di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 18.4.2025.
Indicazioni Nazionali: associazioni contro il Ministro e il documento della “Commissione Perla”.
A conclusione della conferenza stampa svoltasi il 17 aprile presso la Camera dei deputati, i promotori dell’iniziativa (associazioni del mondo dell’educazione, della scuola e della ricerca, oltre che Flc-Cgil) hanno pubblicato un documento critico nei confronti delle nuove “Indicazioni Nazionali 2025”.
Il testo, intitolato “Per una scuola democratica e costituzionale. Critiche alle Indicazioni 2025”, denuncia una “radicale discontinuità culturale e pedagogica” rispetto alle Indicazioni del 2012, aggiornate nel 2018, la cui disapplicazione viene considerata la vera causa di una presunta crisi del sistema scolastico, a fronte di una cronica mancanza di investimenti.
I firmatari del documento criticano l’impianto generale delle Indicazioni 2025, ritenendolo “inaccettabile” in quanto basato su una logica “binaria” e “lineare” che esclude e separa, contrapposta alla logica della complessità, dell’interconnessione e del dialogo che caratterizzava le Indicazioni del 2012. Viene inoltre contestata la centralità attribuita all’”identità nazionale” a scapito di una visione più ampia che consideri le relazioni tra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità.
Le critiche si estendono a molteplici aspetti
Separazione tra istruzione ed educazione: le nuove Indicazioni operano una rigida distinzione tra istruzione (demandata alla scuola) ed educazione (affidata alla famiglia), una separazione ritenuta pedagogicamente discutibile in quanto i due processi sono inscindibili.
Personalizzazione vs individualizzazione: il documento sottolinea la mancanza di una chiara valorizzazione dell’individualizzazione, intesa come strategia per garantire l’uguaglianza nel processo di apprendimento e il rispetto della diversità. L’introduzione del latino opzionale viene vista come coerente con una visione “antiegualitaria” che rischia di riproporre distinzioni tra percorsi elitari e percorsi per le masse.
Professionalità docente: si lamenta un passaggio da un insegnante “riflessivo e ricercatore” (Indicazioni 2012) a un insegnante “esecutore”, con una marginalizzazione delle competenze psico-pedagogiche e didattiche. Ciò viene interpretato come un ritorno alla “scuola del programma” che mortifica la libertà di insegnamento e l’autonomia scolastica.
Valutazione: nelle Nuove Indicazioni sarebbe presente una idea di valutazione centrata sulla “valorizzazione dello studente” che rischia di rafforzare la funzione sommativo-selettiva a discapito di una valutazione orientata al miglioramento dei processi di insegnamento e apprendimento.
Scuola dell’infanzia: il documento della Commissione ministeriale sarebbe basato su una visione centrata sugli obiettivi individuali di apprendimento, che trascura la funzione sociale di promozione della coesione e dell’inclusione.
Educazione alla sostenibilità: viene denunciata la marginalizzazione del tema della sostenibilità ambientale, subordinato agli obiettivi di sviluppo economico, a fronte della drammatica crisi climatica.
Educazione al genere: si parla di una visione “particolarmente allarmante”, con un silenzio sull’educazione sessuale e affettiva e una descrizione della violenza di genere come “una triste patologia”, ignorandone la natura sistemica e culturale.
Studio della Storia: le pagine dedicate all’insegnamento della storia sono considerate le più discutibili, con un’affermazione secondo cui “solo l’Occidente conosce la storia” che marginalizza le altre culture. Si critica l’abbandono della concezione di storia come ricostruzione scientifica a favore di una “narrazione mitizzata e unidirezionale” centrata sulla “biografia della nazione”, con un obiettivo di “inculcare un’identità nazionale predeterminata”. Questa impostazione viene ritenuta problematica per le classi multietniche, potendo generare esclusione.
Le associazioni, che non risparmiano critiche al metodo di lavoro della Commissione Perla, definito “chiuso al pluralismo” e incurante della ricerca più recente, chiedono il ritiro del documento, e affermano che si dovrebbe al contrario puntare su una scuola orientata al futuro che promuova la formazione di una cittadinanza nazionale, europea e planetaria, in linea con le Indicazioni del 2012.
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Indicazioni Nazionali: associazioni chiedono il ritiro ultima modifica: 2025-04-19T06:03:12+02:00 da