Indicazioni nazionali: domande di facciata, vietato essere contrari

di Valentina Santarpia, Il Corriere della sera, 25.3.2025.

Scuola, arriva agli insegnanti il questionario sulle indicazioni nazionali, protestano i sindacati: «Domande di facciata, vietato essere contrari».  Le possibili risposte criticate non darebbero la possibilità di esprimere una posizione contro il documento.

Gilda Venezia

«Un silenzio assenso», una «consultazione di facciata», una «farsa»: fioccano le critiche sul questionario inviato dal ministero dell’Istruzione sulle nuove indicazioni nazionali per la scuola. L’obiettivo del questionario è sondare le opinioni degli insegnanti rispetto al testo, che dovrebbe fornire la progettazione dell’offerta formativa della scuola per il futuro. Ma, criticano sindacati e opposizioni, i moduli non permettono di esprimere una posizione contraria:  «Sembra somigliare ad un silenzio assenso- segnala il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Vito Carlo Castellana–  In qualsiasi modulistica, quando si ha la possibilità di dare un parere che sia positivo o negativo, il campo `Nessuna risposta´ viene dopo il `sono favorevole´ e il `sono contrario´. Nel modulo in questione invece tutto è possibile fuorché essere in disaccordo con le nuove indicazioni nazionali che, al contrario, ancor prima di essere rese pubbliche, hanno ricevuto le critiche dalla maggior parte del mondo della scuola».

Perplessa anche Ivana Barbacci, Cisl scuola, che parla di «una consultazione in cui, per osservazioni e proposte, non vi è alcuno spazio diverso da quello verso il quale `incanala´ la formulazione dei quesiti. Si dà praticamente per scontato un consenso di massima, lasciando come sola possibilità di esprimersi la formulazione di vaghi suggerimenti su ciò che si potrebbe o dovrebbe modificare. Lo si vede bene nei quesiti proposti per l’impianto delle discipline, per ciascuna delle quali si offre in modo seriale la stessa triade di possibili risposte». Un esempio? Uno dei primi quesiti chiede un giudizio sulla struttura del documento, in particolare sull’impianto complessivo del testo. Le opzioni sono: a) appare chiaro e leggibile; b) alcune sezioni andrebbero meglio strutturate; c) dovrebbe essere reso più sobrio ed essenziale; d) nessuna risposta. «Una farsa, altro che dibattito democratico, si calano dall’alto decisioni che non tengono minimamente conto di chi, lavorandoci, conosce davvero i problemi», denuncia in una nota il capogruppo dell’Alleanza verdi e sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.

Al termine del questionario, c’è uno spazio per «suggerimenti e osservazioni», ma anche questo desta perplessità: «Avendo per oggetto un testo di ben 150 pagine (il doppio delle precedenti Indicazioni), 250 (spazi compresi) si configurano come una vera e propria mission impossible– dice Barbacci- peggio ancora, in questo modo si finisce per assecondare, se non incoraggiare, un approccio fazioso, fatto di giudizi sommari, trasformando le Indicazioni nazionali in un terreno di scontro politico ideologico, laddove sarebbe indispensabile farne il frutto di un confronto ampio, finalizzato a esiti quanto più possibile condivisi, senza la pretesa di imporre una propria, sempre opinabile, visione del mondo e della scuola».

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