Il piano straordinario delle assunzioni: ecco i numeri del flop

di Salvo Amato  Gessetti Rotti, 22.8.2015.  

Lo avevamo annunciato mesi fa che un piano delle assunzioni che si basa sui totali senza entrare nel merito dei dettagli analitici e dell’incrocio tra posti disponibili e docenti abilitati non avrebbe funzionato.

Dopo aver esultato per aver incassato 71.000 domande, il ministero passa in rassegna il dettaglio dei numeri e non può che notare alcune strane situazioni che addirittura riducono drasticamente il numero di domande accoglibili. Ciò per un motivo molto semplice: non ci sono posti per tutte le classi di concorso e per tutti gli ordini di scuola.

Il primo dato che salta all’occhio è il fatto che oltre 3.000 domande sono presentate da docenti che già sono entrati di ruolo in fase zero e A. Questi docenti ovviamente non vanno conteggiati tra quelli che occuperanno un posto in fase B o C. Il Ministero ha consigliato loro di far domanda ma, avendo nel frattempo ottenuto una sistemazione, la loro domanda è inutile.

Un altro dato importante riguarda la scuola dell’infanzia. Nonostante non ci siano posti per la fase C e pochissimi per la fase B sostegno, si registrano circa 15.000 domande da parte di docenti della scuola dell’infanzia. È fin troppo evidente che questi non vedranno alcun posto di ruolo per il semplice fatto che non ne sono previsti.

C’è poi un dato macroscopico da prendere in considerazione: i docenti di diritto e discipline economiche ed aziendali sono circa 15.000. Se si valuta che 2 su 3 hanno fatto domanda si può arrivare alla conclusione che ci sono 10.000 docenti di quelle discipline che chiedono di entrare in ruolo nelle fasi B e C. Inutile precisare che in fase B non ci sono posti per quelle discipline e soprattutto che in fase C la situazione è tutta da vedere. Analizzando la distribuzione dei posti per ordini di scuola si riuscirebbe ad assumere in ruolo tutti questi docenti solo se nelle scuole medie di secondo grado i DS li chiedessero tutti in organico potenziato. Ipotesi sicuramente da scartare. È ovvio, quindi, che molti di questi docenti resteranno fuori.

Dunque, alle 71.000 domande occorre detrarre almeno 24.000 casi che non verranno accolti (3.000 domande dei già in ruolo + 15.000 domande infanzia + 5-6.000 dei docenti di diritto che nella migliore delle ipotesi resteranno fuori dal piano perché troppi).

Il numero delle domande accoglibili, quindi, scende a 47.000. I posti resi disponibili in fase B sono circa 17.000, sempre che vengano tutti coperti grazie alle domande ci saranno solo 30.000 docenti pronti per la fase C.

Il governo ha puntato tanto sul famigerato potenziamento come la soluzione ideale per svuotare le GAE ma a quanto pare nella migliore delle ipotesi metà dei posti resteranno vacanti (25.000 dei 55.000). Ancora non sono note le richieste dei DS perché effettivamente ci saranno altre “sorprese” da noi previste sul fatto che domanda e offerta di professionalità per classe di concorso non coincideranno e non troveranno adeguata soluzione in molte discipline.

Mancheranno molti docenti di matematica, alle medie inferiori si registra una forte richiesta in fase B che assorbirà tutti e non ne lascerà nessuno per la fase C. Mancheranno molti docenti di informatica per lo stesso motivo, mancheranno docenti di chimica e docenti di spagnolo sempre per via della disparità tra domanda e offerta.

Il piano straordinario della mobilità farà il resto e completerà l’opera: I docenti assunti in altre province potranno rientrare nelle proprie province di residenza, quindi ci saranno intere regioni al nord senza alcun organico di potenziamento perché svuotate dal piano di mobilità.

Il piano straordinario delle assunzioni: ecco i numeri del flop ultima modifica: 2015-08-22T11:42:54+02:00 da
Gilda Venezia

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