di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 17.4.2025.
Indicazioni nazionali: ultimo giorno per la consultazione del Ministero non è stata accolta con particolare favore da scuole e Associazioni disciplinari e professionali.
È scaduto 17 aprile il termine a disposizione per le scuole per poter inviare osservazioni sul testo della bozza del documento sulle Nuove Indicazioni 2025 della “Commissione Perla”.
Come abbiamo già avuto modo di riferire la “consultazione” promossa dal Ministero non è stata accolta con particolare favore dalle scuole e soprattutto dalle Associazioni disciplinari e professionali.
Anche nella mattinata di oggi, il problema è emerso nel corso di un incontro organizzato dalla Flc-Cgil e da diverse associazioni che definiscono la consultazione “sbrigativa e irrispettosa” oltre che condotta “con modalità offensive e insufficienti a garantire un dibattito democratico e approfondito”.
Ad irritare docenti ed esperti sono i tempi concessi per inviare al Ministero le proprie considerazioni (pochi giorni sono obiettivamente pochi tenuto anche conto del fatto che il documento conta la bellezza di 150 pagine) ma anche il fatto che il Ministro ha già fatto intendere che il decreto definitivo potrebbe arrivare a stretto giro, forse persino nei primi giorni di maggio.
D’altronde in alcuni incontri svoltisi in questo periodo alle critiche mosse da docenti ed esperti, i membri della Commissione hanno ribadito dicendo che, evidentemente, sono stati fraintesi.
Il nodo principale sembra per tutti quello della ispirazione “identitaria” del documento: le Nuove Indicazioni dovrebbe infatti servire, secondo le intenzioni del Ministro, a consolidare negli alunni il senso di appartenenza alla nazione e il significato profondo delle radici della nostra cultura, radici che affondano nella tradizione della civiltà romana e di quella greca, senza però trascurare l’epopea risorgimentale.
Non a caso fra gli aspetti che più di altri Valditara ha voluto sottolineare in questi mesi ci sono la necessità di studiare a scuola l’epica classica (Eneide e Iliade), oltre che di conoscere e leggere testi considerati fondamentali come il racconto della Piccola vedetta lombarda e la vicenda dei Martiri di Belfiore. Senza dimenticare lo studio del latino per conoscere meglio la lingua italiana.
E su questo lo scontro fra il Ministro e le voci critiche che si sono alzate in queste settimane è ormai palese e difficilmente si potrà trovare un punto di incontro.
Quello che è certo è che l’idea che fu di Giancarlo Cerini, ispettore tecnico mancato proprio 5 anni fa e che molto si era speso quando erano state scritte le Indicazioni del 2007 e quelle del 2012, che nel 2006 aveva coniato una metafora divenuta famosa: un riforma scolastica, per essere buona deve essere come una “ballata popolare”.
“Non basta il programma di governo – scriveva Cerini – ma occorre avere un progetto, che poi si trasforma in una ‘ballata popolare’ dove gli attori e i ruoli si intrecciano e fare chiarezza sulle risorse, sugli investimenti in formazione del personale. Ricostruire motivazioni, condizioni di benessere, di soddisfazione, di incentivi al miglioramento; coltivare alleanze con i genitori, le comunità, prestare attenzione ai luoghi non formali dell’apprendimento”.
Giancarlo Cerini era romagnolo e quando scriveva queste parole pensava forse al “liscio” che si ballava nelle balere della sua regione.
Ma, a quanto pare, con il nuovo corso si pensa il “liscio” va relegato in soffitta per essere soppiantato dalla più moderna disco-dance dove ognuno può ballare come preferisce, senza preoccuparsi troppo della coralità.
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Indicazioni nazionali: il Ministero ha già pronto il testo definitivo? ultima modifica: 2025-04-18T04:09:37+02:00 da