“Il registro elettronico? Un ‘Grande fratello’ che controlla e danneggia i docenti” [intervista]

di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 19.2.2018

– La funzione primaria del registro elettronico non è quella di snellire il lavoro di inserimento delle presenze e delle valutazioni degli alunni, né di instaurare un rapporto diretto con le loro famiglie: tra gli obiettivi più rilevanti di chi ha imposto la rilevazione on line delle presenze e delle valutazioni nelle scuole pubbliche, ci sarebbe quello di controllare l’operato degli insegnanti. La presenza a scuola del registro connesso ad internet, fruibile anche dal dirigente scolastico in tempo reale, si rivelerebbe una sorta di ‘Grande fratello’, del quale però nell’ambiente scolastico nessuno sentiva il bisogno.

A sostenerlo, a colloquio con La Tecnica della Scuola, è Anna Angelucci, docente di Italiano e Latino al liceo Pasteur di Roma e presidente del Comitato nazionale “Per la Scuola della Repubblica”.

Professoressa Angelucci, da dove nasce l’esigenza di introdurre il registro elettronico a scuola?
Principalmente dalla volontà di controllare l’operato di chi opera nella scuola: gli alunni e quindi anche gli insegnanti. Con l’aggravante di schematizzare le loro azioni, rispettivamente di apprendimento e di espressione della lezione.

Cosa intende?
È un disegno che parte da lontano: dalla volontà di uniformare ogni spazio autonomo di scelta didattica, e dunque anche valutativa per i docenti. Negli ultimi venti anni, tutto questo è stato progressivamente ridotto, a partire della Legge 159/97, confinando il lavoro dell’insegnante italiano dentro ambiti sempre più ristretti e cogenti.

Ma il registro elettronico, se supportato con device e linee adeguate, è anche molto utile: non crede?
Partiamo dal concetto che è una falsa necessità: il registro elettronico e all’idea sottesa di un eterno streaming, o di un eterno ‘Grande fratello’ in nome di un’efficienza del ‘tempo reale’ che non c’è, a scapito invece del ‘tempo sostanziale’ a danno dell’insegnante.

Quindi, secondo lei si tratta di un’incombenza lavorativa ulteriore?
Certamente: pensiamo a quanto tempo prezioso perde l’insegnante per compilare il registro elettronico, con le sue spunte, i suoi campi obbligati, i suoi continui inconvenienti tecnici. A danno della didattica e dell’aggiornamento professionale, visto che l’alto numero di ore che vengono sottratte a vantaggio della burocrazia.

Scusi se insistiamo, il registro elettronico offre però anche tanti vantaggi: si pensi al rapporto diretto con i genitori degli alunni.
Non è questo il punto. Perché l’on line favorisce anche la ‘dematerializzazione dei rapporti scuola-famiglia’, a tutto vantaggio del mero controllo a distanza, del docente e dello studente, e quindi riducendo al mero controllo via internet tutto il portato della relazione genitori-figli e genitori-docenti, a cui ormai si è evidentemente rinunciato.

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“Il registro elettronico? Un ‘Grande fratello’ che controlla e danneggia i docenti” [intervista] ultima modifica: 2018-02-19T21:11:59+01:00 da
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