per parlare, eh. Non c’è fretta.

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