Insegnanti, presidi a caccia di supplenti

di Salvo Intravaia, la Repubblica, 5.10.2023.

Stipendi bassi, caro-affitti e distanza spingono i docenti a trovare altri lavori.

Esaurite le graduatorie dei precari, i dirigenti scolastici sono costretti a lanciare i cosiddetti interpelli.

Gilda Venezia

Dopo tre settimane di lezioni, presidi ancora in cerca di supplenti da inviare in classe. Anche nella Giornata mondiale degli insegnanti (per l’Unesco meritevoli di essere ricordati e di aver riconosciuta la loro straordinaria funzione in ogni Paese) torna alla ribalta il problema degli organici a livello mondiale. L’Unesco stima una necessità di oltre 69 milioni di nuovi insegnanti entro il 2030.

In Italia la carenza di insegnanti per alcune discipline è particolarmente sentita al nord e nella scuola secondaria di secondo grado. Ma anche al sud e negli altri ordini di scuola alcune cattedre attendono ancora di essere occupate.

Esaurite tutte le graduatorie dei precari, i dirigenti scolastici sono costretti a lanciare i cosiddetti interpelli nazionali per coprire i buchi in organico: annunci che passano attraverso i siti di tutti gli uffici scolastici regionali. Nella speranza che qualcuno, con i titoli di studio previsti dalla legge, almeno la laurea magistrale per accedere al concorso, sia disposto a trasferirsi di regione per insegnare. Con il caro-affitti, pesante da affrontare anche per i docenti pendolari, che non agevola. E nei casi in cui non si trovano laureati che possano insegnare una determinata disciplina ci si accontenta di un laureato con una laurea “simile”.

Gli interpelli

Da quando nelle diverse regioni italiane è suonata la prima campanella non è passato giorno in cui i capi d’istituto non si siano trovati nella necessità di coprire i vuoti delle cattedre. L’ultimo interpello nazionale è partito ieri alla volta di tutte le sedi regionali da parte di Gaudenzio D’Andrea, preside dell’istituto tecnico Marconi-Galletti-Einaudi di Domodossola, in provincia di Verbania in Piemonte, che cerca un docente di Elettronica. In palio una cattedra per 18 ore settimanali fino al termine delle lezioni: il 30 giugno del 2024. Per candidarsi ci sarà tempo fino al 9 ottobre prossimo.

Anche il collega dell’istituto omnicomprensivo di San Marcello Pistoiese, Carlo Rai, è alla ricerca di un supplente, questa volta di Informatica per l’istituto tecnico. Ma si tratta di uno spezzone di 11 ore settimanali fino al 30 giugno del 2024. Lo stipendio potrebbe aggirarsi attorno ai mille euro al mese e non è detto che un ingegnere informatico o un laureato in informatica, con la penuria di queste figure nel mercato del lavoro, si convinca ad accettare l’incarico. Per chi volesse presentare domanda è possibile farlo fino al 6 ottobre.

I docenti di Informatica ed elettronica sono richiestissimi e difficili da trovare perché a causa dei bassi stipendi “i docenti preferiscono altri lavori”.

Mentre la rivista Tuttoscuola ha recentemente pubblicato un approfondimento dal titolo: “Sempre meno giovani decidono di insegnare”. Non mancano le chiamate anche per gli ingegneri meccanici. In questo momento, ne cercano uno gli istituti Garbin di Schio, nel vicentino, due l’istituto Luigi Bucci di Faenza, nel ravennate, uno lo Strozzi di Mantova e l’istituto superiore Bernocchi di Legnano, nel milanese, che ne cerca ben quattro: due con cattedra piena da 18 ore settimanali e due, uno per 10 ore e l’altro per dieci ore alla settimana, tutti fino alla fine dell’anno scolastico.

Ma non mancano appelli per Matematica e Scienze alla media, in cerca di un supplente l’istituto comprensivo Berton di Pedavena, in provincia di Belluno, o Matematica e Fisica al superiore. In questo caso la carenza si estende anche al sud. L’istituto superiore Secusio di Caltagirone, in provincia di Catania, il Volta di Caltanissetta, l’Augusto Righi di Taranto e l’istituto De Rogatis-Fioritto di San Nicandro Garganico, nel foggiano, cercano docenti di Matematica e Fisica. Quasi sempre per il liceo.

Il concorso straordinario

Che nel Belpaese mancano i supplenti è certificato dai numeri. Lo scorso 13 settembre, dopo settimane di chiamate e stipula di contratti, il ministero dell’Istruzione e del merito traccia un bilancio delle immissioni in ruolo e del fabbisogno per l’anno scolastico appena avviato. Per non lasciare cattedre senza docente, occorre nominare più di 40mila supplenti su posto vacante, perché degli 81mila posti lasciati liberi dopo i trasferimenti e i pensionamenti, ne sono stati assegnati con contratto a tempo indeterminato poco meno di 41mila.

Alle 40mila cattedre libere occorre aggiungere circa 100mila supplenti di sostegno su posti in deroga all’organico stabile, cioè validi per un solo anno, e un imprecisato numero di supplenze per docenti in malattia, distacco sindacale, distacco per incarico politico e per altre ragioni. In tutto, sostengono i sindacati, saranno ben oltre 200mila i supplenti quest’anno. In alcune materie d’insegnamento difficili da reperire. Per questa ragione, il ministero ha deciso di accelerare la procedura straordinaria dedicata a 40mila supplenti senza titolo di abilitazione ma con almeno tre anni di supplenza alle spalle. L’obiettivo è quello di rendere questi precari immediatamente pronti all’assunzione per colmare i vuoti in organico e evitare lo stillicidio della ricerca porta a porta di un supplente da inviare in classe. Ma probabilmente anche questo tentativo, restando la paga mensile dei docenti italiani tra le più basse d’Europa, non riuscirà a convincere alcuni laureati a optare per la scuola.

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Insegnanti, presidi a caccia di supplenti ultima modifica: 2023-10-05T21:29:22+02:00 da

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