Insegnanti

In risposta all’articolo di Ernesto Galli della Loggia

LETTERA APERTA della Prof.ssa  Daniela, InfoDocenti.it, 7.6.2020.

Gli insegnanti prigionieri dei sindacati della scuola (Corriere della Sera, 4 giugno 2020).

Caro Galli mi fa piacere  apprendere che qualcuno abbia voglia di ascoltare quanto i docenti hanno da dire sulla scuola, realtà nella quale vivono e che si prodigano a rendere efficiente al massimo delle loro energie , quanto accade in questi giorni è sotto gli occhi di tutti; tuttavia non credo che i docenti vogliano essere strumentalizzati al fine di svilire il valore dei sindacati.

Quindi chiariamo subito, qualora lei non ne fosse a conoscenza, che in Italia esiste già un’associazione di categoria che interpreta i bisogni dei docenti e ne rivendica le specificità professionali, è LA GILDA UNAMS.

Sin dal lontano 1989 chiede  un’area di contrattazione separata  che riconosca le peculiarità del lavoro di docenza, ritenendo che le attuali forme contrattuali in applicazione alla categoria  ne  comprimano i profili su  posizioni impiegatizie.

Nulla, quindi, di quanto da lei descritto dell’operato sindacale  è presente, a mio parere, nella governance di quest’associazione che assume il profilo politico di sindacato solo per ragioni pratiche.

Rispondo  puntualmente alle sue domande , essendo docente di scuola secondaria dal 1988.  Da trent’anni nel mondo della scuola, posso dire di aver vissuto molte delle trasformazioni che quest’ultima ha avuto. Sicuramente il sistema di formazione Italiano degli anni 80/90 necessitava di un rinnovamento, era troppo autoreferenziale ed appariva scollato dalla società, progredita economicamente e tecnologicamente. Si scelse, allora, di effettuare una riforma, che voleva abbandonare la struttura fortemente verticistica del sistema scolastico italiano per far posto, secondo lo spirito di responsabilità condivise, ad un sistema di  piccole autonomie scolastiche con personalità giuridica, prendendo a prestito il modello di scuola anglosassone. In verità l’autonomia scolastica ha dato l’occasione di effettuare tagli finanziari, infatti le risorse economiche (Fondo d’Istituto, MOF)  inviate alle scuole, proprio per attuare l’autonomia negli anni si sono sempre più assottigliate. Con l’autonomia  il clima all’interno delle scuole è sicuramente peggiorato, poiché mette i docenti in competizione per pochi euro ed è venuta meno, in qualche caso, la giusta concentrazione sull’attività didattica. La scuola è  stata sempre più vista a servizio  della società ed è diminuita la sua percezione come Istituzione. A mio parere, quindi, andrebbe fatta un’attenta valutazione della  Scuola dell’autonomia, non ha prodotto gli effetti sperati.

Per ciò che concerne la presenza di genitori a scuola, dire che è essenziale poiché i docenti completano l’educazione e la formazione dei giovani, che ha come primo intervento quello della famiglia. Anche se qualche genitore gioca a ‘scarica barile’e tende ad attribuire alla scuola responsabilità che non ha. Direi che educatori e genitori sono alleati su un unico campo , che deve aver come obiettivo la promozione e la valorizzazione dei giovani,  attraverso  scelte condivise e responsabili.

DIDATTICA DELLE COMPETENZE O DIDATTICA DELLE CONOSCENZE?

Lo vedrei come un falso problema, l’art.33 della nostra Costituzione lascia il docente libero di operare le scelte che ritiene più opportune durante l’azione didattica, quindi ogni docente può agire in autonomia e seguendo scienza e coscienza.

Metterei in rilievo, piuttosto, che qualche coercizione nelle  loro scelte  i docenti      l’abbiano subita dall’Autonomia Scolastica, ove, ad esempio non viene riconosciuto più il valore della continuità didattica  ed i dirigenti, per problemi legati al risparmio, a volte non assegnano gli insegnanti alle classi in continuità ed obbligano i docenti della stessa disciplina  a scegliere un unico libro di testo per tutta la scuola.

La scuola Italiana ha visto tante Riforme, una peggiore dell’altra per contenuti e metodi, ma tutte orientate in un’unica direzione il risparmio, implementato in modo irrazionale  e senza la valutazione costi -benefici .

E’ già un miracolo che  la scuola Italiana regga, ancora i nostri migliori studenti e ricercatori sono accolti  all’Estero e continuano ad essere un Valore per il Nostro Paese.

 Sia chiaro, tutto passa sulla pelle di quanti vivono ed operano nel mondo della scuola . Molti sono precari da anni e non per colpa loro, ma sempre per il solito paradigma del RISPARMIO.  I concorsi hanno cadenze  irregolari e quindi molti lavoratori devono inserirsi da precari con grossi sacrifici e disagi.

Quindi, per favore,  non liquidiamo I SINDACATI  come strumento obsoleto da ‘Secolo breve’, ma soprattutto non attribuiamogli un ruolo che non ha .

Altrove sono da ricercare le cause che hanno determinato la situazione in cui versano i docenti e l’Istruzione tutta di questo Paese.

Grazie per aver richiesto il punto di vista dei docenti, non sono molti quelli che lo fanno.

Prof.ssa  Daniela

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In risposta all’articolo di Ernesto Galli della Loggia ultima modifica: 2020-06-07T16:05:22+02:00 da
Gilda Venezia

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